Jonathan Hickman, che domani esordisce con il suo attesissimo rilancio degli X-Men e con la miniserie House of X, non poteva mancare a uno dei più importanti incontri di argomento comics del Comic-Con International: Marvel’s Next Big Thing.

 

 

In questa occasione, oltre ad annunciare le sei serie della fase Dawn of X, ha risposto alle domande del pubblico e dei giornalisti presenti.

Ecco con quali risultati:

 

House of X #1, copertina di Pepe Larraz

Negli ultimi dieci o dodici anni sono successe un sacco di cose alla Marvel. Un sacco delle nostre priorità sono cambiate, per quanto riguarda, ad esempio, quali sono e quali erano i titoli su cui puntare. Personalmente ho sempre amato gli X-Men. Sono sempre stati uno dei fumetti che ho letto con passione. Ho sempre voluto tentare di scriverli, anche se non è mai stata una delle priorità, all’epoca. Dovevo scrivere Avengers e poi, come sapete, altre serie ancora.

Per un paio d’anni sono stato assente dalla Marvel. Un giorno mi chiama Dan Buckley e mi dice che gli sarebbe piaciuto che tornassi. Una delle cose di cui parliamo è come fare perché gli X-Men possano tornare quella cosa gigantesca che sono stati per la maggior parte della mia vita. Io gli ho detto quali erano, secondo me, le cose sbagliate, da cambiare o che avevano stancato. Allo stesso modo in cui Brian Michael Bendis ha riposizionato gli Avengers con Vendicatori: Divisi. Qual è la versione mutante di quella storia? Tra poco vedrete cosa abbiamo pensato.

C’erano cose da cambiare? Un sacco. Le abbiamo cambiate? Moltissimo. Ma sempre con la sensazione che siano gli X-Men la cosa davvero importante. La storia darà l’impressione di essere come quelle che leggevamo tanto tempo fa, ma non lo sarà. Sarà qualcosa di totalmente nuovo e credo che questa sia la chiave giusta. C’era una lunga lista di pro e contro e di cose che avremmo voluto fare. Il piano che abbiamo in mente è ampio, esteso e di lunga durata. Crediamo sia interessante il modo in cui si inserisce nel resto dell’Universo Marvel.

“C’erano cose da cambiare? Un sacco. Le abbiamo cambiate? Moltissimo.”Non vi dirò quale sia il messaggio principale che voglio comunicare, perché è un po’ la premessa di quel che stiamo per fare con House of X e Powers of X. Ma, molto in generale, credo che gli X-Men abbiano un ruolo unico all’interno dell’Universo Marvel e che sia fondamentale per loro. Credo che rappresenti il vero argomento della serie. Qualcosa che hanno scritto nel loro stesso DNA. Al suo nucleo, Steve Rogers era un ragazzino scarno che non poteva compiere il proprio dovere ed è stato trasformato. Per gli X-Men vale qualcosa di simile, ma con un’importanza sociale molto più ampia. Non stiamo più nella pelle, ma dovrete aspettare e leggere per sapere. Mi spiace.

Credo che, dopo il ciclo di storie di Grant Morrison e Frank Quitely, abbiamo visto la loro versione degli X-Men e poi le storie hanno virato verso la nostalgia. La versione karaoke degli X-Men. I dischi che mettevamo erano sempre i vecchi dischi. E queste due cose sono state in fortissimo contrasto tra loro. Prima la Marvel vi ha mostrato il lavoro di Grant e poi vi ha detto che no, voleva tornare indietro, a situazioni nostalgiche.

Marauders #1, copertina di Russell Dauterman

Credo che quel che stiamo facendo non sia simile a quel che ha fatto Grant, perché lui aveva di fronte la necessità di diminuire i mutanti per tornare a renderli importanti. Quindi si trovava in una situazione di costrizione piuttosto importante. Noi andremo in una direzione fortemente diversa, ma credo che il codice che abbiamo decriptato ci consentirà di consegnarvi il meglio dei due mondi: da un lato le atmosfere affascinanti di quel che ha raccontato Morrison, dall’altro il sapore delle vecchie trame.

Scrivere gli X-Men è un’esperienza del tutto diversa rispetto a quelle che ho avuto sulle altre testate Marvel, perché questi sono personaggi che conosco alle perfezione. Non sapevo moltissimo sugli Avengers e sui Fantastici Quattro, quando li ho persi in mano. Questa storia è rimasta a cuocere in forno per un sacco di tempo, più di ogni mio altro lavoro Marvel. Il risultato è che mi sa meno di compito, anche se non è una bella parola, e più di divertimento.

La mia preferita tra le serie annunciate? Marauders sarà un fumetto pazzesco e riassume il mondo che stiamo per proporvi in maniera perfetta e unica. Ma anche tutti gli altri sono interessanti. Gerry Duggan, però, ha avuto un vantaggio notevole, perché è stato presente a ogni singola riunione in cui ho proposto questa rivoluzione, quindi ha avuto tempo per rifletterci.

Una delle cose che che più mi piacciono è riportare a galla vecchi titoli. Nomi familiari che vediamo in una versione diversa. Abbiamo pensato a un sacco di testate diverse, a X-Factor e a tante serie mutanti. Questi sono i sei che abbiamo scelto per ora, ma vi accorgerete molto presto che abbiamo intenzione di farlo di nuovo.

 

In chiusura, Hickman ha parlato di un progetto misterioso, del tutto slegato dagli X-Men, di cui non ha rivelato alcun dettaglio.

 

C’è una storia che scriverò, non so quando, ma è un fumetto che probabilmente nessun altro realizzerebbe a parte me. Esiste solo perché io voglio che esista e probabilmente sarà il mio preferito di ogni epoca.

 

 

Fonte: Adventures in Poor Taste