La serie Punisher, orfana del suo artista titolare Steve Dillon, giunge al numero #14, con il trionfante ritorno di Frank Castle a New York, per le matite di Kris Anka. In una Grande Mela il cui sottobosco criminale si è moltiplicato in sua assenza, Frank non può permettere che continui questo stato di cose. Un blackout di tutta la città da affrontare, un pezzo chiave del suo arsenale da ritrovare.

Il Punitore è sul sentiero di guerra e nessuno è al sicuro, come ha spiegato la sceneggiatrice Becky Cloonan sulle pagine del sito ufficiale della Marvel.

 

Punisher #14, copertina di Declan Shalvey

Frank sarà accolto a casa da un gruppo di criminali che, senza dubbio, ne hanno sentito molto la mancanza. Non fa in tempo a trovare un po’ di pace a casa propria, che scopre che una componente fondamentale del suo arsenale è scomparsa. E da qui prende le mosse la storia che stiamo raccontando. Prima di poter fare qualunque altra cosa, il Punitore deve ritrovare quell’arma.

Ho passato quattordici anni a New York, abitando prima nel Queens e poi a Brooklyn, prima di stabilirmi a Montreal e, infine, in Texas. Anche se siamo cambiate moltissimo, sia io che la città, per me è ancora come una seconda casa. Quindi, a suo modo, questa storia è un ritorno sia per me che per Frank Castle. Essere metaforicamente di nuovo nella metropoli è stato divertentissimo.

Stiamo per vedere Punisher al suo meglio, nel suo territorio elettivo, con l’intera città a propria disposizione. Ci sono nuove sfide da affrontare, di fronte a lui, ma questo non significa che non vedremo apparire volti noti che abbiamo imparato a conoscere durante il suo recente viaggio.

I cattivi sbucano da tutte le parti, come scarafaggi: ne vedi uno e puoi star certo che ce ne siano altri mille che ti aspettano, fuori dalla tua vista. Frank è tenuto impegnato da ogni genere di balordo, dagli adolescenti annoiati ai criminali di carriera, dagli scagnozzi ai rapinatori. Forse persino un serial killer, per non farsi mancare nulla. La Grande Mela non fa fatica a riempire le giornate del Punitore.

Il blackout generale della città sembra essere un vantaggio per i criminali, ma in realtà favorirà il nostro Frank. Del resto, la situazione ottimale per lui è quando i delinquenti pensano di essere in vantaggio, si sentono tranquilli. E, dato che ha distrutto il suo furgone, durante l’ultimo viaggio, ha dovuto trovare un nuovo mezzo di trasporto. Ci sarà da divertirsi.

Una delle cose che amo di Frank è il fatto che non stia tentando di salvare il mondo. Ad essere onesti, non credo nemmeno che voglia salvare la città. Non sente il bisogno di proteggere nulla e nessuno, ma è invece spinto dalla necessità di distruggere. Il suo istinto lo ha portato a dar la caccia ai nemici più a nord e lo ha costretto ad affrontare il suo lato più oscuro. Ora che è tornato, se possibile, è un osso ancora più duro di prima. Il Punitore è come un Jason Voorhees, che però uccide solo i criminali. E questa è la sua gioia.

 

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Fonte: Marvel