È di qualche giorno fa la notizia dell’imminente ritorno di PK nelle edicole italiane. Visto che in Rete si stanno già diffondendo ipotesi e voci di corridoio a riguardo, abbiamo contattato Tito Faraci per sapere qualcosa a riguardo dalle parole dello stesso autore, approfittandone per scoprire qualche curiosità in più sul suo lavoro.

Ciao Tito e benvenuto su Badcomics.it. Sappiamo che oltre alla tua più che decennale esperienza di sceneggiatore, per “Topolino” ora sei anche editor e talent scout. Come ti trovi in questo ruolo e cosa riesce a catturare la tua attenzione nei lavori che ti vengono proposti dagli esordienti?

Ora come ora la maggior parte degli autori che seguo non sono esordienti: sono autori giovani e pieni di idee, con una voglia di sperimentare che non è ancora stata incasellata negli schemi pre-esistenti. Mi piace trovare qualcuno che sia in grado di stupirmi. In realtà non copro questo ruolo da molto tempo: durante la prima fase ho lavorato con un gruppo di autori proposti dalla redazione, mentre adesso sto iniziando una seconda fase nella quale si sono avvicinati anche un paio di esordienti. Ho trovato alcuni esordienti interessanti, e da loro cerco sempre la capacità di sorprendermi, qualcosa che manca, qualcosa che non esiste ancora. Come editor non cerco di creare una squadra di autori che segua il mio stile, ma valorizzo il lavoro di ognuno, magari dando qualche indicazione per mettere a posto una buona storia che però ha bisogno di qualche accorgimento per sistemare alcuni buchi.

In Italia esistono diverse scuole di fumetto. Pensi possano aiutare uno sceneggiatore in divenire e, a riguardo degli esordienti che ti vengono sottoposti, in che misura escono da questi corsi e quanti invece sono autodidatti?

In realtà uno degli esordienti che mi è stato proposto aveva fatto qualcosa… Non ho un giudizio negativo sulle scuole di fumetto o di scrittura, anzi. Io stesso da 8 anni tengo un corso di sceneggiatura di fumetti alla scuola Holden, perché seppure il talento possa esistere, deve essere coltivato. Se hai talento musicale, non significa che se ti mettono davanti un pianoforte tu sei in grado di suonarlo. È uguale anche per la scrittura, che è una tecnica con delle regole precise, e noi forniamo gli strumenti per eseguirla nel migliore dei modi. Detto ciò non ho nessuna preclusione per gli autodidatti: mi sono trovato ad avere a che fare con esordienti senza studi specifici e in quel caso ho fatto un corso accelerato, per mostrare come funziona il meccanismo. L’importante è la volontà di imparare e accettare che esiste un metodo da applicare.

Da qualche mese è uscito il tuo nuovo romanzo, Death Metal. Quali sono le differenze tra il lavoro per la sceneggiatura di un fumetto e per un romanzo? Al di là delle differenze proprie dei diversi media, quando un’idea ti attraversa la mente cosa ti fa pensare che sia più adatta per essere sviluppata in un formato o nell’altro?

Mah, non mi trovo ancora nella situazione di poter scegliere se sviluppare un’idea in narrativa o in fumetto, per adesso ho scritto solo due romanzi. In Death Metal poi, c’è un aspetto proprio della storia che non avrebbe funzionato nel fumetto: la vicenda è ambientata in parte nel passato e in parte nel presente, con uno dei protagonisti che c’è in entrambe le epoche anche se non si sa chi è. In un romanzo il suo aspetto è nascosto all’occhio, cosa che sarebbe stata impossibile in un medium visuale come il fumetto. C’è anche da dire che nel fumetto io lavoro per serie popolari, come Tex e Topolino, due ambiti di pensiero e di ricerca molto differente. Quindi per ora non ho ancora avuto alcun corto circuito se destinare un’idea alla narrativa o al fumetto. I romanzi, non utilizzando personaggi fissi, mi permettono di raccontare una storia senza che il lettore sappia in che condizione il protagonista uscirà dalla vicenda, mentre nel fumetto sanno già che Tex o Topolino saranno sani e salvi e avranno risolto il problema.

Quindi il romanzo ti permette anche una maggiore libertà?

In un certo senso sì, ma non considero questa cosiddetta “libertà” per forza come un fattore d’aiuto. Io non mi sento costretto dalle regole, mi aiutano a esprimermi e a incanalare le idee, non mi sono mai sentito ingabbiato. L’unica “libertà” che ho percepito nello scrivere i miei romanzi è stata quella di trattare argomenti duri e creare scene violente, non ho mai scritto qualcosa di così cupo nel fumetto popolare.

Torniamo a parlare di fumetto Disney. L’argomento caldo di questi giorni è il ritorno in edicola di PK, con la miniserie Universo PK. In Rete si stanno già facendo supposizioni e sono comparsi anche dei giudizi, prima ancora che la prima storia abbia raggiunto gli scaffali. Ci puoi chiarire le idee su questo progetto?

Universo PK è una miniserie che risponde a una domanda: cosa sarebbe successo se, al momento in cui Paperopoli veniva sconvolta dall’arrivo di nuovi nemici come gli Evroniani e il Razziatore, Paperinik non avesse trovato anche potenti alleati e strumentazioni ipertecnologiche, ma avesse dovuto cavarsela con l’aiuto di Archimede e Paperone, come nelle storie classiche del personaggio? Ci tengo a chiarire che non sarà una parodia di PK, sarà una rilettura in cui ci sarà sì l’elemento comico, ma come c’è sempre stato in tutte le mie storie del personaggio, anche le più mature. Ogni storia sarà di 20 pagine, come i comic-book americani, e ogni episodio avrà una trama autoconclusiva mescolata con una continuity orizzontale che a miniserie conclusa sarà possibile apprezzare dopo essersi goduti il quadro complessivo.

Qual è la tua storia di PK preferita, tra quelle che hai realizzato nella precedente incarnazione del personaggio?

A questa domanda rispondo sempre con Trauma, o Motore/Azione. Oppure le Angus Tales nel loro complesso, anche se non le ho scritte tutte io.

A proposito: in Universo PK troveranno spazio anche Billy Paganino e Baldo, l’allegro castoro?

(ride) Diciamo che ci sarà qualcosa, qualche strizzata d’occhio per i vecchi fan.

Sappiamo di un altro progetto di Francesco Artibani su PK ancora avvolto nell’ombra. C’è qualche collegamento tra Universo PK e il progetto di Artibani? Vi siete in qualche modo coordinati o sono due opere sviluppate senza sapere uno dell’altro?

Ci siamo trovati a sviluppare entrambi autonomamente un’idea per riportare in vita PK, in un periodo nel quale mancava dalle scene da troppo tempo. Quando l’abbiamo scoperto, ci siamo confrontati e abbiamo capito che i due progetti potevano convivere tranquillamente.

Il tuo Universo PK può essere considerato come un “ponte” che fornisce ai nuovi lettori informazioni su elementi e personaggi già noti ai vecchi fan, utili perché anche i neofiti possano comprendere al meglio futuri sviluppi del personaggio?

Universo PK non è nato con questa finalità, ma quello che dici è un effetto secondario di cui ci siamo resi conto più tardi. Volevamo ridare ai lettori elementi che richiedevano dopo tanti anni di attesi, e l’occasione si è rivelata anche un piacevole ripasso di quanto è stato pubblicato diversi anni fa. Non pensate però che questo prodotto non abbia la maturità delle storie passate, potrebbe essere considerato come una restaurazione che tiene conto dell’evoluzione del fumetto e del gusto avvenuta in questo lungo periodo. Ad esempio, ci sono molte didascalie in prima persona che non sono un mezzo tradizionale del fumetto Disney, ma che appartengono allo stile narrativo di PK.

Come autore lavori su molti progetti. Per il Topo, al momento, puoi anticiparci qualche storia su cui stai lavorando e che vedremo nei prossimi mesi?

Devo dire con un certo dispiacere di essermi concentrato sul lavoro di editor, che mi ha dato nuovi stimoli, nel fornire allo sceneggiatore alcuni consigli per migliorare una sceneggiatura vicina all’approvazione. Non si tratta di “idee regalate”, però c’è da aiutare a chiudere un soggetto a cui manca qualcosina, e da parte mia io lavoro sempre per “Topolino”. Mi dispiace non aver avuto tempo da dedicare ad altre storie, ma svolgo questo lavoro da relativamente poco e quindi ho incanalato in esso le mie energie… Ora che è avviato, richiede meno energie mentali e potrò sviluppare nuovi progetti personali. Al momento sto ultimando la miniserie Universo PK, dopo la quale vorrei realizzare un progetto ambizioso, sulle pagine di “Topolino”, nel quale coinvolgere diversi autori.