Negli anni più recenti si è parlato spesso di avvicendamento generazionale nell’Universo Marvel, di come gli eroi più vecchi ed esperti passassero il testimone a eroi più giovani ed energici, anche se con meno esperienza. Una delle prime figure di questo filone a essere introdotte fu quella di Greg Willis, meglio noto come Gravity, nato sulle pagine dell’omonima miniserie firmata di Sean McKeever ai testi e Mike Norton ai disegni.

L’ultimo spotlight del sito della Casa delle Idee è dedicato proprio a loro e al personaggio di loro creazione. Così McKeever e Norton ricordano la nascita e la crescita di Gravity:

 

Gravity #1, copertina di Mike NortonMcKeever – Avevo riesaminato i miei anni di formazione nel Midwest, e il fatto abbastanza comune, credo, di entrare nell’età adulta con tutte quelle aspettative che finiscono per essere drammaticamente sbagliate, nel bene e nel male. Al cuore di tutto, per me e per Mike, c’era quello che amavamo degli anni ’80, l’era di Roger Stern su Amazing Spider-Man. Quel meraviglioso equilibrio tra azione, soap opera e spaccato di vita in cui Peter era un single in città che cercava di far quadrare i conti ed essere un super eroe responsabile. Non c’era niente del genere sulla scena in quel momento.

Norton – Gravity è sia una lettera d’amore a quelle idee, sia un tentativo di creare un nuovo personaggio. Gravity eravamo noi: un ragazzo che voleva essere l’eroe che aveva ammirato crescendo. Non credo si fosse mai vista prima una cosa del genere in un fumetto Marvel. Credo che quella fosse anche la forza del personaggio. Non era ancora troppo bravo a fare quello che faceva, ma aveva un potere straordinario.

McKeever – Sapeva poco o nulla su chi fossero i pezzi grossi e su come funzionassero le cose, ed era divertente giocare con le aspettative e farsi quattro risate alle spese del povero Greg. C’è chi l’aveva definito “l’Ultimate Spider-Man dell’Universo Marvel”, ed era un grosso complimento.

Norton – Per me era importante lanciare una versione moderna del paradigma di Spidey a cui Stan Lee e Steve Ditko avevano dato origine. Credo che la storia di Greg, del suo interesse romantico Laurine e perfino del compagno di stanza assuefatto di caffeina, Frog, funzionassero abbastanza e si intrecciassero bene con il punto in cui volevamo portare Greg alla fine della storia.

Beyond #1, copertina di Scott Kolins

McKeever – Una volta, nel 2007, partecipai a una cena con un gruppo di autori di fumetti, e Dwayne McDuffie era seduto accanto a me. Avevo deciso di non toccare l’argomento dell’uccisione di Gravity in Beyond!, poteva essere imbarazzante, ma poi è lo stesso Dwayne a parlarne: racconta a tutto il tavolo la storia di come avesse dovuto uccidere Gravity in un crossover, e che quindi si sentiva in dovere di riportarlo in scena e ne fece uno dei punti da realizzare nel suo ciclo di storie sui Fantastici Quattro. In quel momento mi sentii così toccato dal fatto che Dwayne si fosse affezionato al personaggio.

Norton – Il fatto che Dwayne usasse Gravity mi fece davvero felice. Era la prima volta che avevo visto qualcuno al di fuori di Sean fare qualcosa con un personaggio creato da noi. Sono perfino in possesso di una pagina dei Fantastici Quattro in cui Dwayne lo riporta in vita. È stato un’influenza fantastica.

McKeever – La mia speranza e di veder tornare l’ottimista Greg Willis che tutti conosciamo e amiamo della serie iniziale, solo un po’ più saggio. Nessuno ha ancora colto la palla al balzo per farlo, e a me piacerebbe, un giorno o l’altro. Scommetto piacerebbe anche a Mike.

Norton – Non penso che cambierei nulla della storia originale, anche se forse tenterei di disegnarla meglio. Ho imparato molto e amo il personaggio di Gravity. Credo che abbia ancora molte storie da raccontare.

McKeever – e non abbiamo ancora raccontato le sue vere origini!

 

 

Fonte: Marvel