Esiste ancora una sorta di discriminazione razziale all’interno dei fumetti supereroistici americani? I personaggi appartenenti ad altre etnie erano davvero rari fino a non molti anni fa, ma ultimamente la globalizzazione e l’apertura delle grandi case editrici ad autori provenienti da tutto il mondo, ha allargato notevolmente i confini. Resta ancora molto da fare tuttavia, almeno secondo il parere dello scrittore inglese di colore Bobby Joseph, creatore delle testate Skank Magazine e Black Eye (quest’ultima presente al Comics Unmasked: Art and Anarchy in the UK, esposizione ospitata alla British Library e focalizzata sull’influenza dei fumetti del Regno Unito; attualmente è al lavoro sul graphic novel Scotland Yardie

Black Eye

Black Eye

insieme a Joseph Samuels. L’autore ha esternato il suo pensiero in un’intervista rilasciata su London Go (un canale tematico Sky) e riguardante i fumetti scritti da persone di colore con personaggi di colore. Ha parlato di comics in generale ma si è riferito quasi esclusivamente a quelli di supereroi e non è stato certo a sottilizzare su alcuni dei personaggi afroamericani più popolari (come l’attuale Ultimate Spider-Man) o che hanno fatto recentemente parlare di sé, come il nuovo Wally West, apparso nell’ultimo The Flash Annual. Non ha risparmiato stoccate ai responsabili delle serie che hanno lanciato queste figure nel Marvel e DC Universe, rispettivamente Brian Michael Bendis e Robert Venditti. Ecco di seguito l’estratto più saliente della conversazione, riportato dallo stesso Joseph su Bleeding Cool.

[Durante l’intervista] avevo con me mio figlio di dodici anni, Orion, (si, l’ho chiamato come quello di New Gods) e tutti e due abbiamo parlato di fumetti su personaggi di colore in generale. Mio figlio delirava per Miles Morales, lo Spider Man versione Ultimate. Si animava. Si eccitava. Gli piaceva parlare delle cose più straordinarie di Miles Morales. Io sono rimasto tiepido sui personaggi neri prodotti dalle case editrici di mainstream come Marvel e DC Comics.

Miles Morales

Miles Morales

“Ma perché Mr. Joseph?” Potreste chiedermi. Semplice! Sono stufo marcio di questa porcheria che le due major ci danno in pasto. “Ma quale porcheria?” Potreste replicare. Bene, cari miei, è tutta una questione di rappresentazione. “Ma un momento Mr. Joseph!”, mi strillate, “La Marvel e la DC Comics non hanno introdotto i personaggi di colore per compensare le quote nere?” Si. Lo devo ammettere. Hanno incrementato le figure di protagonisti neri. Tuttavia non mi risulta che le case editrici di mainstream stiano accrescendo le loro fila con scrittori di colore!

Dal mio punto di vista i loro personaggi di colore sono tremendamente penalizzati dall’essere scritti esclusivamente da bianchi, perché questi particolari scrittori sembrano seguire i soliti, datati cliché e stereotipi che suppongo possano trovarsi solo ingoiandosi un cofanetto di The Wire, le repliche di Jerry Springer o quando ci si imbatte su BET Channel. “Ma di quali stereotipi si tratta?” Potreste domandare. Oh, ce ne sono parecchi! Ma proprio per voi, ne prenderò in considerazione qualcuno.

Se osservate Miles Morales, suo padre e suo zio erano criminali di professione prima che lui nascesse. Entrambi hanno conosciuto la prigione. Wow. Grazie Bendis. Roba forte! Suppongo che avere dei familiari che siano dottori, infermiere o avvocati sia un tantino incredibile per un fumetto incentrato essenzialmente su neri. Resto in attesa di storie più eccitanti. Magari Miles potrebbe trovarsi un lavoro come spacciatore per guadagnarsi il college (da grandi poteri derivano grandi spinelli?). O magari Miles potrebbe mettere incinta Gwen Stacey? Quindi dovrebbe andare al Maury Show e dichiarare che non è il padre, solo per venire sbugiardato da quei dannati test del DNA. Idea fantastica! Sentitevi pure liberi di mettere in discussione qualunque di questi signor Bendis, se vi va!!

Penso che non me ne possa fregare di meno dei personaggi di colore in un fumetto. Ma questa settimana non riesco proprio a mandar giù il nuovo Wally West afroamericano (il quale aggiungo, era davvero carino come adorabile bamboccio dai capelli rossi). Questo nuovo, giovane Wally West nero è privo di ogni personalità e fascino. Il nuovo Wally West indossa una felpa con cappuccio (come tutti i ragazzini neri fanno, ovviamente) ed è dentro una spirale discendente perché non ha una rete familiare stabile (che palle) su cui contare.

Il nuovo Wally West

Il nuovo Wally West

Il nuovo Wally West nero parla il gergo della strada, dicendo “babbeo” (sono sicuro che l’ultima persona nera ad aver davvero usato questo termine sia stato Mister T negli anni ’80). Ora, il nuovo Wally West è introdotto al mercato massificato dei lettori dal fare graffiti su un muro. Wow! Ma veramente! Sul serio? É il meglio che riesce a fare il signor Venditti? Mi spiace gente. Mi ha rotto così tanto che ho lanciato quel dannato albo contro il muro. E dopo un bel giro in bagno (per un piatto indigesto di pollo stufato e pasta), The Flash Annual finalmente ha avuto un senso per me. Il suo scopo preciso mi si spiegato davanti ed è stato utilizzato nel modo appropriato e nel modo appropriato scaricato.

Che mi crediate o no, non ce l’ho con gli scrittori bianchi che scrivono di personaggi neri. Ce l’ho con personaggi neri scritti coi piedi e con questa nuova bandiera della diversità che le compagnie di fumetti mainstream sventolano quando è il momento di irrobustire i propri dati di vendita facendo completamente a meno di scrittori neri che raccontino le loro storie. In fin dei conti, controllate i fumetti su protagonisti neri ora in commercio. Iron Patriot? Ultimate Spider-Man? Green Lantern Corps (dove il personaggio principale è nero?) Sono tutti scritti da gente bianca. Questo è ingiusto per me. Ci sono scrittori neri di talento là fuori, perché non vengono coinvolti? Allora editori di fumetti? Datevi una mossa! Chiamateli!

Fonte: Bleedingcool