Nonostante i decenni trascorsi e i centinaia di numeri pubblicati, Uncanny X-Men #137 (1980) continua a far parlare di sé e resta il fulcro attorno a cui il sottobosco mutante continua a ruotare. Parliamo, naturalmente, della storia sulla prima “morte” di Jean Grey dopo essersi (apparentemente) trasformata in Fenice Nera.

Sappiamo bene quanto gli sviluppi, la conclusione e le conseguenze di quella saga siano stati travagliati e frutto di ripetuti cambi di rotta: il genocidio compiuto da Marvel Girl nei confronti di una razza aliena spinse l’Editor-in Chief Jim Shooter a pretendere che l’ex eroina pagasse il prezzo finale, e soltanto qualche anno dopo l’escamotage della “sostituzione” tramite un bozzolo nascosto in fondo al mare permise alla rossa di tornare in scena.

 

 

Questa è la storia che conosciamo, ma in una sorta di “What if…?” che farebbe la gioia del compianto Uatu l’Osservatore, un documento tornato in auge di recente rivela che molte altre conclusioni furono prese in considerazione per il finale della Saga di Fenice Nera.

A raccontarlo è John Byrne – all’epoca disegnatore di Uncanny X-Men su testi di Chris Claremont – in una lettera che sarebbe dovuta comparire in appendice alla chiusura dell’arco narrativo, e che non venne mai pubblicata.

In una lunga e dettagliata postfazione, l’autore di Fantastic Four e West Coast Avengers racconta di come il destino di Jean fosse perennemente in bilico sin dal rilancio della Seconda Genesi degli X-Men: dopotutto a vestire il ruolo di figura femminile forte era arrivata Tempesta, i suoi poteri erano visivamente e dinamicamente meno interessanti di quelli degli altri mutanti e raramente veniva considerata il personaggio preferito dai lettori (e persino da vari membri della redazione).

 

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Byrne – Steve [Grant] suggerì di far diventare Fenice una dei cattivi. In quel modo non avrebbe più dovuto trattenere i suoi poteri e ci avrebbe permesso di inserire una vena veramente tragica nella serie: si presentava a noi una marea di possibilità. A Chris l’idea piacque. Con il tempo finì per piacere anche a me, e iniziammo a definire i come e i perché di questa trasformazione. Dopotutto, non poteva semplicemente svegliarsi un bel mattino e decidere di essere una criminale.

In quel periodo, lo scenario di Jason Wyngarde e del Club Infernale stava già prendendo forma. Chris voleva fare qualcosa che coinvolgesse un gruppo di criminali molto decadenti e molto potenti, e aveva ideato il Club Infernale. Gli suggerii l’idea di Mastermind che tentava di sedurre Jean. Chris pensò alla Regina Nera. Quasi simultaneamente, capimmo che questo era l’aggancio che cercavamo. Se Mastermind avesse corrotto Jean facendone la Regina Nera, sarebbe stato logico ottenere un effetto permanente, specialmente se [come poi fu successivamente stabilito – NdR] la Fenice era in realtà una sorta di entità simile ai Grandi Antichi, anziché una semplice manifestazione dei poteri di Jean.

A quel punto i nostri problemi erano finiti, e il risultato è quello che avete appena letto nella serie, giusto? Ah, magari le cose fossero così semplici! Ho perso il conto delle volte in cui abbiamo smantellato e ricostruito la storia. Il Club Infernale funzionava. La Regina Nera funzionava. Da lì in poi, tuttavia…

Be’, Fenice sarebbe stata apparentemente distrutta dagli X-Men, ma in seguito sarebbe tornata al fianco di Magneto.

No, il Professor X avrebbe riportato la mente di Jean a quella di una ragazzina di dieci anni, prima che sviluppasse i suoi poteri come Marvel Girl, affinché la Fenice rimanesse assopita dentro di lei finché non avessero trovato un modo per controllarla; o forse un malaugurato incidente l’avrebbe risvegliata e lei sarebbe tornata, schierata al fianco di Magneto.

No, la Fenice sarebbe stata totalmente distrutta, ma Jean avrebbe fatto misteriosamente ritorno qualche mese dopo, nei panni della coinquilina di Misty Knight, come se niente fosse successo.

Uncanny X-Men #135, di Chris Claremont e John Byrne

No, Fenice sarebbe stata distrutta e Jean sarebbe tornata allo status di Marvel Girl.

No, Jean sarebbe morta. Questo avrebbe portato gli X-Mena a sciogliersi e a formare una nuova squadra, finché una minaccia non avesse riunito quella vecchia.

No, Jean sarebbe morta, e solo Scott avrebbe lasciato gli X-Men, per capire cosa fosse andato storto nella sua vita.

No, Scott e Jean se ne sarebbero andati assieme, si sarebbero sposati e…

Insomma, credo che vi siate fatti un’idea della situazione. Alla fine, nel giro di tre notti, Chris e io smantellammo e ricostruimmo l’intero scenario quattro, no dico, quattro volte! Poi decidemmo di fare entrare in scena Lilandra e la Guardia Imperiale, e il risultato è quello che avete appena letto. Nel prossimo numero, Scott e Jean cercano di raccogliere i pezzi delle loro vite. Quanto al resto degli X-Men? Be’, ricordate cosa aveva detto Sebastian Shaw un paio di numeri fa riguardo alle sentinelle…?

 

Byrne fa riferimento al Progetto Wideawake, introdotto nell’ultima pagina del numero #142. Perché già nel numero #138, dato che prima abbiamo letto l’arco narrativo con Alpha Flight e Giorni di un futuro passato? A quanto pare, entrambe le storie non erano previste a quel punto della lavorazione…

Da notare che secondo le ultime parole della postfazione (“Scott e Jean cercano di raccogliere i pezzi delle loro vite”), lo stesso Byrne era ancora convinto che la rossa sarebbe sopravvissuta alla fine della Saga di Fenice Nera, a testimonianza di quanto la versione definitiva del capitolo finale della saga giunse a ridosso della pubblicazione!

 

Uncanny X-Men: la timeline

 

 

Fonte: Bleeding Cool