La Marvel ha scelto Jeffrey Veregge e le sue illustrazioni per la realizzazione delle variant cover e per la collaborazione alla progettazione dell’iniziativa Marvel’s Indigenous Voices, il cui risultato sarà l’albo one-shot omonimo di cui vi abbiamo già parlato in passato, dedicato a personaggi nativi americani della Casa delle Idee e affidato ad autori e artisti che appartengono alla stessa etnia.

 

 

Games Radar ha raggiunto Veregge e gli ha fato qualche domanda sull’importanza di questo progetto e sulla sua natura. Ecco le sue dichiarazioni più interessanti in materia.

 

Veregge – Partecipare a questa operazione mi regala sensazioni incredibili. Non solo perché faccio parte di una pubblicazione storica, ma perché vedere artisti e scrittovi nativi che conosco molto bene di fronte alla possibilità di condividere con tutto il mondo dei comics quel che noi tutti sappiamo da tempo, ovvero che c’è grande talento nel nostro gruppo, è grandioso. Si tratta di ben più che l’occasione di utilizzare le nostre abilità, poiché è l’opportunità di stampare le nostre impronte digitali nel DNA di personaggi nativi della Marvel, di dar loro una voce più autentica perché radicata nelle nostre esperienze e nella nostra cultura.

Marvel's Voices: Indigenous Voices, copertina di Jim Terry

Abbiamo iniziato a parlare di questo progetto con la Marvel un po’ di tempo fa, quando con loro ho collaborato per la mia mostra allo Smithsonian, un paio d’anni fa. Sento che il mio contributo principale sia stato quello di mettere in moto le cose, tramite una conversazione con C.B. Cebulski e vari editor riguardo la possibilità di celebrare il mese dedicato al Retaggio Nativo Americano. Una semplice proposta per una copertina si è trasformata nell’evento che tutto il mondo del Fumetto può vedere oggi.

I temi di questa antologia Marvel’s Voices variano a seconda dei team creativi. Quel che spero sia che essa diventi la rampa di lancio per i lettori e che li stimoli a chiedere sempre più di queste storie e più spazio per i super eroi nativi americani nelle trame dell’Universo Marvel. Mi piacerebbe moltissimo vedere Thunderbird rinascere dalle proprie ceneri. Un ciclo di storie che lo vedesse protagonista assieme a Warpath, Dani Moonstar, Forge e altri personaggi nativi e mutanti, magari intrecciati a un qualche mistico mistero che coinvolga il Reame degli Spiriti, sarebbe fantastico e consentirebbe ai lettori di conoscere meglio la cultura delle tribù e i loro miti.

Il personaggio Marvel su cui vorrei tanto lavorare è Daredevil. Adoro Matt Murdock  costruire qualcosa della sua storia sarebbe davvero splendido. Mi piacerebbe molto anche partecipare a progetti riguardo Star Wars o i Guardiani della Galassia, dato che sono un colossale nerd dello spazio. E chi non vorrebbe disegnare o scrivere Rocket e Groot?

Credo che il personaggio di Demon Rider, o Kushala, sia grandioso, intenso, con una storia delle origini tragica e profondamente radicata nella storia dei nativi americani, di cui non si parla mai abbastanza. Il team creativo dietro la serie che le verrà dedicata l’anno prossimo è davvero fantastico e sta dando vita a una storia che sembra scaturire direttamente da Strange Tales e riesce, contemporaneamente, a fare onore ai popoli che hanno ispirato il personaggio.

 

Marvel's Voices: Indigenous Voices #1, variant cover di Jeffrey Veregge

 

 

 

Fonte: Games Radar