È ora di incrociare le spade: il crossover X of Swords è partito proprio in questi giorni negli Stati Uniti con il primo speciale, X of Swords: Creation #1, dove si respira aria di magia, di ritorni da un antico passato e di grandi sconvolgimenti. Il tutto orchestrato dal demiurgo mutante Jonathan Hickman e da Tini Howard, sceneggiatrice di Excalibur e ideatrice del progetto. Alle matite, un altro caposaldo dell’era mutante di Dawn of X, Pepe Larraz, che con loro dà il via alle prime tumultuose vicende.

X of Swords è tanto ambizioso quanto complesso, e tra gli ostacoli che ha dovuto superare c’è stato il rinvio dovuto al Covid-19, che l’ha spostato in fascia autunnale. Manovra che in realtà ha permesso la ristrutturazione della storia, ampliata fino a raggiungere ben ventidue capitoli.

Giunti alla linea di partenza, la Howard presenta il frutto corale delle fatiche degli autori parlando di civiltà mutante, di Apocalisse, di magia e di tarocchi:

 

X of Swords: Creation #1, variant cover di Miguel Mercado

Howard – Stavamo facendo brainstorming, scambiandoci idee, personaggi, ritmi della storia e luoghi, e presto è diventato chiaro che questa idea che stavamo costruendo, di cui Jonathan aveva già posto le fondamenta, sarebbe diventata la base del primo crossover di ‘Dawn of X’, e che era in sintonia con quello che stavo facendo. Così Jonathan mi ha invitato a collaborare e a scrivere il crossover assieme a lui, cosa che è stata molto emozionante per me. Quindi, ovviamente, ho detto di sì, e ora si comincia a parlarne!

Avevamo pianificato tutto prima che il Covid cambiasse l’intero panorama. Sapevamo che c’era la possibilità che le cose si mettessero molto male per il settore, ma abbiamo proseguito a testa bassa, in un certo senso abbiamo difeso il territorio: questo è il Fumetto, questo è ciò che facciamo, e lo amiamo.

In realtà poi ci siamo resi conto che se l’evento veniva posticipato a una data successiva, doveva essere qualcosa di un po’ diverso, andava espanso, e per fortuna le idee tra noi non mancano. Ma non si trattava tanto di “Dobbiamo ingrandirlo”, quanto di “Possiamo farlo grande quanto vogliamo”. E avevamo tutti delle cose in più da aggiungere. Avevamo passato così tanto tempo a fare brainstorming che avevamo fissato molti elementi che costituiscono il nucleo tematico dell’evento, elementi che forse non sarebbero emersi se avessimo dovuto lavorare su meno parti. Per me, quella che abbiamo adesso è la storia com’era stata concepita per essere raccontata: lo spazio extra ci consente di offrire non solo grandi momenti epici e d’azione, ma anche alcuni momenti importanti di approfondimento dei personaggi.

X of Swords: Creation #1, variant cover di Pepe Larraz

Penso che i tarocchi e i fumetti funzionino molto bene insieme, in quanto elementi visivi che guidano il potenziale narrativo di una storia. Quanto al Dieci di spade, be’, i Dieci simboleggiano sempre un finale. Non so quanta dimestichezza abbiate con i tarocchi: ci sono quattro semi, e ogni carta è numerata, un po’ come le carte da gioco regolari, e il Dieci è l’ultima carta di ogni seme. Di solito simboleggiano il culmine di un’idea, qualcosa che sta per terminare.

I mutanti sono stati sottoposti a questa brusca inversione di tendenza: prima erano attivamente cacciati e riuscivano a malapena a sopravvivere (e non certo a sviluppare una loro cultura), ad avere la loro isola e una loro società da costruire. Ma quasi tutte società, dal punto di vista antropologico, attraversano un lungo periodo in cui costruiscono una loro cultura, una loro storia e tutto quello che ne consegue. I mutanti non hanno mai potuto farlo. Sono passati dalla fuga dall’estinzione e dalla persecuzione a qualcosa come “ecco il vostro regno”. Ma Apocalisse pensa che ci sia ancora molto lavoro da fare, un’eredità culturale mutante e un bagaglio di tradizioni da costruire… tra cui il concetto di magia.

X of Swords: Creation #1, variant cover di Russell Dauterman

Antropologicamente e culturalmente, la magia è espressione di saggezza, delle idee che fioriscono durante lo sviluppo di una società. Quindi Apocalisse sta giocando con l’idea di fondare una tradizione magica mutante. Si parla di cosa sia veramente la magia, di cosa possa fare e a cosa serva. Concetti complessi, che affrontiamo proprio all’inizio. Apocalisse propone questa idea di magia mutante, spiega cosa significa per lui, e come ha intenzione di praticarla. E la cosa sembra vagamente minacciosa. Ma ciò che sta facendo è il frutto di semi piantati molto tempo fa, da House of X, Powers of X e Marvel Comics #1000: entreranno in gioco molti elementi che erano stati prefigurati in quelle storie.

Molti personaggi sono in movimento all’interno di Krakoa. Buona parte del divertimento consiste nel vedere i personaggi agire come comandanti militari, membri del consiglio, re, resurrezionisti… tutto questo genere di cose. Ci sono molti ruoli da scoprire in Krakoa, e altri che invece sono analoghi a cose già esistenti. Il governo e le figure di autorità sono cose che i mutanti già conoscono, ma ci sono anche dei ruoli che nel mondo degli umani non esistono.

Quello che i fan troveranno più sorprendente, credo, è scoprire quanto facciamo sul serio. Noi lettori di fumetti siamo spesso disillusi nei confronti della permanenza di qualunque cosa, del significato di qualunque cosa, o dell’incisività di una storia. Ma al momento tutti amiamo quello che stiamo facendo e avanziamo a tutta velocità. Difficile dire di più senza rovinare la sorpresa… ma credo che i lettori resteranno scioccati dalla portata di questa storia. Molte cose, grandi e piccole, cambieranno nelle vite di questi personaggi… per sempre.

 

X of Swords Creation #1, immagine promozionale di Pepe Larraz

 

 

Fonte: Newsarama