Poche settimane fa, Tatai Lab ha dato il via alle spedizioni del terzo e ultimo volume di GG per coloro che hanno contribuito alla campagna di crowdfunding dedicata al fumetto.

Abbiamo contattato gli autori, lo sceneggiatore Giacomo Masi e l’artista Ilaria Gelli, per parlare di come hanno concepito le cinque videogiocatrici protagoniste e di come hanno affrontato la conclusione della serie.

 

Benvenuti sulle pagine di BadTaste.it, Giacomo e Ilaria!
Potete raccontarci com’è nato il progetto “GG” e come vi siete ritrovati a collaborare?

Gelli – Grazie mille per la vostra ospitalità, se così si può dire!

Masi – Grazie mille! Io e Ilaria ci conoscevamo da molto prima di “GG”, ed erano anni che dicevamo di voler creare qualcosa insieme… L’idea iniziale del progetto era legata ad uno yonkoma, con una trama totalmente diversa! Fu Ilaria a proporre l’idea di cambiare trama e formato, e visti i risultati finali direi che è stata una buonissima idea!

I videogiochi sono l’elemento centrale della trama: ne siete appassionati? Quali sono i titoli che vi piacciono?

Gelli – Sono appassionata di videogiochi fin da bambina, anche se crescendo il tempo da dedicargli si è ovviamente ridotto, purtroppo. Personalmente adoro gli openworld e i fantasy avventurosi. I miei titoli preferiti sono “Disgaea”, “Final Fantasy IX” e il più recente “Zelda: Breath of the Wild”.

Masi – Lavorando come sceneggiatore e game designer a tempo pieno direi che sono praticamente la mia vita! I miei titoli preferiti ad oggi rimangono “Suikoden 2”, “Nier Gestalt”, “Final Fantasy VII”, “Devil May Cry”, “Starcraft” e “Metal Gear Solid”!

Giacomo, hai lavorato come scrittore anche per diversi videogiochi: al di là della conoscenza del settore, come pensi che questa esperienza abbia influenzato la lavorazione di “GG”?

Masi – La mia esperienza personale nel settore ha aiutato moltissimo nel riuscire a parodizzare in maniera credibile l’intera opera, che prende a piene mani dagli RPG (orientali e non) e ovviamente gli MMO! Alla fine, per quanto mi riguarda, “GG” non è altro che una parodia degli stereotipi provenienti da quei generi!

 

Ilaria, “GG” ha un’estetica chiaramente debitrice dell’immaginario nipponico: quali sono i manga e gli anime che ti hanno ispirato maggiormente?

Gelli – Qualche anno fa avrei risposto più facilmente a questa domanda: a vent’anni seguivo delle rigorose regole dettate dalle stile manga, e i miei autori di riferimento erano sicuramente Takeshi Obata (“Death Note”) e Katsura Hoshino (“D.Gray Man”). Crescendo e maturando nello stile, mi sono spostata su qualcosa di più vicino agli anime (complice l’aggiunta dei colori nel nostro fumetto), ma non è stato qualcosa di calcolato. Lavorando e facendo i conti con delle scadenze, si sviluppa spontaneamente un approccio diverso al disegno, meno ponderato e più istintivo.

Le storie con protagonisti nerd sono solitamente dominate da personaggi maschili. Le poche eccezioni vedono soprattutto un modello femminile che inizialmente si presenta come la ragazza bruttina, con scarsa attitudine sociale, che con il passare del tempo sboccia e diventa molto più affascinante. Pur essendo un fumetto leggero, “GG” non rientra minimamente in questi stereotipi: è stato un elemento importante per voi nella fase iniziale del progetto? C’era qualcosa di preciso da cui volevate prendere le distanze?

Gelli – Personalmente, mi sono accorta che nell’ambiente videoludico le ragazze non sono molto rappresentate, o almeno non in modo corretto. Un’opzione è quella che hai detto tu, la ragazza bruttina, ma la seconda è la poser che fa finta di amare i videogiochi perché sono di moda. Nessuna zona grigia? È come dire che i videogiocatori maschi sono tutti brutti e sovrappeso o alienati a giocare a FIFA dalla mattina alla sera. So che non è così, o almeno non è SOLO così. Le videogiocatrici esistono, sono tante e variopinte. Noi abbiamo giocato con le principali classi dei giochi di ruolo per definire un po’ i caratteri delle nostre cinque protagoniste.

Masi – In generale trovo molto più interessanti e sfaccettati i personaggi femminili, e credo sia davvero sciocco abbandonarsi ancora a stereotipi legati al sesso dei personaggi in questo momento storico, specialmente perché il videogioco è ormai un fenomeno pop sdoganato che (grazie al cielo) non conosce più barriere. Abbiamo quindi deciso di narrare la storia di quattro ragazze “normali”, con i loro problemi e le loro sfaccettature, senza necessariamente virare attorno ai soliti stereotipi legati al genere!

Trovo particolarmente ben caratterizzate le cinque protagoniste, sia dal punto di vista estetico che della personalità: come avete costruito questi personaggi? Vi ritrovate in alcuni aspetti di loro?

Gelli – Dal punto di vista grafico non ho avuto particolari difficoltà, se non con Nova, la ragazza coreana: è stata la più difficile da rendere riconoscibile. Per me era importante che ognuna di loro spiccasse a suo modo, senza essere subordinata alle altre.

Potrebbe esserci un pizzico di me in ognuna di loro, ma nessuna mi rispecchia totalmente. Penso che la loro forza siano i loro difetti, e la loro voglia di migliorare per il bene del gruppo, oltre che per se stesse.

Masi – Il loro concept iniziale sul lato scrittoriale deriva perlopiù da esperienze personali. Come qualsiasi buon scrittore può dirvi, non c’è niente di più incredibile della realtà di tutti i giorni, quindi mi sono limitato a osservare e cercare di riprodurre comportamenti e atteggiamenti di ragazze reali! Questo è servito a rafforzare ancora di più lo “stacco” dal mondo fantastico, visto che nessuna di loro ha particolari talenti o capacità speciali: sono solo ragazze normali in un contesto straordinario!

 

Se un videogioco dovesse invadere le vostre vite nel mondo reale, come avviene alle protagoniste di “GG”, quale scegliereste?

Gelli – Al momento, “Zelda”. Complice il fatto che terminato “GG”, passo le mie giornate sulla Switch. In “Breath of the Wild” si possono fare letteralmente troppe cose, ma sopratutto per stare bene dopo essere caduti da un dirupo basta mangiare un pesce al cartoccio. E io cado spesso.

Masi – La risposta più sicura e tranquilla sarebbe “Animal Crossing”, ma la mia anima da amante dei J-RPG mi spinge a dire “Final Fantasy IX”!

Considerate la trilogia di “GG” chiusa definitivamente oppure avete qualche idea, qualche elemento rimasto in sospeso per cui in futuro sareste disposti a tornare in quell’universo narrativo?

Ilaria – Per me è importante non lasciare niente in sospeso. E in “GG 3” c’è una vera e propria conclusione, non lascia il lettore con il dubbio che la storia non si sia compiuta del tutto.

Le nostre protagoniste, però, sono personaggi estremamente versatili, che possono muoversi sia nel mondo reale, che in quello fantastico… Quindi, possibili storie aggiuntive non sono mai da escludere!

Masi – La trilogia si può considerare ufficialmente conclusa, ma le storie legate alle cinque protagoniste sono potenzialmente infinite, quindi non chiudo nessuna porta per il futuro, specie se ci fosse grande richiesta da parte dei lettori.

Quali sono i vostri progetti futuri? Se potete darci qualche anticipazione, a cosa state lavorando ora?

Gelli – Si, ho alcuni progetti per il futuro, non rimango mai con le mani in mano!
Primo tra tutti, continuare la mia collaborazione con lo staff di Tatai Lab, ormai la mia seconda casa. Dal punto di vista del mio lavoro come fumettista, ho in mente un progetto molto diverso da “GG”, ma che spero piacerà al pubblico. Sarà serio, riflessivo e personale, quindi voglio prendermi il giusto tempo per curarlo a dovere.

Masi – Attualmente sono impegnato sulla versione console del nostro ultimo gioco, “Dry Drowning”, e sono anche al lavoro su due progetti videoludici nuovi, che per il momento purtroppo sono coperti da un accordo di non divulgazione! Oltre a questo, sto collaborando nella creazione di un fumetto ambientato nell’antica Mongolia, chiamato “Il lupo azzurro e la cerva fulva”. La storia apparirà all’interno di un magazine chiamato “Out of the Box”, la cui pagina Facebook è già online!