Promethea #1, copertina di J.H. Williams III

Accade spesso che le opere di Alan Moore lascino il segno nella Storia del Fumetto, e altrettanto spesso che ascendano al rango di leggende metropolitane: attorno a esse orbitano racconti, retroscena e curiosità che variano dal divertente al tragico, complice il fatto che la loro lavorazione raramente giunge a compimento indisturbata. Se a questo aggiungiamo i non facili rapporti con le case editrici americane, ne consegue che ogni opera del Bardo di Northampton finisca circondata da un fitto alone di retroscena e rivelazioni che emergono anche a distanza di anni. È il caso di Promethea, uno dei primi titoli lanciati sotto l’etichetta America’s Best Comics nell’ormai lontano 1999, prima che la WildStorm venisse acquisita dalla DC Comics (allontanando ulteriormente lo scrittore dai comics).

L’opera racconta di Sophie Bangs, studentessa al college di una New York futuribile, nonché incarnazione della potente entità nota come Promethea, destinata a portare l’apocalisse. Abbiamo conosciuto a amato questo personaggio nella versione definitiva disegnata da J.H. Williams III (Sandman: Overture); tuttavia, in queste giornate in cui il presente del Fumetto è in stasi e il passato la fa da padrone, Scott Dunbier, all’epoca editor di Promethea, ha svelato che diversi altri artisti – ben tre! – erano stati presi in considerazione prima di Williams per illustrare la serie:

 

Brandon Peterson fu il primo a essere preso in considerazione, avendo già lavorato assieme ad Alan Moore su Glory. Stava per accettare, ma poi si fece indietro per dedicarsi ad alcuni lavori per la Marvel.

Bruce Timm, papà della serie animata di Batman insieme a Paul Dini, fu il secondo a ricevere la proposta. Ci pensò su per alcuni giorni, poi decise di rifiutare e si dedicò alla costruzione dell’Universo DC in versione animata.

Alan Davis, che aveva già lavorato con Moore su tre titoli – D.R. & Quinch, Marvelman (oggi Miracleman) e Captain Britain – fu il terzo nome a essere preso in considerazione. Anche se non sempre le cose erano filate per il verso giusto tra lui e Moore, diede la sua disponibilità con la specifica che era in attesa di una sceneggiatura della Casa delle Idee particolarmente in ritardo. Fissò una scadenza e disse che se non fosse arrivata in giornata, avrebbe lavorato a Promethea. Lo script arrivò in tempo.

 

Questo lasciò la strada libera a J.H. Williams III, che realizzò il fumetto come lo conosciamo oggi, ma Dunbier coglie l’occasione per rivelarci anche un piccolo “What if…?” facendo il nome del quinto disegnatore che sarebbe subentrato qualora anche Williams avesse declinato: P. Craig Russell, noto per le sue collaborazioni con Neil Gaiman, sarebbe stato il successivo in lizza a cimentarsi con la sceneggiatura di Moore.

Anche se è difficile immaginarsi Promethea in una veste diversa da quella che conosciamo, ognuno dei nomi fatti possiede uno stile e una storia ben marcati, ed è stimolante immaginare quali sarebbero potute essere le versioni alternative dell’opera nei rispettivi stili…

 

Promethea, di Alan Moore e J.H. Williams III

 

 

 

Fonte: Bleeding Cool