Nel 1977 esce Star Wars, Leo Ortolani ha 10 anni, ma non va al cinema a vederlo nonostante il film lo incuriosisca; legge però una parodia con Braccobaldo sul Corriere dei Piccoli, basandosi sulla quale realizza la sua prima versione a fumetti del celebre lungometraggio di fantascienza.

Quando nel 1980 esce L’Impero Colpisce Ancora, Ortolani si reca per la prima volta al cinema, mentre nel 1983, con l’uscita de Il Ritorno dello Jedi, decide di realizzare una parodia della saga in tre parti, con protagonisti i suoi compagni di classe.

Star Rats edizione 1 Quindici anni dopo, scoprendo per caso che “Star” al contrario si legge “Rats”, l’autore decide che quel palindromo non è casuale, ma un segno del destino che vuole comunicargli che deve realizzare una parodia di Star Wars utilizzando i personaggi di Rat-Man.

Si tratta di un progetto rischioso, visto che la saga fantascientifica è oggetto di culto per milioni di appassionati, ma Ortolani appartiene alla categoria e procede con tranquillità; inizialmente cerca una chiave originale per reinterpretare la trama, com’è solito fare nelle sue riletture a fumetti, ma rendendosi conto che la vicenda sta assumendo toni troppo romantici torna sui suoi passi e decide di seguire in modo più fedele la vicenda originale.

Impegnato con la serie bimestrale di Rat-Man, l’autore ha poco tempo a disposizione, ma riesce a disegnare le tavole di Star Rats in soli 10 giorni, grazie anche alla presenza di alcune gag basate sulla ripetizione di alcune vignette.

Star Rats è la prima parodia ortolaniana che ha per protagonista un personaggio con la maschera di Rat-Man, che però non è il protagonista della lunga saga supereroistica; la storia è infatti ambientata in un altro universo narrativo, come avverrà poi anche per Il Signore dei Ratti e 299+1, ma riprendere graficamente il suo personaggio più famoso è uno stratagemma per attirare l’attenzione dei lettori. La maschera gialla con le orecchie da topo è inserita nella trama con un furbo espediente: si tratta infatti del simbolo che si tramanda un ordine caratterizzato dalla sfortuna e che cerca di emulare i ben più eroici Cavalieri dell’Oroscopo.

Granello è stato cresciuto da Aldo Uan Kebaldo (Arcibaldo), che lo vuole addestrare per sconfiggere Lord Valker; è interessante il rapporto che c’è tra Rat-Man e Valker in questa storia “in costume”, molto simile a quello che poi si scoprirà esserci tra i due anche nella serie principale, con addirittura la creazione dell’Ombra, una forza per certi versi simile al Lato Oscuro… Quanto Star Rats avrà influenzato nella mente di Ortolani gli sviluppi del suo fumetto supereroistico?

Forte del suo esercito di droidi (con un aspetto simile a quello dei robot di Topolino e le Meraviglie del Domani di Floyd Gottfredson) Valker rapisce la principessa Theia (con l’aspetto di Thea, segnale di chi Leo Ortolani considerasse l’amore principale di Rat-Man, tra Thea e Kimmy Belland); Aldo Uan affronta il signore oscuro, ma muore nell’impresa, lasciando solo Granello.

Il giovane si reca così sul pianeta Paludia per essere addestrato dal saggio Jodel, corrispettivo del maestro Yoda di cui è dichiarata la natura di pupazzo, con tanto di burattinaio che lo manovra. Per farsi accompagnare sul pianeta artificiale Oscuria per lo scontro finale con Lord Valker, Granello ha bisogno di un’astronave e per avere un passaggio si reca nella tana di Jarba; nella trovata più riuscita della parodia, Ortolani sfrutta un gioco di parole e trasforma Jabba the Hutt in un gigantesco Barapapà, accerchiato da suoi simili che lo servono.

Star Rats edizione 2Qui il ragazzo rintraccia Brankio Karnissian e Woki, rispettivamente Lando Carlissian e Chewbacca interpretati da Brakko e Svarzeneggher; la presenza di questa coppia esclude un personaggio fondamentale della trilogia come Han Solo, ma per riuscire a condensare tre film in un fumetto di 48 pagine molti elementi e personaggi sono stati accantonati per mancanza di spazio.

Granello, ormai diventato un Cavaliere dell’Oroscopo, raggiunge Lord Valker e dopo aver combattuto il padre, capisce che il vero avversario da sconfiggere è l’Imperatore; riuscirà a batterlo utilizzando il droide Piro Piro, alter-ego di R2D2, utilizzato come bomba che disintegra l’intero pianeta artificiale Oscuria. Prima di morire, Lord Valker si toglie il casco e rivela un forte legame col Rat-Man, visto che il suo vero cranio è dotato di due orecchie da topo.

Granello e Theia invece possono coronare la loro storia d’amore assieme, liberi del rapporto familiare che invece avevano Luke e Leia nei film di George Lucas. Si conclude così la prima parodia fuori serie creata da Leo Ortolani dopo il passaggio dell’autoproduzione alla pubblicazione bimestrale di Panini Comics; ormai il supereroe con le orecchie di ratto è un personaggio dal successo così grande che il suo stesso autore fatica ad accantonarlo per dedicarsi ad altri progetti.

Questo Star Rats, anche se divertente, è privo di quel guizzo che contraddistingue molte parodie dell’autore, forse per la scelta di rimanere più fedele all’opera originale; nonostante ciò, riesce a stuzzicare il lettore affidando le parti principali ai personaggi della serie di Rat-Man, con un processo di casting che sarà utilizzato in modo sempre più fine nelle parodie successive.