Il mese scorso Terry Moore ha pubblicato il primo volume di Ever, il suo nuovo fumetto ambientato nello stesso universo narrativo di Rachel Rising, Echo, Motor Girl e Strangers in Paradise.

 

 

L’autore ha raccontato i retroscena della lavorazione e i motivi che lo hanno spinto ad abbandonare la serializzazione mensile.

 

Ever: The Way Out, copertina di Terry Moore

Terry Moore – A causa del Covid ho pensato che sarebbe stato complicato per i negozi scegliere, trasportare e vendere albi mensili durante il lockdown del 2020. Credo di avere ragione. Invece, ho pensato di mettere tutto assieme in un volume, saltando la serializzazione mensile. Così abbiamo saltato tutti quegli albi singoli che le persone avrebbero avuto difficoltà ad acquistare in questo terribile anno.

Non so se questo mi ha aiutato. Penso di aver saltato tutto il divertimento degli albi mensili; mi piace quel formato e pubblicando direttamente in volume non ho avuto nessuna interazione con i fan per un anno. Ho solo realizzato un fumetto e l’ho pubblicato, che piaccia o meno.

Ciò significa che non ho avuto alcuna interazione con i fan per un anno. Ho appena fatto una storia e poi l’ho pubblicata, mi piace o la lascio. E così ho visto i fan solo alla fine dell’anno. Incontrerò i lettori solo a fine anno. Non è così interattivo, è più distaccato e distante. Mi sento come se fossi salito in cima a una montagna, abbia fatto qualcosa e poi l’abbia buttato giù.

Per questo sono stato più presente sui social. Non perché avessi bisogno di attenzioni, ma perché dovevo portare avanti gli affari. Non è possibile ipotizzare di chiudersi a disegnare un fumetto per un anno senza fare nulla. Così, per tenere in piedi un’attività redditizia, abbiamo partecipato a un paio di eventi in diretta e alcune iniziative per il pubblico europeo, cose così. E abbiamo creato il canale YouTube, dove abbiamo trasmesso settimanalmente un programma che i fan potevano guardare, interagendo con noi facendo domande.

Forse è la prima volta in cui non inserisco un personaggio principale di Strangers in Paradise. Per raggiungerli bisogna davvero sfruttare I sei gradi di separazione.

Questa scelta deriva dalla protagonista Ever, è stata l’ispirazione che mi ha spinto a fare tutto. Mi sono reso conto che le sue potenzialità erano così intriganti per me. Da quando ho scritto una storia sui balzi temporali, mi sono chiesto cosa sarebbe successo al personaggio durante il salto. E avevo in mente diverse idee che mi sono portato dietro per anni. Poi finalmente ho creato questa ragazza che è perennemente al confine con i 18 anni, da un sacco di tempo. Questo perché il giorno in cui compirà gli anni, dovrà accettare di fare qualcosa che cambierà tutto. Quindi le forze che vogliono si verifichi questo la tengono al confine con i 18 anni, finché non la convincono.

È strano perché ci sono molti adulti che sono nati nel 2000. Neanche negli anni ’90, ma poco prima o poco dopo l’11 settembre. L’altra sera stavo guardando The Great British Bake Off e due concorrenti erano nati dopo il 1999. Ho pensato “Mio Dio, loro stavano nascendo e io avevo già pubblicato un fumetto”.

Perciò mi viene costantemente ricordata questa prospettiva temporale. Penso che sia ciò che fa sentire vecchie le persone, ne fanno un dramma quando succede per la terza o quarta volta. Questo mi ha aiutato per scrivere personaggi come Cain e Lilith, che erano eterni e cammineranno sulla terra per sempre. Invece di sentirsi potenti, come farebbero invece in un fumetto Marvel, penso siano semplicemente inorriditi dall’intera situazione.

Hanno visto persone andare e venire come zanzare, quindi per loro non significano nulla. È una corsa infinita, affrontano sempre persone che non conoscono, perché si susseguono così rapidamente. Quando scrivo qualcuno come Lilith, mi ricordo che non ha una mentalità normale.

 

Moore ha anche parlato di Serial, la miniserie con protagonista Zoe di Rachel Rising, specificando che non sarà strettamente legata a Ever.

 

Moore – Non ci sarà un collegamento diretto. Serial è una storia diversa a sé stante. Serial è incentrata su Zoe. Tutto è nuovo e le sta succedendo in una nuova cittadina con nuovi personaggi attorno.

Il 2020 mi ha riempito di rabbia e delusione; avevo tutta questa roba dentro che dovevo tirare fuori, come con un esorcismo. Ho avuto molte emozioni oscure, quindi per me è stato stranamente più facile pensare alle storie di Zoe invece che a un fumetto epico. L’arte ha due scopi per me. Uno è l’evasione, l’altro è la terapia. Quindi risolvo molti problemi scrivendo delle storie su di esse. In tempi terribili trovo sia più facile lavorare, mi ci rifugio. Quando le cose vanno male non hai voglia di dedicarti a un passatempo, ma se è qualcosa che ti aiuta ti ci immergi e potrebbe funzionare.

 

 

Fonte: ComicBook.com