Un divertente e istruttivo incontro quello delle 16 con Lucca Comics & Science, l’iniziativa patrocinata da Andrea Plazzi e dal matematico Roberto Natalini per raccontare il rapporto a volte strettissimo tra la scienza e i fumetti di tutto il mondo. Presenti all’incontro, per parlare ella scienza nel fumetto (e non solo) di zombie, un team creato appositamente per sconfiggere, se ci fosse bisogno, i non-morti a colpi di equazioni e pagine a vignette: Michele Bellone, bioingegnere e bioinformatico, Francesco Cappani, disegnatore live per l’evento, e Andrea Ciccarelli, leader dell’editore SaldaPress che, in quanto licenziatario per l’Italia di The Walking Dead, è un esperto del settore.

Zombie Lucca 1Bellone inizia raccontando come nacquero i racconti sugli zombie e come ci sia un evento scientifico alla base del mito. Ad Haiti, in antichità, stregoni locali somministravano un intruglio che provocava morte apparente ai malcapitati. Sull’isola, per tradizione, i morti non vengono sepolti, ma posati in tombe aperte. I disgraziati, rapiti e drogati, si svegliavano intontiti, uscivano dalla tomba balbettanti e confusi, e gli stregoni avevano buon gioco a convincerli di essere loro servi.

Ciccarelli contribuisce parlando dell’effetto che le storie di zombie hanno invece sull’idea di scienza che abbiamo tutti noi. Ecco, ad esempio, cosa abbiamo imparato sugli scienziati dalla serie Tv di The Walking Dead, grazie a una rapida analisi dei personaggi che incarnano questa professione che ha così grande su una vicenda in cui bisogna scoprire le cause del contagio per affrontarlo al meglio.

Zombie Lucca 2Il Dr. Edwin Jenner, direttore del centro di controllo della malattie di Atlanta, che poco prima dell’esplosione della struttura rivela a Rick, il protagonista che tutti gli umani sono contagiati e destinati a trasformarsi quando moriranno; Hershel Green, il nonno buono che vive alla fattoria di Rick e gli altri. Veterinario che fa anche il medico, cattura gli zombie e fa esperimenti per capire quale sia la loro effettiva natura, in attesa che la scienza trovi una cura; Milton Mamet è l’assistente del governatore, che gli ha chiesto di dare l’impressione alla gente comune che il governo stia lavorando a una cura. Tutti quanti sono accomunati da due caratteristiche: fanno esperimenti piuttosto discutibili e muoriono orribilmente. Apparentemente, quindi, sono piuttosto inutili e l’unico che sembrerebbe avere trovato una cura è Rick. L’insegnamento accademico di TWD? Nel dubbio scientifico, spara in testa a uno zombie.

Simpatico siparietto durante la conferenza, con un gruppo di sanguinolenti non morti, che vedete nelle foto, che ha attaccato il gruppo dei relatori. Impavidi, hanno risposto a colpi di logaritmi e disequazioni, mettendo in fuga gli zombie che, evidentemente, hanno tutti quanti fatto il Liceo Classico.

Bellone ha proseguito spiegando come, in alcuni casi, le storie di zombie siano state utilissime per gli scienziati. Esiste ad esempio opuscolo ironico ma molto serio che cerca di spiegare come comportarsi durante una delle nostre amate apocalissi. Introducendo il concetto di comunicazione del rischio, il matematico Robert Smith ha costruito delle simulazioni matematiche e comportamentali. In casi come epidemie o disastri ambientali e naturali, la comunicazione può salvare vite, ma non sempre la gente se ne accorge. L’apocalisse zombie è un buon esempio per renderne consapevole il pubblico, perché è un modello di rischio molto noto e riconoscibile.

Zombie Lucca 3Matematica, zombie ed epidemie sono interessanti e legati anche nel calcolo dei tempi di incubazione delle malattie. Lo zombie può diventare un paradigma scientifico a tutti gli effetti. Si possono modellizzare infatti le invasioni zombie, basandosi sul comportamento della declinazione più classica di queste orribili creature: quella dei film di Romero, in cui i non-morti sono lenti e contagiosi. La matematica può domandarsi e prevedere in che modi e tempi si passa da umani a zombie, le varibili per cui le creature possono venire eliminate, la velocità del contagio a seconda dell’incubazione del virus e di numero e probabilità di contatti. Inserite nel modello matematico le modalità con cui gli zombie si moltiplicano, restano le possibili soluzioni. Quarantena? Ricerca di una cura? Eliminazione fisica? Tramite una serie di simulazioni numeriche, l’Università di Tor Vergata ha stabilito che, se non si trovasse un modo per impedire la rinascita degli zombie sarebbe impossibile sopravvivere tramite un tentativo di eliminazione di massa; una quarantena funzionerebbe solo se molto veloce, altrimenti gli zombie sarebbero semplicemente troppi e si moltiplicherebbero incontrollati. Se invece si trovasse una forma di cura, lo scenario più probabile è quello di una convivenza tra gli umani e le creature zombie. Ultima possibilità è quella degli attacchi periodici, che combinati alle altre iniziative e a un calcolo preciso delle unità di contagiati e contagianti, porterebbero grandi risultati. Insomma, se volete sopravvivere all’apocalisse zombie, ripassate derivate ed equazioni.