Non c’è pace nello spazio esterno dell’Universo Marvel. La polvere delle guerre galattiche di Empyre ha appena fatto in tempo a posarsi, ed ecco che all’orizzonte si profila la minaccia di Knull, il dio dei simbionti, che ha posato l’occhio sulla Terra e che, con le sue brame di conquista e di distruzione, sarà al centro dell’evento invernale King in Black. Due saghe dai temi talmente affini e talmente vicine, temporalmente parlando, che la Casa delle Idee ha deciso di unire con la realizzazione di una storia che facesse da trait d’union.

Ecco quindi nascere il one-shot Web of Venom: Empyre’s End, realizzato dal team creativo composto da Clay McLeod Chapman e Guiu Villanova, che vedrà un gruppo di eroi cosmici affrontare le forze di Knull nel corso della loro inesorabile avanzata verso la terra.

Chapman racconta la genesi e lo sviluppo del progetto con queste parole:

 

Web of Venom: Empyre's End #1, copertina di Guiu Villanova

McLeod Chapman – Tra Empyre e King in Black c’è un vuoto a cui mi piace pensare come un vuoto cosmico, un tratto di spazio esterno in cui i bravi ragazzi della Marvel si sono resi conto che c’era un’opportunità per raccontare una storia. I miei editor mi hanno contattato e mi hanno chiesto se fossi interessato a colmare quel vuoto interstellare con un racconto, e ho colto l’occasione al volo. Non voglio rivelare troppo, ma si è rivelata per me un’opportunità di portare una storia a una conclusione esplosiva e terrificante e di dare il via a un’altra con un botto cosmico. Chi non avrebbe accettato?

Penso a Knull come se fosse stata diagnosticata una malattia letale. La comparsa precoce di Knull è stata avvertita da circa un anno ormai, e i sintomi sono solo peggiorati… e ora, dopo aver finalmente visitato il medico e fatto i raggi X, oh… abbiamo scoperto che ci restano solo pochi mesi da vivere. Anzi, avremmo dovuto fare un controllo molto prima perché, dicono i vecchi simbionti, “Dio sta arrivando…”, e ora è qui e non c’è nessuna chemio fumettistica che estirperà questo flagello dal corpo.

Ovviamente non voglio sembrare irriverente nei confronti delle malattie terminali, ma quando si parla di Knull, spesso penso a lui come a una forma di cancro. Il Re in Nero è una sorta di forza dilagante, un’entità così corrosiva, che consuma letteralmente ogni cosa che incontra sul suo cammino… Si sente inarrestabile.

I personaggi in gioco in questo one-shot provano una devastante sensazione di disperazione quando si rendono conto per la prima volta che sta arrivando e che sono condannati. Poi si mobilitano e reagiscono, ma questo è tutto ciò che possono fare a conti fatti: contrattaccare. Anche quando le probabilità sono contro di loro, combattono. Knull per me è una malattia implacabile che divorerà ogni cellula vivente se (se) glielo permetti. Perché alla fine questo è ciò che va fatto contro una minaccia del genere, giusto? Combattere.

Web of Venom: Empyre's End #1, variant cover di R.B. Silva

Mi ritengo molto fortunato ad avere avuto dalla Marvel il permesso di giocare con così tanti simbionti diversi, come Scream e la Fondazione Vita. Non saranno esattamente al centro della storia, ma ispirandomi alla battuta “I Goonies non pronunciano mai la parola morte“, dirò che è impossibile soggiogare a lungo un buon simbionte.

Mi è stato assegnato un cast particolare di personaggi con cui giocare in questo tie-in, quindi ho l’ho concepito come una storia d’insieme sin dall’inizio. Sapevo che sarebbe stata ambientata in uno scenario cosmico, quindi questi due elementi (un grande gruppo e l’ambientazione nello spazio esterno) hanno scatenato la mia immaginazione in uno scenario alla Ridley Scott. Sono un tale fanatico di Alien che ho sentito che questa sarebbe stata un’opportunità divertente per rendere omaggio a quel film mentre esploravo alcuni temi: la lotta per la sopravvivenza, la volontà di vivere durante i periodi di disperazione, e l’unione di forze diverse per sconfiggere un nemico senza volto.

Quanto alla sfida narrativa e a quello spazio vuoto tra Empyre e King in Black di cui parlavo all’inizio, sapevo di avere una piccola tela narrativa che potevo riempire e fare mia. A e B erano essenzialmente già definiti, quindi ho dovuto soltanto capire quale fosse il modo migliore per collegarli insieme e imprimere il mio personale marchio alla storia. Ne è uscita una storia terrificante. Ma volevo che fosse spaventosa.

In genere preferisco sempre raccontare storie dal taglio intimo e personale… King in Black è un evento enorme, mentre Empyre’s End è un piccolo angolo di questa trama più ampia. Ho avuto modo di concentrarmi su questo particolare momento della storia, uno che in teoria poteva essere ignorato da storie di più ampio respiro, così da raccontare la storia di questo equipaggio predestinato che si trova proprio sul cammino dell’apocalisse.

In conclusione? Meglio divertirsi. Tanto moriremo tutti. Non l’avete saputo? Knull sta arrivando! Quindi facciamo un salto in una galassia in preda al terrore e abituiamoci all’idea che questa è la fine dei tempi.

 

 

Fonte: Newsarama