Q.U.E.S.T.I.O.N.E.D.I.G.E.R.G.O.

Tra le contraddittorietà di Don Rosa c’è l’essere contrario alle storie derivative, nonostante la sua intera produzione possa considerarsi un sequel della bibliografia di Carl Barks. In questo quindicesimo volume, l’autore del Kentucky non tira in ballo l’Uomo dei Paperi ma realizza due diversi seguiti di sue storie, perciò si sente in dovere di giustificarsi nei confronti del lettore, come se stesse compiendo un gesto deplorevole, portando a esempio casi di validi sequel letterari o cinematografici.

Eppure, Rosa ha già dimostrato di saper ripescare elementi passati in modo tutt’altro che gratuito, e ne dà conferma con Zio Paperone e il cavaliere nero: una storia che riprende Il solvente universale, utilizzando la pericolosa sostanza in un racconto di genere differente. Il miliardario deve infatti affrontare Arpin Lusène, ladro gentiluomo costruito ispirandosi ad altre figure simili della narrativa del ‘900; si tratta di un personaggio che arricchis...