Siamo abituati a leggere fumetti che hanno una struttura principalmente narrativa: ci fanno affezionare ai protagonisti, di cui seguiamo le vicende e l’evoluzione, fino al climax e alla risoluzione. Non è il caso di La Fabbrica dei Corpi, il secondo volume edito da BAO Publishing all’interno della sua collana dedicata alla divulgazione scientifica. La prima uscita, Mars Horizon, aveva un’impostazione più tradizionale, lo stesso delle storie Disney del filone Comics & Science o di C’è spazio per tutti, di Leo Ortolani.
La francese Héloïse Chochois decide di percorrere un sentiero apparentemente meno coinvolgente concentrandosi sull’aspetto espositivo. Il protagonista non ha nome, segnale del disinteresse da parte dell’autrice nel costruire una caratterizzazione attorno a lui, preferendo farne un avatar, un contenitore vuoto che il lettore può riempire immaginandosi nella situazione. Qualche pagina di serenità quotidiana, e il protagonista ha un in...
La Fabbrica dei Corpi è un avvincente viaggio nella storia delle amputazioni e nel mondo delle protesi
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