Il fascino della catastrofe nucleare e del mondo post-apocalittico è un filone longevo e tenace. Proprio come i protagonisti delle sue storie, è duro a morire e trova sempre nuovi modi per reinventarsi o narrare in una veste nuova le vicende archetipiche della fine di un vecchio mondo e dell’inizio di un nuovo. È un fascino a cui ha ceduto anche Steve Skroce, che ha voluto creare il suo mondo post-apocalittico: anziché tenersi sul vago o cimentarsi nella creazione di scenari futuribili irriconoscibili o stravolti, ha puntato dritto al cuore, immaginando gli Stati Uniti d’America sopravvissuti alla catastrofe, nella nuova serie Post Americana, che firma come autore completo per Image Comics.

 

 

Recentemente, Skroce ha rivelato ai lettori la genesi e lo sviluppo del suo progetto:

 

Post Americana #1, copertina di Steve Skroce

Skroce – La Bolla è un super bunker futuristico, costruito all’interno di una montagna scavata in Colorado. È stato progettato per garantire che il ramo esecutivo americano del governo e i suoi cittadini più brillanti sopravvivessero nel caso in cui fosse mai arrivata la fine del mondo. È in possesso delle risorse per ricostruire la civiltà, qualunque sia la calamità; è il terreno di prova in scena per la prossima era dell’uomo.

Il mondo fuori dalle sue mura è in rovina, popolato da bande di nomadi e signori della guerra. Riciclatori che si cibano del cadavere di un mondo scomparso. Il nuovo sedicente presidente degli Stati Uniti e leader delle forze della Bolla ha intenzione di radere al suolo ogni nuovo insediamento sviluppatosi dopo lo sterminio per costruire qualcosa di nuovo dalle ceneri.

Volevo applicare quell’atmosfera distopica in stile Mega-City alle città americane e allo stesso tempo rendere i luoghi di un’America futuribile riconoscibili e plausibili. Ho immaginato che tutto dovesse cadere in rovina, abbattuto da giganteschi terremoti, guerre e malattie. Volevo che la terra desolata americana apparisse vuota e scarsamente popolata come una storia dei tempi antichi o addirittura della preistoria. I colori di Dave Stewart hanno aggiunto un altro strato di splendida decadenza.

Post Americana #1, anteprima 01

Avevo un’idea ben chiara della storia e dei personaggi già da molto tempo. Quando ho iniziato a disegnarla, è stata solo questione di mettere sulla pagina ciò che avevo in mente. Quello che è stato fantastico è vedere le illustrazioni che mi rispediva Dave e scoprire la profondità, la potenza emotiva e drammatica che impartiscono i suoi colori. Lo stesso vale per Steven Finch, che sa come integrare perfettamente i balloon e gli effetti sonori nelle illustrazioni.

L’apparente protagonista, Carolyn, discende da una tribù di uomini di legge e survivalisti statunitensi. Nelle generazioni successive all’apocalisse, il suo popolo ha mantenuto le strade sicure per i viaggiatori innocenti, proteggendole dai briganti e da minacce anche peggiori. Ma tutto questo cambia quando la Bolla invia i suoi droni e i suoi soldati a uccidere sua madre e tutti quelli che ha conosciuto. Ora è l’unica sopravvissuta e si aggira per le terre desolate americane, lavorando come mercenaria, tenendo sempre gli occhi aperti per i “nuovi americani” in cerca della sua vendetta.

Ho seguito un processo creativo molto simile a quello di I Maestri. Mi chiudo da solo in una stanza, scrivo, disegno e revisiono, e alla fine c’è un fumetto. L’unica cosa che ho imparato è che ho davvero bisogno di alternare il tutto con qualche esercizio fisico: fare Fumetto è una professione molto sedentaria.

Post Americana #1, anteprima 02

Non dovendo scrivere per un altro artista, il processo creativo è decisamente più snello. Nel momento in cui disegno le pagine, so già cosa dicono tutti, ma tutto può evolversi ed essere modificato più o meno fino a quando non passerò le pagine a Dave Stewart e a Fonografiks per i colori e il lettering.

Sono un figlio degli anni 80, e la fine del mondo era un argomento quasi quotidiano. Ricordo che vidi un film per la TV intitolato The Day After – Il giorno dopo, una storia orribile sull’umanità che cercava raccogliere i pezzi dopo una guerra nucleare su grande scala tra Stati Uniti e Russia. Mi traumatizzò, ma accese in me anche l’interesse e l’amore per il genere post-apocalittico.

Interceptor – Il guerriero della strada, L’ultima odissea, Fuga da New York, L’ombra dello Scorpione, Thundarr il Barbaro, Kamandi, Blade Runner e La corazzata Yamato sono tutti frammenti di un’America post-atomica. Una versione di questa storia mi ribolliva in testa per decenni. Sicuramente rientra a pieno titolo nel genere post-apocalittico, ma ha anche qualche elemento fantascientifico e un po’ di azione supereroistica, con tanto di colpo di scena.

Nathaniel Hawksworthe, il Presidente degli Stati Uniti post-atomici, appartiene alla prima generazione nata nella Bolla. È cresciuto ossessionato dall’idea dell’eccezionalismo americano. Quando diventa maggiorenne, guida una spedizione nella Zona Contaminata americana per scoprire il paese che ha conosciuto solo nei filmati. Scompare per dieci anni e quando finalmente torna è un uomo diverso. È uno Svengali e fornisce alle persone uno scopo che le loro vite viziate prima non avevano. Annuncia a tutti che ricostruirà l’America e nessuno obietta quando si autoproclama il nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America.

 

 

 

Fonte: Newsarama