La notizia più importante della settimana in casa Marvel e, probabilmente, nel mondo del fumetto americano? La serie di Pantera Nera a firma dell’autore di romanzi e saggi, nonché giornalista, Ta-Nehisi Coates. Ed è da qui che iniziano i consueti commenti settimanali di Axel Alonso, Editor-in-Chief della Casa delle Idee, ospite di Comic Book Resource per la rubrica Axel-In-Charge.

 

Black Panther #1, variant cover 1Mi rendo conto, è un terremoto. Quante volte è successo che una voce della letteratura così importante come Coates si rivelasse anche un grande fan della Marvel? Sapevamo della passione di Ta-Nehisi ed è per questo che Wil Moss gli ha proposto Black Panther. Ma non ci aspettavamo che la sua consapevolezza del personaggio fosse tanto profonda. Per noi è davvero un sogno fatto realtà.

Lui stesso ha preso la cosa come una sfida e si dice intimorito dal compito di diventare un autore di fumetti. Detto questo, quel che ha scritto fin qui, e si parla del soggetto di un intero anno di uscite, è semplicemente fantastico. Ha una grossa storia da raccontare destinata a ricollocare Pantera Nera in una posizione in cui farà grandissime cose nel Marvel Universe.

Il primo arco narrativo si intitola Una nazione sotto i nostri piedi e parla di una sanguinosa rivoluzione in Wakanda che costringerà T’Challa a guardarsi allo specchio, a ridefinire se stesso, quali siano i suoi valori e i suoi metodi, a chiedersi se tutto questo sia sufficiente a salvare la situazione ancora una volta.

Black Panther #1Se pensate che Ta-Nehisi, dato il suo passato e le sue origini, abbia intenzione di scrivere un trattato politico, vi sbagliate. Il suo Pantera Nera sarà un eroe con le palle e un uomo d’azione in pieno stile Marvel. Ma, come molti dei nostri personaggi, avrà anche qualcosa da dire che va al di là di un’avventura divertente.

L’ultimo libro di Coates, che rimane una delle più importanti voci del nostro giornalismo quando si parla di questioni razziali, si intitola “Between the World and Me” e, secondo me, è più una meditazione personale che un vero trattato politico. Si tratta di una raccolta di lettere a suo figlio adolescente ed è uno dei libri più toccanti, profondi e provocatori che abbia letto nella mia vita, meravigliosamente scritto. Va ben oltre l’argomento razziale.

Ragazzi, Pantera Nera è il mio personaggio preferito in assoluto della Marvel sin da quando ero ragazzino. Ricordo di aver provato una vaga delusione quando si levò la maschera per la prima volta e scoprii che non era messicano [ride]. Il fatto che non abbia superpoteri, ma che sia solo un tizio più forte e veloce degli altri, fa parte del suo fascino. Quindi sono felicissimo del fatto che sia sotto i riflettori in questo modo e sotto così tanti punti di vista.

Una soddisfazione l’annuncio stesso di Ta-Nehisi Coates come autore e il fatto che l’accordo con lui sia in realtà chiuso da tempo, anche come rivincita rispetto alle critiche recenti. Non è da molto che la Marvel e Alonso, in quanto suo principale portavoce, sono stati tacciati di una certa ipocrisia per una scarsa diversità razziale tra i ranghi dei creativi. Una voce come quella di Coates, vero e proprio paladino dei diritti civili e della parità, è una risposta più forte di qualunque altra che si aggiunge ai vari Frank Cho, Greg Pak, Natacha Bustos e altri ancora.

Moon Knight #1, copertina di Greg SmallwoodL’intervista è quindi passata alle altre novità della settimana, a partire dal nuovo corso dell’esistenza a fumetti di Moon Knight affidato, come vi abbiamo annunciato poco fa, a Jeff Lemire, Greg Smallwood e Jordie Bellaire.

Sarà qualcosa di nuovo, sarà aria fresca, sarà pazzesco. Se qualcuno ha letto quel che Jeff ha fatto su Occhio di Falco o i suoi fumetti indipendenti e per la Vertigo, sa che il ragazzo è capace di storie davvero bizzarre. E quale personaggio migliore per metterle in scena?

Greg Smallwood è, in breve, uno dei miei disegnatori preferiti, per cui spenderò volentieri l’abusata parola “genio”. Warren Ellis ha rivitalizzato Moon Knight e questo team fantastico lo porterà ancor più lontano.

Silver Surfer rimane invece nelle mani di Dan Slott e Mike Allred, perché se una cosa funziona non serve aggiustarla. A volte a una serie serve un po’ d’olio e a volte soltanto un attimo di respiro. Ed è questo il caso. Secret Wars ha fornito la pausa di cui c’era bisogno e Dan e Mike hanno una grande intesa. Hanno fatto quel che a molti non è riuscito: dar vita a una serie di Silver Surfer che non solo sopravvive, ma cresce.

 

Silver Surfer #1, cover

 

 

Fonte: Comic Book Resources