Michele Masiero introduce Tiziano Sclavi

Michele Masiero introduce Tiziano Sclavi

Il resoconto del B-Day continua puntando i riflettori su Dylan Dog. Come detto, in questo stesso giorno nel 1986 debuttava in edicola il primo numero del mensile dedicato all’Indagatore dell’Incubo creato da Tiziano Sclavi. Ed è proprio la presenza inaspettata di quest’ultimo la grande sorpresa dell’evento al Blue Note. Introdotto dal redattore capo centrale Michele Masiero, viene presto raggiunto dal direttore editoriale Mauro Marcheselli e soprattutto dal curatore della testata, Roberto Recchioni, che riceve subito da Sclavi la “benedizione papale” per il passaggio delle consegne. Recchioni, visibilmente emozionato ringrazia:

Spero di portare avanti la tradizione senza deludere nessuno. È un onore fare parte di Sergio Bonelli Editore.

Sul palco tutti si augurano che Sclavi torni a scrivere Dylan Dog, prima o poi. In realtà per ora supervisionerà i soggetti, le copertine e le sceneggiature. Roberto Recchioni a sua volta spera che Marcheselli torni a scrivere soggetti per DD e a questo proposito il direttore ha scherzato facendo notare che i soggetti che gli chiede non sono come quelli che gli chiedeva Tiziano Sclavi. Tutti insieme hanno ricordato la figura di Sergio Bonelli, scomparso tre anni fa questo stesso giorno, segnalando una nuova sezione del sito ufficiale a lui dedicata, e sostenendo che quella che si intende fare non è una celebrazione ma un rinnovamento in suo onore. Ad esempio, ogni qual volta nasce un nuovo progetto, dice Marcheselli, alla SBE si chiedono: “cosa ne penserebbe Sergio?”.

Certo che un paio di scherzi glieli abbiamo fatti… e presto gliene faremo un altro.

Parlando dell’attesissimo numero 337, Spazio Profondo (in uscita domani) Marcheselli ha sottolineato quanto sia un albo interlocutorio e che il cosiddetto “nuovo corso” inizierà veramente il mese successivo. Viene poi proiettato un trailer sulla nuova fase di Dylan Dog (realizzato da FISH-EYE Digital Video Creation) che, nelle ore successive è stato poi diffuso in rete e che quindi vi presentiamo qua sotto.

Recchioni, a suo dire, mai si sarebbe immaginato, da lettore, di diventare autore e poi curatore della serie dell’Indagatore dell’Incubo:

Non avrei mai accettato se non fosse stato Tiziano Sclavi a chiedermelo. Si può dire di no a tutti ma non a lui.

La "benedizione papale" di Tiziano Sclavi a Roberto Recchioni

La “benedizione papale” di Tiziano Sclavi a Roberto Recchioni

L’ultimo anno, che Recchioni ha definito “difficile”, è stato fatto un lavoro di “lucidatura”, di messa a punto, tutto per arrivare al numero che sarà nelle edicole domani. Nonostante i volti nuovi che compariranno d’ora in poi (ma rivedremo qualche creazione del curatore), l’innovazione non si raggiunge creando nuovi cattivi, ma tornando a essere imprevedibili ogni mese, come ha spiegato Recchioni:

È un tradire l’originale per restare fedeli. Quando Tiziano scriveva la serie sorprendeva il lettore in ogni numero. Quando si è cercato di psicanalizzare Dylan è sempre andato perso qualcosa. D’ora in poi tutto può accadere.

È stato poi ribadito da Roberto Recchioni che ciò che leggeremo prossiamamente non sarà una fase 2.0, un upgrade del personaggio, semmai un downgrade: si tornerà alle origini di Dylan Dog per riprenderne lo spirito originale e soprattutto per raccontare attraverso di lui il tempo attuale, intercettando lo spirito di oggi, a prescindere dall’uso o meno della tecnologia. Un altro ambizioso intento è quello di inserirsi sulla lunghezza d’onda dell fumetto autoriale italiano, proprio come fece il primo Dylan di Sclavi:

Ho chiesto a tutti di osare… Voglio litigare con gli autori. Voglio che mi mandino soggetti da bocciare perché azzardati. Voglio soggetti “troppo”, non troppo poco.

Un ulteriore cambiamento è l’utilizzo dei cicli tematici. Le storie saranno come sempre autoconclusive ma se lette nell’insieme risulteranno parte di uno storyarc ben preciso. Si parta con il numero 338 di Paola Barbato e Bruno Brindisi sarà quello in cui Bloch va in pensione, accomodandosi nella sua casa di campagna. In questo modo non uscirà realmente dalla serie ma, al contrario, verrà riportato al centro delle trame. Recchioni ci tiene a ribadire questo punto:

Per me è uno dei personaggi più belli della serie ma mi sembrava che negli ultimi anni fosse diventato un mezzo per fare ottenere a Dylan qualcosa ad ogni apparizione, dopo di che esauriva il suo compito. È diventato un mero strumento narrativo e voglio renderlo libero per rilanciarlo.

Le novità che Bonelli ha portato al B-Day

Le novità che Bonelli ha portato al B-Day

La storia sarà una commedia nera com’è nello stile della Barbato mentre il numero successivo, il 339, di Gigi Simeoni e Giampiero Casertano, introdurrà il sostituto di Bloch: l’ispettore Carpenter, un personaggio positivo ma che considera Dylan Dog un ciarlatano e in virtù di questo, ha raccontato Recchioni, verrà meno un altro deus ex machina della serie, il distintivo. Il suo braccio destro sarà Ranya (contraltare di Carpenter, un personaggio più morbido). Il nuovo vero cattivo è invece John Ghost, futura nemesi dell’Indagatore dell’Incubo. Perché il ciclo di Xabaras è davvero finito, per sempre, come deciso dallo stesso Tiziano Sclavi.

E ora parliamo di come saranno gestite le diverse pubblicazioni, ognuna delle quali avrà una sua natura specifica: le avventure di Bloch verranno raccontate su base annuale, all’interno de L’Almanacco della Paura: ogni anno Dylan andrà a trovare l’ex ispettore in campagna e fungerà da “spalla”, perché sarà Bloch il vero protagonista di queste strane avventure. Dylan Dog: Old Boy sarà la nuova incarnazione del vecchio Dylan Dog Maxi: presenterà come sempre tre storie ma saranno ambientate agli esordi del personaggio, nel 1986; sarà quindi un DD cristallizzato che verrà gestito, in questa operazione di ricerca, da un mix di autori vecchi e nuovi. Invece la pubblicazione annuale denominata Dylan Dog Speciale, d’ora in poi si concentrerà sull’ampliamento dell’universo zombie ideato da Alessandro Bilotta. Secondo Recchioni quello è un mondo che merita di essere esplorato, e ricorda, la colpa di questa apocalisse è tutta di Dylan dato che non ebbe la forza di uccidere il paziente zero dell’infezione: Groucho. Dulcis in fundo, il Dylan Dog Color Fest continuerà a fare quello che ha sempre fatto, ossia sondare il panorama autoriale italiano e quei disegnatori dallo stile troppo particolare per apparire sulla serie classica.