Tra i progetti più interessanti pubblicati in Italia nel 2019 c’è Belzebubs, webcomic realizzato da JP Ahonen e raccolto in un volume cartaceo da Edizioni BD. L’opera nasce dalla fusione del background metal del fumettista finlandese e le tipiche atmosfere delle sit-com: il risultato è una sequenza di gag esilaranti.

In occasione di Lucca Comics & Games 2019, l’editore milanese ha presentato Perkeros, l’opera prima dell’autore.

 

 

Ospite alla kermesse toscana, abbiamo avuto modo di incontrare il simpaticissimo JP Ahonen e parlare con lui delle sue opere e dell’amore per la musica. Ecco com’è andata:

 

Ciao, JP! E benvenuto su BadTaste.it!
Come nasce un progetto così particolare come “Belzebubs”?

Ahonen – “Belzebubs” è nato nel 2015 quasi per caso, quando soffrivo di depressione ed esaurimento nervoso. Avevo bisogno di un progetto che non richiedesse un eccessivo impegno. In precedenza, avevo realizzato “Perkeros”, e se fai un paragone tra i due ti rendi conto del mio enorme lavoro sulla cura dei dettagli. Sono diventato matto! Finita quella esperienza, ho iniziato a cimentarmi in tanti altri progetti indipendenti che, insieme ad altri aspetti della mia vita privata, hanno generato un forte stress, portandomi a uno stato di depressione. Ero arrivato a un punto di totale blocco artistico.

In quello stesso periodo ho visto molte persone partecipare all’Inktober, una specie di gara tra progetti autofinanziati, e ho pensato che potessi usare quell’occasione per sviluppare alcune idee che avevo. La prima cosa che mi è venuta in mente è stata disegnare questi due blackster. Ho realizzato circa venti illustrazioni a tema per l’Inktober. A quel punto, il tema di questa serie e i personaggi erano già chiari nella mia testa, sebbene ancora in forma embrionale. Ho dovuto solo iniziare a sviluppare questi spunti in forma di fumetto.

Come mai hai scelto questo particolare tipo di metallaro per la tua storia?

Ahonen – Credo sia tutto merito della mia testa! Non appena ho iniziato a buttare giù qualche schizzo, sono saltati fuori questi personaggi da scena black metal. Ho sempre amato quest’immaginario caratterizzato dal corps paint e dalla presenza di due soli colori, il bianco e il nero. Si tratta di una scelta molto minimalista nell’approccio.

Mi è venuto molto naturale sviluppare le storie in questo contesto, visto che sono cresciuto ascoltando musica heavy metal e amando temi come l’occulto, i film horror e tutto l’immaginario a essi connesso. È la mia comfort zone.

Possiamo definirla una sit-com in chiave black metal?

Ahonen – Esattamente, è proprio così.

I personaggi sono però molto particolari, distruggono qualunque luogo comune sul black metal.

Ahonen – Assolutamente sì, è così. Mi piace molto giocare con i contrasti. Volevo realizzare delle storie in cui questi truci ragazzi dal corpo tutto dipinto si trovano in situazioni estremamente ordinarie. Lo trovo divertente!

“Belzebubs” si è sviluppato in maniera organica. Terminata la sfida dell’Inktober, avevo delle idee un po’ vaghe su quello che avrei fatto. Una volta deciso di portare avanti i vari spunti legati a quella che sarebbe divenuta la serie, ho iniziato ad approfondire le relazioni che c’erano tra i personaggi, sviluppando e definendo la loro personalità.

Nella creazione dei protagonisti hai preso spunto da qualche persona reale?

Ahonen – Sono personaggi che si sono scritti da soli. Non ci sono persone specifiche che mi hanno offerto spunti per crearli: sono nati in maniera spontanea.

Uno degli aspetti più interessanti di questo progetto è che dal tuo webcomic è nata una band che nel 2019 ha pubblicato un disco, “Pantheon of the Nightside Gods”, per l’etichetta discografica Century Media. Come sei stato coinvolto in questo progetto?

Ahonen – È come un figlio per me, è partito tutto da me! [Ride] Avevo circa diciassette anni quando ho iniziato a pensare a un progetto che unisse musica metal e fumetti. Purtroppo non riuscivo mai a trovare un modo per combinarli. Con “Perkeros” ci ho provato, ma purtroppo non ho ottenuto i frutti sperati.

Così, quando ho iniziato a lavorare a “Belzebubs”, ho pensato che sarebbe stato bello realizzare dei brevi video accompagnati da musica e farli girare in rete. Prima di avere la possibilità di realizzarli, un mio amico musicista mi ha detto che avremmo potuto sviluppare delle canzoni da legare al mio webcomic. Sono rimasto di sasso, perché era esattamente quello che avrei voluto fare, ma, come gli ho detto, non avevo il tempo per concretizzare il tutto. A quel punto, abbiamo unito le forze e deciso di incontrarci mettendo insieme del materiale che avevamo già in cantiere. La proposta di inviare questi video alle varie label è stato il passo successivo. Così è nata la collaborazione con Century Media, in maniera del tutto organica.

Avremo modo di ascoltare altri album? Che tipo di accordo avete siglato con l’etichetta?

Ahonen – Siamo qui per restare! [Ride] Abbiamo un contratto per tre album con Century Media, e ti posso anticipare che siamo già all’opera sul secondo.

I musicisti che fanno parte dei Belzebus hanno lo stesso nome dei personaggi del fumetto. La volontà è quella di mantenere anonime le loro identità, un po’ come fatto dagli Slipknot anni fa?

Ahonen – Forse un giorno sveleremo i loro nomi, ma non in questa fase. La volontà è quella di mantenere i personaggi del fumetto sotto i riflettori. Se dovessimo svelare i nomi dei musicisti, la gente potrebbe concentrarsi sulla loro storia, cercare quali tratti della loro personalità sono confluiti nel progetto e roba del genere. Io voglio invece mantenere il più possibile Sløth, Hubbath, Obesyx e Samaël al centro dell’attenzione.

Come hai contributo al progetto musicale legato ai Belzebubs?

Ahonen – Ho scritto i testi di alcune canzoni. Di più non ho potuto fare perché sono veramente pieno di lavoro e non ho la possibilità di seguire tutto! [Ride] Ovviamente, per quanto mi è possibile, partecipo alla creazione dei brani.

Qui a Lucca Comics & Games, Edizioni BD ha presentato “Perkeros”, la tua prima graphic novel. Ci racconti com’è nata?

Ahonen – È nato come progetto molto personale concepito insieme a un mio carissimo amico, KP, che mi ha aiutato con la sceneggiatura. La volontà era quella di realizzare qualcosa strettamente legata alla musica, che parlasse della vita di una band. Trascorrevamo molto tempo insieme a leggere e disegnare fumetti o ad ascoltare e comporre musica, quindi volevamo unire queste esperienze.

Ultimati alcuni progetti che avevamo in ballo, abbiamo iniziato a lavorare a del materiale inerente la scena metal. Eravamo in dubbio se farne una serie, una strip, una graphic novel o altro ancora. Portando avanti la scrittura ci siamo resi conto che una graphic novel sarebbe stata la scelta migliore. “Perkeros” si potrebbe definire un concept album progressive metal trasposto in fumetto.

Una definizione che si addice perfettamente a quest’opera ricca di sfumature, che nella sezione centrale si lascia andare a digressioni orrorifiche spiazzanti per la loro brutalità.

Ahonen – Esatto, è proprio così! [Ride] Una delle sfide che sapevamo di dover affrontare era convincere le persone che avrebbero un po’ storto il naso di fronte a certe cose. Tutto è partito da una specie di idea che avevo in testa, ovvero che il diavolo è nei dettagli. Speravo che il lettore raccogliesse gli indizi disseminati lungo il cammino. È l’insieme che dà senso al tutto. Alcune situazioni o cambi di atmosfera diventano troppo improvvise se non presti attenzione a quanto narrato.

Come riassumeresti in poche parole “Perkeros” e “Belzebubs”?

Ahonen – “Perkeros” è più incentrato sulla musica e si basa sulla Storia, sul folklore e sulla scienza. Ci puoi trovare dentro temi di cui puoi trattare quando suoni musica di un certo tipo.

“Belzebubs” è più come la visualizzazione della vita moderna di un musicista. È la storia di persone folli in ogni modo. Persone che non si arrendono mai e che vanno avanti giorno dopo giorno, anche se hanno avuto dei figli.

Ti rivedi nei protagonisti delle tue opere?

Ahonen – Assolutamente sì! [Ride] Riesco a immedesimarsi in tanti personaggi delle mie storie.

 

JP Ahonen e Pasquale Gennarelli