In genere sono i felini quelli dotati di molte vite, ma anche gli aracnidi non se la passano male. Vale soprattutto per Jessica Drew, alias Spider-Woman, che nel corso dei decenni ha conosciuto varie incarnazioni, cicli, archi narrativi e ripartenze che spesso hanno riscritto la storia dell’eroina da zero, trapiantandola da un genere narrativo all’altro spaziando dal poliziesco al fantascientifico passando per le storie di super eroi più tradizionali.

 

 

Il nuovo ciclo di storie di Spider-Woman è in mano al team creativo composto da Karla Pacheco e Pere Pérez che hanno optato per una narrazione frenetica, surreale e scatenata. Tratti che in parte coincidevano anche con la performance della Pacheco su 2099: Fantastic Four #1, una delle prime esperienze della scrittrice nell’Universo Marvel.

Sulle pagine del sito ufficiale della Casa delle Idee, la Pacheco racconta le sue esperienze passate, il suo arrivo su Spider-Woman e la sua collaborazione con Pérez:

 

2099: Fantastic Four #1

Pacheco – L’intero evento del 2099 è stato molto divertente ed è stata la mia prima opportunità di collaborare a un evento con un gruppo di scrittori fantastici per mettere insieme una storia su vasta scala. Mi avevano chiesto di creare dei FQ nuovi di zecca per questo mondo post-apocalittico e mi sono venute alcune idee… Poi, mentre descrivo le mie idee durante una conferenza in video, mi è venuto da aggiungere anche: “…ma pensavo anche di ucciderli tutti”. Al che tutti gli altri autori hanno iniziato a gridare e ad applaudire, e allora l’ho fatto.

Come molti altri colleghi nel mio settore, scrivo da sempre. Storie strane da bambina, pessime poesie da adolescente e, dopo l’avvento di Internet, blog e saggi tremendi che mi fanno rabbrividire ogni volta che ci penso. In qualche modo sono riuscita a trasformare tutto ciò nella scrittura di commedie e videogiochi per un periodo piuttosto lungo, ma anche se provavo molta ammirazione per tutti i miei amici che scrivevano fumetti, non avevo mai pensato di farlo io stessa, fino a qualche anno fa. Ho scritto un fumetto per caso, “solo per divertimento” e me ne sono innamorata.

C’è qualcosa di incredibile nel lavorare assieme a un artista per mettere insieme le stupide immagini nella mia testa, e soprattutto i fumetti ti offrono molte più opportunità di qualunque altro mezzo. Puoi… puoi fare così tanto con un fumetto. Adoro la narrazione a più strati che ti permette di accennare a cose a future che i lettori vedranno solo fra qualche mese, o forse mai. Adoro la risoluzione dei problemi; lavorare con team diversi e portare un personaggio o un accadimento al punto in cui deve manifestarsi. Mi fa sentire come se fossi Neo in Matrix, ed è una gioia incredibile per me. Mi vengono gli occhi lucidi solo a parlarne.

Spider-Woman #11, variant cover di Junggeun Yoon

Ero in campeggio, in una tenda sulla cima sperduta di una montagna nel bel mezzo del deserto dell’Arizona, e il cellulare funzionava a singhiozzo. In qualche modo riuscii a ricevere un’e-mail che diceva: “Ti va di provare a scrivere una nuova serie di Spider-Woman?” Cambio di scena: Karla che corre attorno a un falò per un’ora. “Sì, certo. Mi sembra interessante”. Poi ho scroccato il wi-fi da una città mineraria per inviare la mia proposta per la serie, ed eccoci qui!

Gli aspetti migliori di un personaggio come Jessica sono la sua intelligenza, il suo umorismo e il suo status di “dura sopravvissuta a una vita di traumi che si prende cura dei suoi cari ma non è sempre brava ad esprimersi”. La parte più difficile, invece, è superare me stessa a ogni pagina. Tra i miei momenti preferiti includo: buttare un gruppo di #@*!%$ adolescenti giù da una barca, fare esplodere elicotteri, prendere a pugni dinosauri e strappare il cuore alle persone, per citarne solo alcuni.

Niente di tutto questo sarebbe stato possibile senza il mio team editoriale. Jake Thomas e Lindsey Cohick fin dall’inizio mi hanno incoraggiato ad alzare la posta e a trasmettere il concetto che “Spider-Woman è un po’ incazzata in questo momento”. Anche Nick Lowe, Shannon Ballesteros e Danny Khazem ci hanno aiutati contribuendo agli archi narrativi successivi. Non voglio fare quella che incensa i suoi capi e questo genere di cose, ma sono stata davvero fortunata a lavorare con queste persone, le ringrazio per avermi hanno permesso di essere una totale idiota. Magari in modo intelligente, spero.

Spider-Woman #11, studi di Pere Pérez

Tuttavia, l’artista Pere Pérez è la parte più importante di questa serie. Non avevamo mai lavorato insieme prima, ma nonostante la mia prima sceneggiatura per lui fosse “Ho bisogno di una festa in barca piena di adolescenti che indossano i costumi di ogni personaggio dell’Universo Marvel”, lui si è dimostrato una persona davvero gentile e adorabile con cui lavorare. Entrambi abbiamo una certa esperienza nelle arti marziali – Pere è un vero maestro! –, e penso che questo si manifesti nelle scene di combattimento che sono incredibilmente nuove e dinamiche.

Pere e io abbiamo sviluppato una specie di strana fusione mentale per le scene d’azione all’inizio della serie, che poi è solo migliorata. Non potrei immaginare un compagno di squadra migliore per questo titolo. È in assoluto la parte migliore di Spider-Woman, sono talmente fortunata che riesco a uscirmene con le idee più stupide (“un gruppo di dinosauri che combatte contro un gruppo di robot?”), e lui le trasforma in pagine straordinarie e innovative. Sono una ragazza molto fortunata.

 

Spider-Woman #11, copertina di Pere Pérez

 

 

Fonte: Marvel