Continua l’excursus sulla funzione ispiratrice che la saga di Star Wars ha avuto su autori e disegnatori del panorama fumettistico americano. A condividere i ricordi del loro primo incontro con la Forza, dopo Paul Levitz, Brad Meltzer, Robert Venditti, Joe Kelly, Franco Aureliani, Meredith Finch, Tim Seeley e Duncan Rouleau, è ora Al Ewing, autore di New Avengers, The Ultimates e Zombo.

 

Quando hai visto per la prima volta i film? E cosa rappresentano per te?

Purtroppo i film di Star Wars per me non significavano nulla. Non li vidi prima di avere 19 o 20 anni, e lo feci solo perché alcuni amici mi obbligarono. Non ricordo quasi nulla di quei film, se non quei frammenti che si sono insinuati nella mia testa per osmosi culturale. Già, temo di essere uno dei pochi rari casi di questo genere.

Quello che ricordo bene, invece, sono i giocattoli: per me erano davvero importanti da ragazzino. Star Wars rappresentò la mia prima esperienza con le action figures, e fin da piccolissimo ero un esperto di Ewok, con i loro copricapi rimuovibili, e dell’Ammiraglio Ackbar, che aveva una testa fantastica. Anche della Banda della Cantina e di tutti quegli alieni strani.

Tutte le mie conoscenze di Star Wars provengono da quei giocattoli! Sono stupito dal fatto che la spada spaziale rossa di Darth Vader non esca dal suo braccio, che l’alieno tastierista azzurro non sia un personaggio importante e che il suo pianoforte non voli. Non avevo le action figures di Han, Leia o Luke, avevo solo quelle di un anonimo pilota di speeder e lo trovavo assai meno interessante del grosso barbaro suino verde e di R2-D2. Anzi, se qualcuno mi avesse fatto vedere Han e mi avesse detto che era il personaggio più popolare di Star Wars, gli avrei dato del pazzo. E l’Ammiraglio Ackbar, allora?

Quindi la mia conoscenza di Star Wars è completamente retroattiva, innescata dal particolare odore della plastica rigida dei giocattoli per bambini e da alcuni vecchi episodi di Adam and Joe.

Che influenza ebbero su di te come autore?

Non ne ho idea! Forse è il fatto di non essere un appassionato che mi ha influenzato. È una sensazione strana, vedere praticamente ogni singolo professionista e collega del mondo del fumetto perdere la testa per questi film. Devo riconoscere che il trailer del nuovo film sembra fantastico! Sembra un’avventura nello spazio molto divertente, probabilmente finirò per andare a vederlo. Ma per me non ha quella rilevanza viscerale che sembra avere praticamente per chiunque altro e questo mi fa un effetto strano. Mi sento come se provenissi da un universo parallelo.

 

Al Ewing

 

 

Fonte: Newsarama