Seconda parte della chiacchierata di Newsarama con Peter David, per rinverdire i ricordi della creazione di Spider-Man 2099.

Vi abbiamo dato conto dei racconti dello sceneggiatore sulla nascita del costume, della personalità e dei comprimari principali del personaggio. Ecco le altre considerazioni di PAD su quelle storie, che lanciarono l’universo futuribile più noto della storia Marvel.

 

Spider-Man 2099 #7, copertina di Rick Leonardi

David – Spider-Man 2099 #1 vendette un po’ più di un milione di copie. Fu estremamente gratificante, ma non ho mai pensato, nemmeno per un minuto, che fosse dovuto al fatto che fossi io a scriverlo. Nessuno è mai corso a comprare un fumetto perché scritto da Peter David. Fu un evento. Chiunque fosse stato lo sceneggiatore, avrebbe venduto altrettanto, ma fu comunque grandioso godere di tutta quell’attenzione. Anche un po’ preoccupante, perché sapevamo che quel quantitativo di pubblico sarebbe calato. Non c’era alternativa. Non era possibile mantenerlo. Ancora oggi è l’albo che mi capita di autografare più spesso.

Lavorare con Rick Leonardi fu molto stimolante, perché lui è un artista fenomenale e ha sempre avuto delle grandi idee. Molto spesso mi dava qualche dritta che si rivelava di gran lunga migliore di quel che avevo pensato. E non mi dava quasi mai fastidio, anche se ovviamente c’erano dei casi in cui mi faceva delle proposte catastrofiche.

In un numero, in cui Spider-Man 2099 combatteva con Venture, Rick si inventò un’intera sequenza per risolvere la battaglia, molto più spettacolare di quel che avevo immaginato. Aveva a che fare con Spider-Man che usava un treno in arrivo per sbarazzarsi di Venture. Visivamente grandioso. Il problema fu che Rick non me la sottopose prima di disegnarla, altrimenti gli avrei detto che, nel numero di X-Factor di quel mese, c’era una scena molto simile.

Venom 2099

Se gli albi fossero usciti lo stesso mese, i fan avrebbero pensato che riciclavo le mie stesse idee. Era la stessa identica cosa. Quindi andai dal mio editor per avvisarlo che non si poteva fare, e lui andò da Rick a ordinargli di ridisegnare la scena. Joey, il nostro editor, mi tutelò, e Rick dovette rifare tutto, secondo la mia sceneggiatura. Poi però mi sdebitai: un anno e mezzo dopo, quando arrivammo al climax di un’avventura, potei riutilizzare le pagine che aveva realizzato per lo scontro con Venture, seppur con qualche ritocco. Comunque, Rick aveva grandi idee, e dopo quella volta me le sottopose sempre prima di metterle sulla tavola. Io non chiedo altro.

Il numero su cui facemmo incontrare il nostro Spider-Man con quello originale fu divertentissimo. Ne discutevamo da parecchio, di quel crossover, e quando avvenne fu il contrario di quel che la gente si aspettava. I due personaggi non si incontravano fino alla fine della storia, e quando lo facevano parlavano del fatto che probabilmente avrebbero dovuto lottare fra loro, per poi decidere che non era il caso.

 

All’epoca, a vestire i panni dello Spider-Man di Terra-616 era Ben Reilly, il clone di Peter Parker. David era libero di utilizzare l’uno o l’altro, ma gli fu raccomandato di scegliere Ben, perché, secondo gli editor dell’epoca, ci sarebbe stato lui da quel momento in poi nel costume da Ragno. Ben Reilly era dunque lo Spider-Man della Marvel in via definitiva. David non ci credette nemmeno per un minuto, ignorò le indicazioni del suo editor e non sprecò nemmeno una tavola con il personaggio di Ben. Con tutto il rispetto, trovava ridicola l’idea che Peter Parker non tornasse al centro della scena.

 

Spider-Man 2099 meets Spider-Man, copertina di Rick Leonardi

David – La cosa interessante, per me, fu cacciare ognuno dei due nel mondo dell’altro, perché le ambientazioni di entrambi erano davvero molto ricche e tridimensionali. Mi pareva più divertente del solito, banale scontro che poi diventa collaborazione. Farli interagire con il cast di supporto dell’altro mi interessava di più. Ecco perché la scena di Miguel che si sveglia nel letto assieme a Mary Jane e quella in cui si leva la maschera davanti a Jonah Jameson e gli dice che nessuno si ricorda di lui nel futuro. Non c’è cosa peggiore da dire a uno scrittore.

Dovendo introdurre nel mondo di Miguel le versioni 2099 dei nemici di Spider-Man, ho subito pensato all’Avvoltoio. Mi piaceva l’idea di coinvolgerlo, perché effettivamente gli avvoltoi si nutrono di carogne. Se mi avessero lasciato totale autonomia, chissà cosa avrei fatto con il personaggio. Era veramente un tipo fuori di testa, il che mi sembrava perfettamente a tono con l’ambientazione.

Venom 2099, invece, fu creato soprattutto perché gli editor mi fecero pressioni. Non che me l’abbiamo imposto sotto minaccia di essere licenziato. No, nemmeno lontanamente. Ma diciamo che gli interessi in ballo erano parecchi, e mi fu chiaro sin da subito che una mia iniziativa in tal senso sarebbe stata grandemente apprezzata. Ho fatto del mio meglio. Non penso proprio che sia uno dei miei personaggi più riusciti, ma ho fatto quel che potevo con il materiale a disposizione. Della versione di Goblin tendo a dimenticarmi, perché quel che fecero con lui fu veramente orrendo.

 

Un’opinione che fu chiara già allora ai fan, quando uscì 2099: Manifest Destiny. Durante questa storyline, si scoprì che il Goblin del 2099 non era in realtà Gabriel O’Hara, idea di cui David era disgustato, bensì un mutaforma che lo aveva impersonato. Conchata, la madre di Gabe e Miguel, era inoltre tornata in vita. Fu l’occasione, per David, di sbarazzarsi di due decisioni che non gli erano affatto piaciute e che erano state prese nel periodo in cui non era lui a scrivere la serie. In chiusura, David rivela quali sarebbero stati i suoi piani se fosse rimasto alla guida della serie più a lungo.

 

David – Nel progettare il salto in avanti della serie all’anno 2101, pensavo di riprendere la storia con Tyler Stone scomparso e Miguel finalmente alla guida dell’Alchemax. I miei ricordi sono vaghi, ma mi pare che per un certo periodo Spider-Man sarebbe sparito dalle scene, circa due anni. Poi, improvvisamente, ci sarebbero state notizie di sue nuove apparizioni, e Miguel avrebbe dovuto scoprire chi avesse preso il suo posto.

 

2099: Manifest Destiny #1, copertina

 

 

Fonte: Newsarama