Non è raro che scrittori e disegnatori di fumetti, una volta raggiunto un certo grado di fama, possano trasformare in realtà i sogni che avevano da appassionati: le case editrici americane di oggi pullulano di vecchi appassionati di Uncanny X-Men Batman che sono riusciti a saltare dall’altro lato della barricata e a raccontare o disegnare le storie degli eroi che li entusiasmavano da piccoli. È, in un certo senso, il percorso fatto da Kieron Gillen con l’imminente miniserie che realizzerà per la Marvel, Warhammer 40.000: Marneus Calgar, coadiuvato dalle matite di Jacen Burrows (Providence).

Non solo la miniserie porterà l’universo ludico di Warhammer sotto l’egida della Casa delle Idee e racconterà i retroscena della vita di uno dei suoi personaggi più celebri, ma costituirà per Gillen un vero e proprio ritorno alle origini. Lo sceneggiatore britannico rivela l’importanza che il mondo di Warhammer ha avuto per lui come giocatore e come narratore in gioventù, e di come ha affrontato la sfida della trasposizione di quel mondo da ambientazione ludica a universo fumettistico:

 

Warhammer 40.000: Marneus Calgar #1, copertina di Jacen Burrows

Gillen – Warhammer è qualcosa che ho scoperto a un certo punto della mia vita e che ho continuato a seguire per tutti gli anni successivi, direttamente o indirettamente. Gli anni che ho dedicato a questo hobby sono più degli anni in cui non lo conoscevo. Scoprii la Games Workshop più o meno in contemporanea con la pubertà. [Ride]

I dettagli di questo mondo, l’impatto che ha avuto su di me e il piacere che ne ho tratto è qualcosa che ricordo molto bene. Ancora oggi dipingo miniature di Warhammer, ci gioco e ne parlo agli amici.

L’ambientazione di Warhammer è massimalista, all’estremo. Spesso la gente dice “Meno è più”. Warhammer afferma il contrario: “Più è più”. È questo il significato della parola “più”. [Ride]

Quello di 40K è un futuro remoto infernale, ma nemmeno questa è una definizione che ne coglie l’essenza. È un universo di gioco dove vige un regime teocratico retto da un Imperatore-Dio che ogni giorno si nutre di migliaia di anime umane per restare in vita e fungere da gigantesco faro. È la sua scala smisurata a renderlo appetibile. Non si tratta dell’horror su piccola scala che vediamo tutti i giorni. Le sue mostruosità sono su scala epica. È questo che dà all’ambientazione la sua carica emotiva. Potrei scrivere un intero saggio sul mondo di Warhammer, ma tutto ruota attorno al concetto di grimdark, “tetro e oscuro”, e su ciò che questo concetto possa significare. È una parola che è entrata nel gergo dei geek e che naturalmente nasce dall’incredibile frase di presentazione: “Nella tetra oscurità del lontano futuro c’è solo guerra…” Questo sì che è copywriting! È una frase di presentazione diabolica. Ti spinge a dire: “Oh! Dimmi di più su questo futuro!”

In breve, si tratta di un universo horror, ma è anche un universo satirico e d’azione. Quelli che prendono Warhammer un po’ troppo sul serio si basano sullo strano assunto secondo cui in quell’universo sarebbero degli Space Marines, quando in realtà è evidente che chiunque di noi che si ritrovasse nell’universo di 40K sarebbe un civile che viene bombardato dall’orbita per sopprimere un’epidemia di rabbia diffusa tra la popolazione umana. È tetro in modo teatrale.

Nel 2003 vendetti la mia prima sceneggiatura a fumetti in assoluto alla Games Workshop, quando pubblicava la sua rivista, Warhammer Monthly. Una delle due strisce che feci per loro era incentrata sui Necron, un impero alieno popolato da guerrieri scheletrici di metallo. Poi, nel 2008, quando i BOOM! ottennero la licenza per i fumetti di Warhammer Fantasy, scrissi una miniserie intitolata Crown of Destruction. Fu il mio primo lavoro su licenza per una casa editrice americana. Fu allora che imparai a scrivere fumetti d’azione e che potei collaudare molte cose che poi utilizzai alla Marvel. Fu allora che imparai certe cose, come l’uso corretto di una splash page. Quindi Warhammer ha fatto parte del mio sviluppo anche a livello professionale.

Ora torno su Warhammer da autore affermato. È strano, a pensarci. Le abilità a mia disposizione sono molto diverse ora. Una parte delle ragioni per cui ho accettato è perché credo che con la Marvel sarò in grado di fare un fumetto di 40K “appropriato”, vale a dire con tutte le abilità e l’esperienza che ho accumulato nel corso degli anni. Se devo fare un fumetto di 40K come autore maturo, voglio che lasci il segno. Un altro motivo è che, come scrittore della prima miniserie nella linea di Warhammer, avrò l’occasione di definire i toni per tutto ciò che verrà poi. E infine avrò l’occasione di presentare il mondo a un sacco di gente. Se mi chiedete come spiegherei l’universo di Warhammer a qualcuno, la risposta è che gli darei da leggere la mia miniserie.

Il mio approccio sarà simile a quello di Batman: Anno uno, che è la storia che passeresti a qualcuno per fargli capire Batman. Per contro, è qualcosa che ogni singolo fan di Batman adorerà. Questo è il mio scopo: fare entrambe le cose. Da questo punto di vista, gli Ultramarines sono essenzialmente gli Space Marines di default di 40K. È storicamente appurato. Se vuoi creare una presentazione del mondo di 40K, prima parti dall’idea centrale e poi mostri le variazioni. Quindi è essenzialmente una questione di editing. Ci serve un background forte, e il nostro background sarà mostrare in che modo Marneus Calgar sia diventato un Marine, come si svolge l’addestramento di un Marine e cosa diventa la sua vita dopo che è diventato un Marine. Questo è il nucleo essenziale della storia. Poi ci sposteremo nel presente, dopo l’ultimo assalto del Caos a Ultramar. Nel presente scopriamo che Guilliman si è svegliato e che Marneus è un Primaris Marine, ma introdurremo i vari elementi dell’ambientazione molto gradualmente.

La figura di Guilliman è molto interessante. In essenza, immaginatevi Capitan America che si risveglia nel mondo di L’uomo nell’alto castello. È una riflessione sull’eroismo in 40K. Anche le figure più eroiche sono intrappolate in un sistema infinitamente più grande di loro, e il bene che fanno può agire solo in certi punti focalizzati. Quindi parliamo di eroismo in un’epoca horror. E questo naturalmente dà origine a tutta una serie di domande: che aspetto ha l’eroismo in un’epoca horror? Che senso ha un valore del genere?

Una delle prime cose che ho detto a Jacen, quando abbiamo cominciato, è che avevamo bisogno di molte persone normali nella serie, perché se avessimo avuto soltanto Space Marines, li avremmo fatti sembrare normali, e i Primaris Marines sono figure alte due metri e mezzo. Quindi per trasmettere in modo adeguato la sensazione di uno Space Marine che entra in una stanza, abbiamo bisogno di persone normali con cui metterlo a confronto.

L’universo di Warhammer è molto vasto, e spero che questo sia solo l’inizio di vari progetti. Quindi ovviamente quella che racconto ora è una storia avventurosa-horror con Marneus che diventa uno Space Marine. Ma è possibile creare serie dalle atmosfere completamente diverse, come per esempio uno scenario in stile S.W.A.T. con una fazione chiamata le Sorelle della Battaglia, o una serie di guerra alla Garth Ennis che segua i soldati umani della Guardia Imperiale [Astra Militarium – NdR]. La Black Library, che pubblica i racconti di Warhammer, ha intere linee dedicate all’horror e al crime, quindi si tratta di un universo vasto che potrebbe permetterci di fare molte cose.

 

 

Fonte: CBR