In occasione dell’esordio di Australia, la prima delle quattro serie Wilder originali, abbiamo intervistato gli autori del titolo, Leonardo Favia (testi) e Simone Di Meo (disegni), che ci hanno parlato della loro storia.

 

Ciao, Leonardo e Simone, benvenuti su BadComics.it!

Favia – Ciao a tutti i lettori.

Di Meo – Ciao, grazie di averci ospitato.

Australia è una delle quattro serie appartenenti a quella che possiamo definire come la “fase 1” di Wilder: cosa devono aspettarsi i lettori da questa storia?

Australia, copertina di Simone Di MeoFavia – Nel 2055, dopo il collasso della società civile, l’Australia civilizzata è composta da sette città, unici avamposti che garantiscono una vita sicura nel caos che si è scatenato nel resto del continente. La serie parte come giallo con ambientazione fantascientifica: l’agente Maugham dei Servizi segreti australiani, accompagnato dalla recluta Felton, si trova a Perth per indagare sulla morte di un importante scienziato, ucciso probabilmente da un gruppo terroristico che mira a far saltare in aria le mura che difendono la città dal caos dell’Outback. Nelle loro indagini si troveranno ad affrontare diverse minacce, sia interne sia esterne alla città, che cercheranno di sabotare la loro ricerca della verità.

Ci sarà spazio per le loro investigazioni, ma anche per i complotti che si celano dietro la patina perfetta della città: tutti i cittadini devono compiere un sacrificio molto grande per appartenere alla comunità, e questo metterà a dura prova il rapporto tra i due agenti.

Chi sono i personaggi principali Australia?

Favia – I protagonisti di Australia sono tre: Somerset Maugham, sessantenne agente dell’ASIO, disilluso e sarcastico nei confronti della presunta perfezione della Città. Nella mia testa è un incrocio tra lo scrittore William Somerset Maugham (ovvio, no?) e l’attrice Maggie Smith, ha una frase velenosa per tutti e non è intenzionato a fermarsi fino a che non troverà la verità.

Abbiamo poi Cynthia Felton, recluta della Polizia di Perth, incaricata di accompagnare Maugham nella sua indagine. Più che una collega è una sorta di “galoppina”, agli occhi dell’agente Maugham, e questo ovviamente genererà un dissidio tra loro.

Infine, abbiamo Ben Hooper, figlio poco più adolescente dello scienziato ucciso, prossimo alla cerimonia di iniziazione, chiamato Duello, che sancirà la sua definitiva appartenenza a Perth. C’è un altro paio di personaggi che agiscono nell’ombra e che compariranno più avanti, ma non voglio commettere reato di spoiler.

Chi è cosa vi ha ispirato maggiormente nella realizzazione del design dei protagonisti?

Di Meo – Per realizzare i personaggi mi ha dato una grossa mano Leo, da quando ha iniziato a pensare alla storia aveva già molto chiaro l’aspetto che avrebbero dovuto avere i protagonisti, mi ha aiutato molto il suo parere e insieme abbiamo cercato di creare personaggi che rispecchiassero a pieno la loro posizione all’interno della storia, ho cercato di curare al meglio la loro espressività per trasmettere i giusti stati d’animo all’interno dei dialoghi così da facilitare il lettore nello scorrere delle pagine; un lavoro difficile, inizialmente, che poi pagina dopo pagina, imparando a conoscere i personaggi, diventa quasi naturale. Davvero divertente!

Australia si svolge in un futuro distopico nel quale l’assetto geopolitico della Terra è radicalmente cambiato: quanto di questo mondo è da considerarsi ispirato alla realtà nella quale viviamo, e quanto c’è di puramente fantasioso?

Favia – La base dalla quale si parte, i disordini del 2005 in Francia, è ovviamente reale, ed è stata proprio “la rivolta delle banlieu” a suggerirmi lo spunto iniziale per la serie: cosa sarebbe successo se quei disordini non si fossero a un certo punto fermati, ma avessero continuato a montare come una valanga?

Ho portato questa proiezione alle estreme conseguenze, immaginando il mondo australiano nel futuro, un’epoca in cui siamo tornati a un isolamento che è l’esatto opposto all’always online attuale. Ma le differenze non si limitano solo a questo, è cambiato totalmente il modo di pensare la società, il coinvolgimento dell’individuo nella vita della città, c’è un prezzo da pagare per fare parte della comunità. E il prezzo è molto alto, come vedremo presto.

Cosa c’è di diverso e caratteristico nel mondo di Australia a livello architettonico, dei mezzi di trasporto e del vestiario? 

Di Meo – A livello architettonico mi sono basato moltissimo sulla città in cui si svolge la trama, Perth, che ho scoperto piano piano nel racconto, la quale però è ormai strutturata in maniera differente (trattandosi di una storia ambientata in un tempo diverso dal nostro) quindi alcuni elementi sono utilizzati in maniera diversa, come per esempio alcune auto che si vedono nel primo capitolo, usate nei parcheggi più come elemento decorativo, per alcuni motivi non si utilizzano più come mezzo di trasporto, ma non posso dirvi di più, scoprirete il perché!

Ogni luogo presente all’interno della storia ha origine dalle immagini originali della città, ma con le giuste modifiche che risaltano le atmosfere di questa nuova dimensione.

Per il vestiario ho usato lo stesso criterio, le divise della polizia sono molto simili a quelle originali, mentre il resto è costituito da un mix di abbigliamento classico e futuristico, mi piace modificare piccoli dettagli, come il bavero di una giacca o la struttura di una mantella!

Da quanti episodi sarà composta la serie? Cosa dobbiamo aspettarci dopo la prima stagione?

Favia – Per come è stata concepita, Australia sarà divisa in tre stagioni da cinque episodi ognuna.

Saranno archi narrativi con un’identità ben definita e molto diversa per ambientazione e dinamiche dei personaggi. Questa prima stagione, ambientata completamente nella città di Perth, darà delle risposte, ma genererà nuove domande, scombinando un po’ lo status quo dei protagonisti.