Una piccola cittadina di provincia in cui nessuno può morire e da cui nessuno se ne può andare. Ecco l’idea alla base di Stillwater, la serie annunciata da Skybound e Image Comics, scritta da Chip Zdarsky per le matite di Ramon K. Pérez. Atmosfere horror e inquietanti sono obbligatorie per un soggetto del genere e il team creativo, che si riunisce dopo la proficua collaborazione su Marvel Two-in-One, ne ha parlato in questi termini, intervistato da Games Radar.

 

Stillwater #1, copertina di Ramon Pérez

Zdarsky – Ho portato l’idea di Stillwater all’attenzione di Skybound nel 2017. All’epoca non c’era nemmeno la più pallida idea del disegnatore, ma più ne scrivevo le sceneggiature e più vedevo bene Ramon alle matite, motivo per cui è stato la nostra prima scelta e tutti sono felici di averlo a bordo.

PérezGrano rosso sangue è un’ottimo paragone per la serie, l’ho preso a riferimento per il passo narrativo e il racconto per immagini. Stillwater è una città normalissima in superficie, ma pian piano veniamo a contatto con diversi elementi disturbanti, tramite quel che vediamo, il ritmo della storia e i dialoghi. Non volevo strafare con le angolazioni delle inquadrature, ma con l’andare della vicenda ci allontaniamo dalla griglia tradizionale.

Zdarsky – Sono un appassionato delle storie sulle cittadine apparentemente normali. Qualcuno ha citato Twin Peaks, che per me è ovviamente una pietra miliare fondamentale. Stillwater è più apertamente horror, ma ha lo stesso tipo di vibrazione, è lo stesso tipi di cittadina con i suo segreti appena dietro le apparenze.

Credo di aver pianificato male la mia carriera di sceneggiatore e il risultato è che non riesco a immaginare un fan di Chip Zdarsky. Quale lettore passa da Jughead a Daredevil e a Stillwater? Non avrebbe senso, come dicevo in questi giorni a un collega, spiegandogli che a me interessa semplicemente scrivere quello che mi diverte. Il che significa ben poca strategia nel passare da un progetto all’altro.

Come tutti, sono appassionato di molte cose. Non so se conosco qualcuno a cui piace solo un genere narrativo o due. E nemmeno gli autori delle storie di genere restano incollati a uno solo. E così io ho galleggiato in questo mondo facendo tutto quel che mi andava, sperando che qualcuno avrebbe letto. Questo è tutto, sulla mia carriera.

Daniel, il nostro protagonista, ha dei grossi problemi di gestione della rabbia che avranno un ruolo importante nella storia ed è un giovane che non sa ancora cosa vuole dalla vita. Si lascia trascinare in questa situazione, come anche in altre durante la vicenda. Ha problemi con la violenza e si trasferisce in una città in cui nessuno può morire. Sembrava un’idea interessante da approfondire.

Stillwater #2, copertina di Ramon Pérez

Pérez – Ho sempre avuto in mente questo tizio con la miccia corta e a cui non piace sentirsi dare degli ordini. Quindi eccolo che va in una città in cui gli dicono che non può andarsene e che deve seguire delle regole precise.

Zdarsky – Ogni storia che ha a che fare con l’immortalità deve fare i conti con quel che bisogna fare per restare in vita, con le possibilità che realisticamente ci sono di non morire. So che Skybound ha proposto dei paragoni con Gideon Falls e Walking Dead, ma solo perché non sono abbastanza sveglio per proporre da solo delle cose del genere. Non saprei come sintetizzare le svolte e i temi di questa serie e non voglio anticipare troppo. Sarà un’idea molto concisa e concentrata, ma che ben presto diventerà più ampia con il procedere delle trame.

Pérez – Il fatto che nessuno muoia non significa che non si possa soffrire, che non si possa sentire dolore. Immaginate un’immortalità che vi blocca e costringe nel raggio di tre isolati, in cui potete vivere per sempre ma non è che ci sia molto da fare. Sarà molto interessante vedersi consegnare questo dono che però è anche una fregatura, perché non concede libertà di iniziativa.

 

L’artista ha anche parlato di un grande impegno sugli abiti dei protagonisti, che fungono da segno distintivo e personalizzante. Non solo: anche i volti dei personaggi sono differenziati tra loro da dettagli molto precisi. Molti sono bloccati nella cittadina di Stillwater dagli anni Ottanta o Novanta, quindi la moda attraverso i decenni ha avuto un ruolo importante. Pérez ci tiene a fuggire ai luoghi comuni dei comics, che spesso tendono ad appiattirsi su generici tratti femminili e maschili.

 

Stillwater #3, copertina di Ramon Pérez

Zdarsky – I personaggi non invecchiano. Se un bambino lascia la città, allora cambia, ma se torna a casa, ecco che l’effetto riprende. E questo ha aperto strade interessanti sullo sviluppo dei bambini di Stillwater. Che succede se un ragazzino diventa sociopatico a un certo punto, ma poi esce dai confini della cittadina e il suo cervello inizia a svilupparsi normalmente? I bambini avranno un ruolo interessante nella storia.

Il nome Stillwater mi è rimasto appiccicato per un sacco di tempo. Nel 2017, durante una visita ai miei suoceri, ero proprio in cerca di un nome di battesimo per la cittadina della storia. All’epoca ero attestato su Cold Water, che mi piaceva ma mi sembrava anche troppo comune. Ed ecco che mio suocero mi propone Stillwater. Perfetto. Devo dargli il cinquanta percento degli incassi.

Quando stavo progettando il primo ciclo narrativo importante ho pensato a un finale che arrivasse dopo quattro o cinque volumi, ma aperto a ulteriori espansioni. Scrivendo le sceneggiature, mi sono reso conto che tra un albo e l’altro passa un sacco di tempo, perché durante la gestazione ho in qualche modo accelerato gli eventi. Quel che prima intendevo raccontare in dieci numeri accade in sei, circa. Quindi non so quanto potrà durare la serie, ma so che ha un finale aperto e, se alla gente piacerà e mi toccherà scrivere il prossimo The Walking Dead, che sia pure. Accetterò volentieri la maledizione e vivrò per sempre.

 

 

 

Fonte: Games Radar