A Lucca Comics & Games 2019 abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con il fumettista Giulio Macaione per parlare di Alice di sogno in sogno, graphic novel originariamente proposta dai BOOM! Studios negli Stati Uniti e recentemente portata in Italia da BAO Publishing.

 

 

Con l’autore di Basilicò e Stella di mare abbiamo parlato della genesi dell’opera e dei suoi protagonisti. Qua sotto potete leggere la trascrizione completa della nostra intervista.

 

Ciao, Giulio! Bentornato su BadTaste.it.
Ci eravamo incontrati un anno fa, ma all’epoca non avevamo parlato troppo di “Alice di sogno in sogno”. In quel periodo ti trovavi in un momento particolare: a distanza di pochi giorni erano usciti “Stella di mare” in Italia e “Alice di sogno in sogno” negli Stati Uniti. Com’è stata l’esperienza di vedere due libri venire alla luce, così vicini e al contempo così distanti?

Alice di sogno in sogno, copertina di Giulio Macaione

È stata un’esperienza forte, sia dal punto di vista emotivo e che da quello fisico. Sono libri su cui ho lavorato in gran parte contemporaneamente ed è stato faticoso ma soddisfacente! “Alice di sogno in sogno” , dei due, era quello facile, perché il tipo di storia e di disegno è molto nelle mie corde. E poi è stata Giulia Adragna a colorarlo, quindi avevo meno lavoro e, anzi, il confronto con lei mi era molto d’aiuto. “Stella di mare” mi ha richiesto più sforzi, anche dal punto di vista tecnico.

La pubblicazione è stata una grande emozione, perché “Alice di sogno in sogno” è uscito per l’editore Boom! Studios durante il New York Comic Con, ed era la prima volta che presentavo qualcosa di creato appositamente per il mercato degli Stati Uniti. Incontrare i lettori americani, finire poco dopo nei libri consigliati dalla New York Public Library… è stato tutto molto emozionante.

Com’è nata la storia di Alice? Volevi parlare di quello che succede realmente alla protagonista e hai usato il mondo onirico come strumento, oppure volevi raccontare una storia fantastica e hai trovato un argomento che fosse importante da esplorare attraverso questo genere?

Entrambe le cose. La storia di Alice è nata tanti anni fa. A circa vent’anni, mi ero appena trasferito a Bologna. Avevo fatto questo fumetto, mai pubblicato, in cui una ragazzina indossa un cappello da strega grazie al quale riesce a entrare nei sogni degli altri. Quindi era padrona del suo potere, come una maghetta dei cartoni giapponesi.

Tanti anni dopo, mi trovavo a Cincinnati, che è la città dove la storia è ambientata, e Alice – nella sua nuova versione – è stata il primo personaggio che ho disegnato sulla mia scrivania: un’adolescente di colore. Ho deciso di recuperare l’idea della viaggiatrice di sogni, ma cambiando un elemento per me fondamentale: la padronanza del potere. In questo caso, Alice ne è vittima: non riesce a controllarlo, se dorme vicino a una persona vede i suoi sogni. Questo può essere bellissimo ma anche terribile, perché non vuoi sapere cosa c’è nella testa degli altri, soprattutto se tuo fratello è un adolescente metallaro che guarda solo film horror.

Un elemento che accomuna le tue graphic novel sono le famiglie con un segreto, come abbiamo visto anche in “Basilicò” e in “Stella di mare”. In “Alice di sogno in sogno”, addirittura, entrambe le famiglie protagoniste hanno un segreto nel proprio passato…

Sono un grande fan del Cinema di Almodovar! “Basilicò” è fortemente ispirato ai lavori di questo regista, addirittura la copertina della nuova edizione BAO ricalca la locandina originale di “Dolor y gloria”, con Antonio Banderas. In più io sono siciliano, quindi la fammigghia è stata da sempre un elemento molto sentito per me. Condire le dinamiche familiari con segreti taciuti e incomprensioni rende le storie più appassionanti, sia come scrittore che – spero – come lettore.

Mi è piaciuta molto la figura del consulente scolastico, che riesce a dare dei consigli mirati ai protagonisti e alle loro famiglie. Per tratteggiarlo hai parlato con qualche psicologo o esperto di sogni? 

No, ma avevo le idee chiare sull’incomunicabilità tra adolescenti e adulti. Alice non riesce a parlare del suo segreto con i genitori, questo crea una certa distanza tra loro. D’altro canto, i suoi genitori stanno attraversando un periodo di difficoltà economica – che negli Stati Uniti è uno stigma – e non riescono a parlarne apertamente con i figli, per i quali devono essere un punto di riferimento. Era importante che ci fosse un personaggio adulto, come il consulente scolastico, in grado di aiutare i giovani protagonisti, che fungesse da ponte tra l’adolescenza e l’età adulta.

Spesso nei fumetti per adolescenti un rapporto uomo – donna prende una piega romantica, mentre qui c’è un’amicizia che rimane tale. Hai mai preso in considerazione di far diventare qualcos’altro il legame tra Alice e Jamie o sapevi fin dall’inizio che sarebbe rimasta un’amicizia?

Lo sapevo dall’inizio. In futuro mi piacerebbe fare altre storie su Alice e potrebbero esserci delle gelosie, ma sarebbero sempre all’interno di un rapporto amicale. L’amicizia, in fondo, non è che un’altra forma d’amore. Quella di “Alice di sogno in sogno” doveva essere una storia d’amicizia. Non voglio fare spoiler, ma Alice fa un gesto forte proprio per il suo amico Jamie: volevo che la loro fosse un’amicizia con la “A” maiuscola.

Gli spiriti con sembianze di gatto sono bellissimi, come li hai creati? Ti sei ispirato a Miyazaki?

Sono ispirati al mio gatto, sono identici! Passo le giornate con lui e mentre disegno mi si siede addosso oppure se ne sta dietro la sedia a miagolare per essere accarezzato. È entrato per forza nella storia. Miyazaki è uno dei miei artisti preferiti in assoluto, per cui è possibile che traspaia qualche influenza nel mio lavoro anche se, in questo caso, non era un’ispirazione consapevole.

Abbiamo letto due storie – “Basilicò” e “Stella di mare” – ambientate nella tua isola natale, la Sicilia. Poi sei passato all’America con “Alice di sogno in sogno”, che si svolge a Cincinnati… visto che vivi da anni a Bologna, possiamo aspettarci che sarà lo scenario della tua prossima storia?

Al momento sto lavorando a due storie: ad aprile uscirà per Panini il primo di due volumi di “F***ing Sakura”, una storia ambientata in Giappone, mentre per BAO sto realizzando un libro che si svolgerà in parte a Venezia e in parte in Sicilia che dovrebbe uscire tra un anno. Bologna, invece, la potete trovare nella mio ultimo fumetto auto-prodotto, “Una mattina qualunque”, ma non nascondo che in futuro mi piacerebbe usarla come set per altre storie, perché è la città perfetta da disegnare.

 

Giulio Macaione