Il disegnatore della serie dedicata al Folle Titano parla di Thanos #9, terzo numero a vedere la sua firma accanto a quella dello sceneggiatore Jeff Lemire, dopo i primi numeri illustrati da Mike Deodato Jr. 

German Peralta ha parlato del protagonista, una delle fondamentali nemesi dell’intero cosmo Marvel e personaggio più complesso di quanto molti possano pensare.

 

Thanos #9, anteprima 01Thanos è uno dei miei personaggi preferiti di sempre. L’ho disegnato un sacco di volte per diletto e mi piacciono sia il suo aspetto che la sua personalità. Quando mi hanno detto che avrei lavorato alla sua serie, ho iniziato a pensare a come mettere la mia firma su di lui senza tradire il lavoro svolto da Mike Deodato.

Disegnare un cattivo, per me, è molto diverso che disegnare un eroe. Posso giocare molto di più con le sue espressioni, senza paura di farlo sembrare buffo o grottesco, e vale anche per il linguaggio del corpo. In effetti, credo di essere sempre stato affascinato molto più dai criminali.

Penso da sempre che siano loro a rendere eroico un eroe e, in questo caso, Jeff ha fatto un lavoro eccellente nel delineare la personalità di Thanos, osservandolo da un punto di vista non comune, ma senza perdere mai il senso di chi sia stato e di chi sia ancora oggi. Avere la possibilità di essere parte della sua storia è un vero piacere.

Ciò che lo rende interessante è la dicotomia tra la sua fame di potere e il vuoto interiore. Il primo non è mai abbastanza per riempire il secondo. Trovo interessante il modo in cui convivono dentro di lui ferocia e calma, furiosa potenza e intelligenza assoluta. Potrebbe avere tutto, ma vuole sempre di più ed è disposto a distruggere ogni cosa pur di ottenerlo.

 

La storia vede Thanos dirigersi verso un luogo noto come God Quarry, che Peralta descrive come un posto desolato e dal potere quasi impossibile da sconfiggere, non importa quanto si sia forti e potenti. Per realizzarlo sulla pagina, ha immaginato una voragine senza fine, dove corpi pietrificati sono l’unica cosa che la vista possa cogliere. Un ambiente in cui la speranza non ha patria, nemmeno per un essere della forza di volontà e dell’ambizione di Thanos.

 

Sapevo che questo luogo, nato dalla mente di Jeff, era importante per lui e per la storia, quindi ho cercato di rispettare la sua volontà e la sua ispirazione. Per fortuna, avevamo idee molto simili su come renderlo visivamente. Jeff è un grande sceneggiatore e anche un bravissimo disegnatore. Pertanto può dire la sua su ogni fase del processo creativo con grande competenza, anche se mi lascia enorme libertà di movimento. Nelle sue sceneggiature è sempre tutto molto chiaro. C’è tutto, eppure ti lascia sempre spazio per inventare e fare cambiamenti.

 

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Fonte: Marvel