Tra gli ospiti internazionali presenti alla recente edizione di Lucca Comics & Games, presso in gremito stand di saldaPress, abbiamo avuto l’enorme piacere di incontrare Dan Panosian. Dopo aver collaborato con le principali casi editrici del Fumetto americano, l’artista originario di Cleveland ha realizzato per Image Comics/Skybound una miniserie di sei numeri intitolata Slots, di cui ha curato sia i testi che i disegni.

Persona gioviale e magnetica, Panosian ci ha parlato – tra le altre cose – del suo coinvolgimento nella pellicola Logan. Ringraziamo saldaPress e Jacopo Masini per la collaborazione e l’opportunità concessaci.

 

Ciao, Dan, e benvenuto su BadComics.it!
È la tua prima esperienza in Italia? Come stai vivendo un evento come Lucca Comics & Games?

Ciao a tutti, e grazie a voi. Sono stato in Italia varie volte e ho visitato città d’Arte come Venezia e Firenze, ma a Lucca è la mia prima volta. Che posso dirti? C’è un’atmosfera assolutamente fantastica. Un’intera città dedicata agli amanti del Fumetto: una situazione incredibile. Anche negli Stati Uniti abbiamo convention molto grandi, come il San Diego Comic-Con, ma vedere tutti questi lettori e cosplayer che girano per una città interamente dedicata a loro, è qualcosa di indescrivibile.

Grazie all’ottimo lavoro di saldaPress, finalmente possiamo leggere “Slots”, miniserie in cui ti cimenti per la prima volta nei panni di sceneggiatore. Cosa ci puoi raccontare della tua opera?

“Slots” è incentrato su questo personaggio, Stanley Dance, che fondamentalmente è un cattivo ragazzo che mente alla gente, imbroglia e ruba anche alle persone a lui più vicine. Ha fatto delle scelte sbagliate e spesso ha dovuto abbandonare quello a cui più teneva. Inoltre, è un pugile, e in qualche incontro ha messo in gioco ciò che aveva, perdendolo.

“Slots”, dunque, parla di quest’uomo e della sua volontà, nata per motivi che leggerete, di prendersi una seconda possibilità. Gli amici non si fidano di lui e non credono che possa cambiare le cose, salvarli dalla brutta situazione in cui sono finiti. La verità è che Stanley non è una cattiva persona – anzi, ha un cuore d’oro – semplicemente ha delle brutte abitudini che gli fanno perdere tutto, sebbene cerchi di fare sempre del suo meglio.

Come nasce un’opera come “Slots”?

Guardandomi intorno mi sono reso conto che ci sono tante persone come Stanley, gente che ha un animo gentile ma che ha fatto delle scelte sbagliate. Sentono la necessità di rimediare, ma spesso non sanno come. In “Slots” parlo di eroi non nell’accezione tradizionale del termine ma concentrandomi su persone come il protagonista. Eroi veri e propri non ce sono.

Il volume si apre con una dedica a tuo padre. Quanto questa figura ha influenzato la tua opera e, più in generale, la tua carriera?

Mio padre è stato una persona molto importante nella mia vita e ha sicuramente favorito il mio ingresso nel mondo del Fumetto. Era un lettore appassionato e mi ha introdotto in questo fantastico mondo. Inoltre, ha praticato la boxe, altro elemento che ho voluto riproporre in “Slots”. Aveva una grande personalità che mi ha influenzato in tanti aspetti della mia vita. Devo riconoscere che è stato speciale, oltre che una persona divertente.

All’interno di “Slots” possiamo rintracciare le più disparate influenze, provenienti dal Cinema, dalla Letteratura e dai fumetti stessi. Puoi indicarci qualche autore o qualche titolo in particolare che hanno influenzato il tuo lavoro?

Più che dal Cinema, le mie influenze principali provengono dalla Letteratura. Amo tantissimo John Steinbeck ed Ernest Hemingway. In particolare, di Steinbeck amo l’attenzione riposta all’aspetto umano dei personaggi, la grande umanità che trasuda nelle sue opere. Per quanto riguarda la componente cinematografica, amo molto i film americani, soprattutto le storie di gangster.

Nelle mie tavole, ho provato a catturare la stessa fascinazione che ritrovo in alcune pellicole ambientate a Las Vegas. Amo Las Vegas, specialmente Downtown Las Vegas, è un posto speciale, diverso dall’immagine scintillante e ricca di luci a cui siamo abituati. Questa faccia più sporca e malata della città è quella che ho voluto proporre nella mia opera.

Slots #1, anteprima 06

Per la creazione dei tuoi personaggi hai usato qualche persona di tua conoscenza o ti sei lasciato completamente andare?

Tutti i personaggi creati sono stati ispirati da qualcuno che conosco – tra loro c’è anche mia moglie! – o tratti da film che mi hanno colpito in particolar modo. Per il protagonista, Stanley Dance, invece, ho unito più persone, una combinazione di elementi presi da più parti.

Quanto tempo sei stato impegnato sulla realizzazione di “Slots”? Hai incontrato qualche difficoltà nel lavorare da solo?

Se partiamo dal momento in cui abbiamo iniziato a parlare del fumetto a quando poi ho concluso la lavorazione, sono trascorsi circa tre anni. Tieni presente, però, che ho dovuto interrompere il lavoro perché sono stato coinvolto nel film “Logan”, per il quale ho realizzato i fake comic-book che appaiono nella pellicola.

Non ci sono stati particolari problemi legati alla lavorazione della storia, anzi. Uno degli aspetti più divertenti del realizzare “Slots” è stato vedere come i miei personaggi crescessero, affrontassero i problemi e avanzassero in questo incredibile viaggio. È stato impegnativo ma molto gratificante sotto il profilo personale.

Logan X-Men

A questo punto, non posso esimermi dal chiederti del tuo coinvolgimento in “Logan”.

Sono stato sicuramente fortunato, in quanto mi hanno permesso di fare tutto quello che avrei voluto fare, ovvero dei fumetti in cui potevo utilizzare le storie uscite sul finire degli anni ‘80. In pratica, la Marvel non ha concesso l’utilizzo degli albi originali nel film, e quindi 20th Century Fox mi ha commissionato la realizzazione di questi albi.

La cosa più divertente è accaduta in rete, quando in forum in cui si parlava di questi fake comic-book, qualcuno affermava di possederli. Il che è impossibile. È impossibile che qualcuno abbia quegli albi, sono falsi! Ho realizzato dodici cover e ho lavorato a due storie: una disegnata da me e l’altra da Joe Quesada. È stato molto divertente, perché ho voluto ricreare le stesse emozioni che provavo quando da ragazzo leggevo quelle storie e guardavo quelle copertine.

Tornando a un aspetto di cui parlavamo prima, credi che “Slots” possa diventare un film?

Sarebbe davvero bello se questo progetto potesse realizzarsi, anche se, a essere sincero, lo farei a una sola condizione: vorrei che un eventuale adattamento cinematografico raccontasse la seconda parte della storia, ciò che succede dopo il finale del fumetto. Credo che potrebbe risultare più interessante come sviluppo della vicenda.

Parlando dei tuoi progetti futuri, su cosa stai lavorando attualmente?

Sto lavorando su un progetto per Marvel del quale non posso dire nulla, se non che uscirà nel corso del 2019. Riguardo a Image Comics, invece, presto tornerò a lavorare su qualcosa di mio.

Cosa riguarderà la tua nuova opera?

L’idea è quella di realizzare una Rock ‘n’ Roll horror story, o meglio un’horror story Heavy Metal, genere musicale che amo. Sarà ambientata negli anni ’90, densa di thrilling e, aggiungerei, raccapricciante.

 

Dan Panosian e Pasquale Gennarelli