Grazie al sostegno di Charlie Brown, Lucy, Sally e gli altri suoi amici, Linus raggiunge quasi il consenso unanime, ma rovina tutto nella conferenza finale citando il Grande Cocomero, rendendosi ridicolo di fronte a tutta la scuola.
A causa di questo scivolone la votazione diventa un testa a testa con il suo concorrente, Russell Anderson; quest’ultimo darà il voto decisivo proprio a Linus, facendolo vincere per 84 a 83, convinto che sarebbe un rappresentante migliore di lui.
Una sottotrama dello special vede Sally in difficoltà col suo armadietto scolastico difettoso: la bambina chiede a Charlie Brown di aiutarla, ma il problema non è lo sportello in sé, bensì che essendo troppo in alto lei non riesce a raggiungerlo. Visto che il fratello non le è di alcun aiuto, Sally decide di sfruttarlo portandolo in classe per il Mostra e Dimostra, mettendo Charlie Brown in grande imbarazzo.
Dopo la sua vittoria alle elezioni studentesche, Linus va nell’ufficio del preside con l’intento di far valere la sua opinione e rispettare le promesse fatte ai suoi elettori, ma si rende presto conto di non aver alcun potere e di dover sottostare a quanto gli viene detto. Sally lo accusa di essere un venduto, come tutti gli altri politici, ma in realtà qualunque ruolo del governo studentesco non può ribaltare quella che è la gerarchia scolastica.
Non sei stato Eletto, Charlie Brown! può vantare la prima apparizione televisiva di Woodstock, dopo l’esordio cinematografico avvenuto in Torna a casa, Snoopy; appare per la prima volta nei cartoni animati anche Joe Falchetto, l’alter ego di Snoopy nei panni di uno studente cool.
Inizialmente lo special si sarebbe dovuto chiamare Sei stato Eletto, Charlie Brown! per sfruttare la tradizione di utilizzare Charlie Brown alla fine del titolo; i produttori però realizzarono che non aveva alcun nesso con gli eventi della vicenda, ma visto che questa obiezione fu fatta all’ultimo minuto, i fotogrammi in cui compariva il titolo erano già stati realizzati. Per risolvere il problema si decise quindi di aggiungere un “not” nel titolo, l’unica soluzione possibile senza dover modificare tutto.
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