Al Ewing è uno degli sceneggiatori attualmente più ammirati d’America. Del resto, Immortal Hulk, serie Marvel che scrive per le matite di Joe Bennett, si è rivelata un successo travolgente, che ha davvero messo d’accordo pubblico e critica e registra dati di vendita lusinghieri per l’attuale panorama del mercato dei comics.

Senza dubbio, Ewing ha portato il personaggio di Hulk a uno dei vertici massimi della sua popolarità, tra i lettori. Comics Beat lo ha intervistato durante il New York Comic Con 2019.

Ecco le sue dichiarazioni più succose:

 

Immortal Hulk #4, copertina di Alex Ross

Ewing – Sto benissimo, ma è un sacco di tempo che non dormo una notte intera. Questione di mole di lavoro. Ormai mi sono abituato a dormire quattro o cinque ore per notte. Immagino che sia perché Immortal Hulk è la mia valvola di sfogo per un sacco di pensieri. E non si tratta soltanto di temi horror, ma di parecchi degli interessi che io e Joe condividiamo. Molti degli eventi che riguardano Brian Banner, per esempio, sono colati nella storia direttamente dalla mia vita privata. Ma ora sto bene. L’unico problema è questo debito di sonno che mi mette pensieri strani, a volte.

[…] La storia sa un po’ di Vertigo, ha un sapore un po’ indie. Ci hanno sostanzialmente dato il via libera. Non che avremmo smesso se non fosse andata così, ma il livello di libertà che ci è stato concesso è davvero notevole. Credo sia merito di Wil Moss se Tom Brevoort ci lascia le briglie così sciolte. Ma sono davvero grato della possibilità di scegliere la mia direzione. Gran parte delle prime proposte che presentavo erano basate sull’atmosfera della serie, che volevamo fosse diversa dal resto delle proposte Marvel. Era già tutto lì. Ed è una gioia poterla proporre in storie che rimangono però perfettamente in continuity.

Grant Morrison è un’influenza importante. Credo che la differenza tra la Marvel e la DC, in questo campo, sia che quando Morrison ha avuto in mano Batman ha raccontato le sue storie molto radicali ignorando le Crisi, i reboot e tutti quei meccanismi della DC, trasformando la serie in qualcos’altro, che faceva di ogni avventura del personaggio un capitolo di quella versione della sua vita. Mentre il mio Hulk è comunque un esempio di quel che si fa alla Marvel, perché alla Casa delle Idee non si fanno reboot. Quindi mettere gli eventi in relazione con il passato è una scelta che fa parte della  struttura narrativa. Noi non implichiamo mai che qualcosa non sia mai accaduto. Nemmeno quando vorremmo.

 

Ewing ha parlato delle citazioni che aprono ogni episodio come qualcosa di nato per caso, un’idea introduttiva al primo albo, per evitare un riassunto delle puntate precedenti: invece di dire ai nuovi lettori quali altri fumetti avrebbero dovuto leggere, ha preferito dare un’idea dell’atmosfera di Immortal Hulk tramite una citazione famosa. Da lì è partita l’abitudine di farlo ogni volta. Cercando qualcosa di significativo, ma nel tentativo di non suonare mai pretenzioso.

 

Immortal Hulk #1, copertina di Alex Ross

Ewing – Ci sono state un sacco di spiegazioni, nel corso degli anni, riguardo al fatto che Bruce Banner non sia morto all’esplosione della bomba, così come altre persone sottoposte ai raggi gamma si sono salvate. Sinora, sono sempre stati coinvolti geni mutanti o altre particolarità genetiche. Ma l’idea di tornare all’antica convinzione per cui le radiazioni siano in realtà magia poneva una domanda interessante: cosa accadrebbe se i raggi gamma fossero davvero magici?

No, non stavo leggendo libri di fisica quantistica quando ci ho pensato, ma un sacco di materiale riguardante la Cabala. Diciamo che volevo mettere dei concetti nella storia di Immortal Hulk e poi ho semplicemente seguito il treno dei miei pensieri. Già all’inizio avevamo introdotto la Porta Verde. Ma dove avrebbe condotto? All’inferno. Ma doveva essere un tipo particolare di inferno. E seguendo questa serie di idee abbiamo deciso che avremmo definito la nuova natura dei raggi gamma.

E tutto quel che abbiamo raccontato in merito richiedeva un flashback che spiegasse le stranezze di Brian Banner. Molte delle spiegazioni che leggete ci vengono in mente perché ci servono in quel momento, anche se facciamo finta di averle pianificate da un sacco di tempo. Tuttavia, recentemente ho iniziato a ragionare sugli altri generi di radiazione presenti nell’Universo Marvel, come quelle legate ai raggi cosmici o al ragno radioattivo. Anche quest’ultimo, ad esempio, è stato dichiarato magico a un certo punto. Non volendo pestare i piedi a nessuno dei miei colleghi, mi sono confrontato con Dan Slott sull’argomento, che mi ha dato la sua benedizione. E quindi questo è il concetto di base con cui mi sto divertendo al momento.

Il fatto è che abbiamo sempre dato delle spiegazioni molto scientifiche, a loro modo, delle ragioni per cui le radiazioni finiscono per funzionare un po’ come la magia. E io preferisco spiegazioni più poetiche per questo genere di cose. Ecco perché mi piacerebbe sapere se un ragno magico radioattivo ti morda per caso oppure ti abbia scelto. C’è poesia in questo. Non è solo una spiegazione funzionale di come si comportano i geni mutanti. Credo che dare a Hulk una spiegazione quasi mistica dei suoi poteri, che per definizione sono inspiegabili, non tolga nulla al personaggio, ma aggiunga anzi molto.

 

Una caratteristica di Hulk, per Ewing, è che il personaggio non è mai fisso, non è mai solido, difficilmente prende una forma che mantiene a lungo. Anche se è successo in certi periodi, non è durata. Non quanto succede invece con gli altri eroi Marvel, che si mantengono sostanzialmente fedeli a se stessi nel corso dei decenni. Ogni volta che Hulk salva il mondo o fa qualcosa di buono, si preoccupa di ricordare ai lettori che potrebbe uccidere persone e passanti in qualunque momento, afferma Ewing.

 

Ewing – La nostra storia vuole orbitare attorno a questi concetti, nel senso che vogliamo avvicinarci alle spiegazioni per poi allontanarci di nuovo. I lettori non se ne sono accorti, ma la struttura è questa: parliamo dell’Inferno per tre numeri e poi torniamo al mondo reale, per poi tornare ad avvicinarci ai temi esoterici. Ed è così che continueremo a procedere. Quando arriverà il finale di Immortal Hulk, allora atterreremo su quelle idee in maniera potente, ma nel frattempo vogliamo raccontare il futuro prossimo di Hulk, i suoi effetti sul mondo e viceversa.

Con la saga della Shadow Base, raccontiamo le storie più spionistiche di sempre sul tentativo di abbattere il Gigante di Giada. E questi sono i preliminari dello scontro tra Hulk e il mondo, perché il vero potere più grande del pianeta non è ancora stato scatenato contro di lui. Parlo del capitalismo. Abbiamo visto l’autorità politica, la forza militare. Entrambi hanno fallito. Ma ora sarà il capitalismo a consumare Hulk, o quantomeno proverà a farlo.

 

Immortal Hulk #25, copertina di Alex Ross

 

 

Fonte: Comics Beat