Veniamo alla serie regolare, in piena Saga delle Regine Nere. Avete preannunciato che ci saranno morti eccellenti, e che non saranno fini a se stesse, sottolineando che non si risolveranno nel loro essere eclatanti, ma che si approfondiranno le cicatrici che lasceranno. L’epilogo che arriverà a settembre, avete aggiunto, sarà “molto peggio” per quanto concerne l’equilibrio della continuity. Cosa significa?

Vietti – Certamente perderemo alcuni personaggi. Nella mischia della battaglia, tutto può succedere. Come la stessa Storia ci tramanda, un re può cadere, abbattuto da un vile colpo alle spalle: anche nel nostro mondo succede lo stesso. La guerra non risparmierà figure eccellenti. Alla fine è ciò che volevamo fin dall’inizio: raccontare gli effetti, le conseguenze o, per dirla all’americana, l’aftermath.

Enoch – Personaggi importanti ci lasceranno per sempre, e altri cambieranno profondamente dopo questa sconvolgente esperienza. Il mondo che abbiamo conosciuto finora non sarà più lo stesso alla fine della guerra. L’Impero ne uscirà vincitore, ma a un carissimo prezzo, e dovrà pagarne le conseguenze. Cambieranno i rapporti con gli altri popoli, così come cambieranno tra i singoli personaggi. Anche Ian cambierà, e il suo ruolo di scout sarà messo in discussione. Una guerra, un evento così drammatico, non può non avere esiti di pari intensità: è questo ciò che ci interessa raccontare nell’aftermath.

La novità che avete portato al Comicon, “L’Atlante di Dragonero” – probabilmente il primo libro Bonelli a non contenere un fumetto – mostra per la prima volta le terre fuori dall’Erondar: il mondo intero di “Dragonero” da un polo all’altro. Volete forse prepararci a ciò che ci attende dopo la Saga delle Regine Nere?

Vietti – La risposta è sì. Dopo quella delle Regine Nere ci attende una nuova saga, che inter nos chiamiamo con il titolo di lavorazione la Saga dei Regni Meridionali, perché la vicenda sarà ambientata nei deserti di quella zona.

Enoch – Sarà un’escursione al di fuori dell’Erondar, anche se non così ampia. Con l’Atlante abbiamo voluto mostrare il mondo di “Dragonero” nella sua interezza, dal Polo Nord al Polo Sud. Probabilmente non riusciremo mai a raccontare storie che coinvolgano tutte le terre emerse che vedete nelle mappe del libro. Non dimentichiamo poi, che esistono anche i regni sotterranei! Diciamo che, nella sua globalità, questo universo ci offre possibilità narrative pressoché infinite. Chi ha letto il mio romanzo, “Il risveglio del Potente”, potrà ritrovare quei luoghi che lì ho descritto.

La nuova saga sarà composta da sei episodi: per ora avete rivelato solo questo dettaglio. Potete anticiparci se sarà una vicenda tragica quanto quella in corso o giocata su registri diversi?

Enoch – Sarà anche peggio! [ride]

Vietti – Qualcosa di più drammatico, perché sarà una saga improntata non tanto sui luoghi ma sui personaggi. Con la Saga delle Regine Nere state assistendo a un gioco di potere, a una guerra dettata dalla vendetta che coinvolge il mondo conosciuto, e di conseguenza i suoi personaggi.

Con la Saga dei Regni Meridionali ragioneremo al contrario. Partiremo dai personaggi e lavoreremo principalmente su di loro. Le conseguenze sui posti che abitano ci saranno, ma ci interessano in modo secondario.

Il futuro riserva uno sconvolgimento editoriale, lo avete accennato alla scorsa edizione di Lucca Comics parlando addirittura di un reboot. Avete già qualcosa di chiaro in mente?

Vietti – Proprio con la Saga dei Regni Meridionali prepareremo i personaggi allo sconvolgimento di cui parli e che presenteremo a Lucca Comics & Games 2019, tra un anno. Vogliamo ribaltare completamente i modi e i toni narrativi della serie. Crediamo che dopo sei anni, i lettori vogliano qualcosa di nuovo e differente, che continui ad appassionarli. Lo chiamiamo sommariamente “reboot”, ma non lo sarà in senso letterale: non riazzereremo la serie e la continuity, per capirci. Tuttavia, sarà un cambiamento bello tosto che porterà alla ribalta personaggi secondari. Tra i tanti, il Tenente Rooney… e non dico altro!

Enoch – Alcuni semi di questo sconvolgimento sono già presenti nella Saga delle Regine Nere e lo saranno nel suo cosiddetto aftermath. I personaggi subiranno cambiamenti tali da avere ripercussioni a lungo termine. La guerra lascerà strascichi e produrrà effetti radicali che esploderanno nel progetto che pensiamo di mostrarvi tra poco più di un anno.

A fronte di quanto ci avete rivelato, e pensando agli sviluppi futuri, per voi esiste un punto fermo in “Dragonero”? Si tratta di Ian?

Enoch – Ian e il suo gruppo. O meglio, chi si salverà dalla guerra con le Regine Nere. Usciranno ridimensionati dalla saga, ma resteranno coesi.

Vietti – Volendo in qualche modo tranquillizzare i lettori, l’unico che sopravvivrà di certo è Gmor. Sugli altri non possiamo garantire! [ride]

Avete accennato a “Le Cronache dell’Erondar”, un progetto che dovrebbe portare alla ribalta personaggi secondari – o inediti – appartenenti al passato del mondo di “Dragonero”. Saranno storie crude dedicate a figure non per forza positive. Un altro spin-off della serie. Cosa potete aggiungere?

Dragonero 60, anteprima 04

Enoch – Che le prime tre storie sono in produzione. Sono legate, come si diceva, a personaggi e dinastie un tempo gloriosi. Una di esse è incentrata sul popolo dei Nani. Nel presente di “Dragonero”, li conosciamo come minatori, e il loro sindacato è una delle organizzazioni più ricche e potenti, ma in passato erano grandi guerrieri, poi sconfitti e assoggettati dall’Impero, che in segno di magnanimità ha concesso loro il monopolio degli scavi. Anche se i loro eserciti sono stati smantellati, posseggono ancora armi, tenute ben nascoste, e presto ve le mostreremo.

Un altro racconto parla dell’antica casata dei Varliedarti, i Cacciatori di draghi, a cui appartiene lo stesso Ian. Quando quasi tutti i draghi senzienti abbandonarono l’Erondar e quelli rimasti caddero in letargo, questa stirpe di valorosi cavalieri rimase senza il proprio nemico da combattere. Ebbene, vi spiegheremo come dovettero adattarsi a quella nuova, inaspettata condizione.

La terza, che disegnerò proprio io, riguarderà il monaco Borge il Rosso, uno dei protagonisti dell’Atlante, che girò il mondo annotando le terre attraversate nei suoi diari. Essendo molto amante del vino, tuttavia, le sue mappe non furono mai prese veramente in considerazione.

Vietti – Il formato editoriale sarà molto probabilmente quello di “Senzanima”, con 62 pagine a colori. Ogni storia sarà doppia, di 124 pagine, quindi suddivisa in due albi.

Stefano, qui al Comicon, hai dichiarato di essere ufficialmente al lavoro sul terzo romanzo di “Dragonero”, che sarà pubblicato da Bonelli e si riallaccerà al primo. 

Vietti – Sì. Siamo un po’ in ritardo perché negli ultimi due anni siamo stati troppo impegnati con i fumetti, tra la Saga delle Regine Nere sulla serie regolare e l’avvio di “Dragonero Adventures” e “Senzanima”.

Ora, tocca a me, dopo il secondo scritto da Luca, e ho più tempo a disposizione per portarlo a termine. Credo che sarà pronto per il 2019, per il prossimo Salone del Libro di Torino, visto l’impegno di Sergio Bonelli Editore nell’ambito dei romanzi in prosa.

Occorre specificare che quelli lanciati recentemente dalla nostra casa editrice parlano dei suoi personaggi prima che diventino eroi maturi, e sono indirizzati a una fascia di età giovanile, young adult per la precisione. I nostri di “Dragonero”, che dal mio prossimo saranno pubblicati proprio da Bonelli e non più da Mondadori, sono invece opere per una platea decisamente adulta.

Una curiosità relativa all’intero franchise riguarda la facilità con cui dimostrate di sapervi destreggiare al suo interno. Dalla serie regolare ad “Adventures”, fino “Senzanima”, ci sono salti notevoli in fatto di ambientazione, di tono e perfino di fascia di pubblico a cui sono rivolti i vari prodotti. È davvero tutto così semplice e immediato come lo fate sembrare?

Vietti – No, per nulla! Anzi, è complicato. Il fatto di essere in due è di grandissimo aiuto, perché ci editiamo e supervisioniamo a vicenda. Ci conosciamo da tempo e sappiamo ciò che vogliamo, per cui entrambi cogliamo immediatamente l’errore, leggendo il lavoro dell’altro.
Un altro aiuto viene proprio dalla varietà delle proposte di “Dragonero”. Quando prepari “Adventures”, magari ti guardi qualche cartone animato e ti leggi un buon libro per ragazzi. Per “Senzanima”, ti concentri su film e libri incentrati su assedi e guerre medievali. Quest’alternanza di generi così diversi è un’ottima via di fuga dallo stress della ripetitività e ci fornisce l’occasione per proporre sempre cose diverse, che appassionano noi per primi.

Enoch – Sì, non è sempre tutto rose e fiori, come dice Stefano! [ride] L’alternanza c’è in alcuni momenti e meno in altri. Capita di doversi concentrare per lunghi periodi sulla serie regolare, o solo per un qualche specifico spin-off, a seconda di quale team di disegnatori sia libero in quel momento. Oppure di dover lavorare sodo contemporaneamente – come accadrà presto – su due titoli così diversi, come “Adventures” e “Senzanima”.

Ci aiuta tantissimo essere in due: ognuno è l’editor dell’altro, e la tecnologia di oggi, che ha annullato le distanze, è una splendida alleata. Sarebbe stata impossibile una collaborazione del genere vent’anni fa, abitando io a Milano e Stefano a Brescia.

In chiusura, torniamo al concetto primigenio che sta alla base dell’intera saga. Il vostro è un fantasy realistico, con i piedi ben piantati per terra. In passato avete vinto un Premio Micheluzzi proprio qui, a Napoli Comicon, come Miglior fumetto dal tratto realistico. Il progetto è stato pensato così fin dall’inizio?

Enoch – Assolutamente sì. Una delle prime cose – forse proprio la prima – su cui siamo stati subito d’accordo era che la nostra serie sarebbe stata fondata sul realismo. Niente spade gigantesche impossibili da sollevare o magie assurde, come accade, per capirci, in “Warcraft” o in svariati manga. Niente in contrario, sono molto belli e li leggiamo anche noi, ma con “Dragonero” volevamo raccontare altro, e farlo nel modo in cui ci sentiamo più a nostro agio, cioè realisticamente.

Di solito, a fine intervista, chiediamo all’intervistato di consigliare ai lettori di BadComics.it un fumetto che ha letto o che sta leggendo. Io vi chiederei invece se c’è – oltre ai must, come quelli scritti da Tolkien – un’opera fantasy da leggere assolutamente.

Enoch – Riguardo ai fumetti, nessuno può permettersi di non aver letto “Bone”, di Jeff Smith: pena la fustigazione! [ride]

Per quanto riguarda i romanzi in prosa, a parte i classici, come dicevi tu, consiglio l’urban fantasy “Nessundove”, di Neil Gaiman, e il sorprendente Scott Lynch con la sua saga dei Bastardi Galantuomini. Il primo libro, “Gli inganni di Locke Lamora”, l’ho trovato di un’originalità stupefacente.

Vietti – Lui sa già cosa consiglio. [ride] Leggetevi il Conan originale, quello di Robert Howard, perché è un capolavoro assoluto del fantasy, per la potenza narrativa che lo pervade. Va assolutamente letto.

 

Luca Enoch e Stefano Vietti