Parlare di mafia oggi è un’operazione complessa ed estremamente delicata, vista l’evoluzione dell’organizzazione criminale negli ultimi decenni. Già nella trilogia cult de Il Padrino, la figura del mafioso accantonava la coppola e la lupara per indossare gli eleganti doppiopetto di Al Pacino, ripulendo la propria immagine e condizionando la percezione di sé. “Abbiamo oggi una mafia più civile e una società più mafiosa“, affermava qualche anno fa Antonio Ingroia, in cui sia gli apparati statali che i privati cittadini contribuiscono quotidianamente al decadimento culturale definitivo dell’Italia.
In questo contesto indefinito e malato opera Gianni Allegra, pittore e illustratore nato e cresciuto a Palermo, le cui prime creazioni artistiche vennero pubblicate sulla rivista I siciliani, diretta dal giornalista Giuseppe Fava (una delle prime vittime di mafia del settore). Allegra ha conosciuto questa realtà marcia, in cui il confine tra bene e male è diventato sempre più labil...
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