STAR WARS – SHADOWS OF THE EMPIRE: EVOLUTION

Miniserie di 5 numeri

Data di pubblicazione: 1998/99

Autore: Steve Perry

Disegnatori: Ron Randall

Colori: Dave Nestelle

Copertine: Duncan Fegredo

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Copertina da Shadows of the Empire Evolution #3

Shadows of the Empire: Evolution è una miniserie annunciata come sequel del celeberrimo SotE originale, per la cui realizzazione la Dark Horse ha voluto ingaggiare Steve Perry in persona, l’autore del romanzo originale e, più generalmente, la mente principale dietro al progetto e alla trama in questione. Dato che Shadows of the Empire non era avaro di questioni lasciate in sospeso e un sequel era ampiamente nell’aria, l’iniziativa è bene accetta ed era, in un certo senso, quasi dovuta. Stavolta, però, non tutto va per il verso giusto.

Innanzi tutto, le coordinate del progetto: mentre lo SotE originale si collocava tra Empire e Jedi, Evolution sposta l’azione a un anno dopo, vale a dire a guerra civile galattica conclusa: Vader e l’Imperatore sono morti e l’Impero è in rotta. E già qui abbiamo qualche problema, perché è difficile parlare di Shadows of the Empire… se non c’è più un Empire a fare ombra! Scherzi a parte, buona parte del fascino del SotE originale consisteva nel coinvolgere i due pezzi grossi dell’Impero e vederli partecipare attivamente alla trama. Anzi, la storia era talmente radicata nella rivalità tra Darth Vader e Xizor che la palese assenza dei due protagonisti per eccellenza mette quasi in discussione l’appartenenza della serie al progetto di Shadows. Che in essenza si riduce ad essere l’ennesima avventura di Luke, Han, Leia e compagni; per la verità nemmeno la peggiore a cui abbiano partecipato, ma la sensazione che si sia tornati a volare a quote più basse è innegabile.

Sul fronte positivo, Evolution colma una delle poche falle che erano imputabili al progetto originale, vale a dire quello di donare un po’ più di spazio e di approfondimento ad alcuni nuovi personaggi introdotti nel crossover multimediale che ne erano usciti un po’ sacrificati, prima tra tutti Guri, la droide replicante assistente di Xizor, che nella storia originale poco faceva se non interloquire con il suo datore di lavoro e apparire in pose provocanti e fascinose. Stavolta c’è spazio per dare a Guri una personalità, una storia e un obiettivo, e il personaggio che ne emerge risulta convincente e interessante. Ancora una volta, inoltre, vale la pena di sottolineare come Perry riesca a “inserire” i nuovi personaggi nel cast di quelli che già conosciamo e amiamo senza snaturare carattere, trama e spirito.

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Copertina da Shadows of the Empire Evolution #5

Meno riuscita è invece l’introduzione della nuova villain, Savan, nipote di Xizor che ambisce a ereditare l’impero criminale dello zio tramite i segreti custoditi nella memoria di Guri. Personaggio sindacale che funge poco più da ostacolo e che riesce a riscuotere ben poco interesse in sé, al punto che forse sarebbe stato più opportuno recuperare lo stesso Xizor in questa veste, visto che gli spunti per rimettere in discussione la sua uscita di scena erano già stati posti alla chiusura del SotE originale.

Piacevole cameo finale, ma decisamente fuori tempo massimo per l’altra new entry di SotE, Dash Rendar, che a sua volta avrebbe avuto un gran bisogno di ulteriore approfondimento e spazio in maniera analoga a Guri, ma che viene tirato in ballo semplicemente per dare una chiusura più “certa” al fato incerto a cui andava incontro nel romanzo originale.

Per concludere, menzione d’onore alle matite di Ron Randall, pulite e lineari ma accattivanti quanto basta da rendere l’avventura piacevole; qualche perplessità in più sulle copertine di Duncan Fegredo, che costella di stelline/esplosioni stilizzate le classiche scene di gruppo per creare un effetto forse originale, ma probabilmente non del tutto appropriato.

Equilibrio della Forza

Lato Chiaro

Il recupero delle trame lasciate in sospeso in Shadows of the Empire è bene accetto, l’approfondimento del personaggio di Guri è doveroso e il cast dei personaggi originali è caratterizzato in modo fedele e gradevole. Un’avventura forse non epocale, ma di tutto rispetto.

Lato Oscuro

L’assenza del trio principale di Shadows (Vader, l’Imperatore e Xizor) mina alla base buona parte del fascino e dell’atmosfera della storia: chi sperava di trovare un nuovo Shadows of the Empire è destinato a rimanere deluso. Tutto ruota attorno alla lotta per il controllo dei rimasugli del sindacato criminale del Sole Nero, ma è un tema adatto a un racconto incidentale e secondario, non alla mirabolante epica a cui il primo Shadows ci aveva abiutato.

Giudizio finale

Lettura piacevole e poco impegnata in compagnia degli eroi di sempre, impegnati in una “quest” che definire marginale è voler essere generosi. Tuttavia, se presa nel suo piccolo concede momenti divertenti e movimentati con onestà, senza sbavature o trovate inverosimili. Lo Shadows of the Empire originale, tuttavia, resta tutta un’altra cosa.

 

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Si ringrazia  lo Star Wars Club Perugia per la collaborazione