Sina Grace è stato a lungo lo sceneggiatore delle gesta di Uomo Ghiaccio, decisamente uno dei personaggi maggiormente prominenti della Marvel, tra quelli non cisessuali. Sul proprio blog, Grace ha recentemente raccontato una storia che ha a che fare con il suo periodo di collaborazione con la Casa delle Idee e con l’atteggiamento della compagnia verso la diversità. Secondo lo sceneggiatore, la Marvel non farebbe granché per colmare il divario tra gli autori affermati e quelli appartenenti alle categorie marginalizzate, cui lui appartiene in quanto gay.

 

Iceman #3, copertina di J. Scott Campbell

Sina Grace – Più o meno nel 2018, mi fu chiesto da un editor di un’altra casa editrice, di scrivere una proposta per una storia di Spider-Man per tutte le età, per cui avevano i diritti. Considerando che avevo visto C.B. Cebulski avere un attacco isterico a una festa, quando un altro scrittore gli aveva detto che era stato corteggiato per fare la stessa cosa con gli Avengers, chiesi a quell’editor di assicurarsi al cento percento che alla Marvel andasse bene che io mi occupassi della cosa. Lui ottenne l’approvazione e io scritti un gran bel soggetto che piacque molto e doveva essere il prossimo arco narrativo sulla serie.

Per coloro che non lo sanno, quando non sei un grande nome, hai grandi difficoltà a proporre idee per i personaggi più importanti. Dato il mio amore di antica data per Spider-Man, non ebbi grandi difficoltà a mettere giù qualche idea e a sviluppare quella che piacque maggiormente al mio editor. Ma è comunque lavoro. Detto questo, ero molto felice del risultato e del fatto che avrei potuto lavorare a qualcosa che c’entrava con la Marvel per qualche altro mese, in modo da far pubblicità alla mia abilità di scrittore e scacciare il preconcetto secondo cui mi avevano assunto solo per dimostrare apertura verso la diversità.

 

Poco tempo dopo, però, l’editor informa Grace del fatto che la Marvel aveva deciso di non permettergli di lavorare al progetto e che avrebbe preferito continuasse a concentrarsi su Uomo Ghiaccio. Questo, nonostante lo sceneggiatore avesse già consegnato le sue ultime storie per Iceman. Grace a quel punto contatta la Casa delle Idee per avere spiegazioni.

 

Sina Grace – Mi dissero che volevano che a occuparsi di storie per tutte le età fossero solo autori con esperienza in quel campo, perché il formato è diverso e ci sono regole differenti rispetto a storie a fumetti tradizionali. Io dissi che avevo lavorato a storie di quel genere, per Simon and Schuster, a una serie Image Comics per studenti delle medie, a storie brevi per Boom! Studios. E poi avevo fatto da editor alle storie per tutte le età di Robert Kirkman.

 

Argomenti ritenuti insufficienti. Il suo lavoro non fu approvato, non gli fu fornito alcun incarico sostitutivo, quello svolto non fu pagato. Gli autori che sarebbero stati scelti per portare a termine la storia non avevano all’epoca alcuna esperienza su pubblicazioni per tutte le età.

 

Sina Grace – Detesto trovarmi nuovamente nella posizione di mettere la Marvel davanti alle proprie responsabilità e sbugiardarla, perché io non credo che ne scaturirà qualcosa di positivo e so che  quel che ho fatto sarà comunque ridotto alla definizione di “lamentele nei confronti della Marvel Comics da parte di un autore semi-attraente e queer”. Ma storie come questa vanno prese in considerazione, quando ci si chiede se la Marvel abbia realmente fatto qualcosa di significativo per non limitarsi ad assumere più autori appartenenti alle minoranze, ma per promuovere un ambiente in cui il loro valore sia riconosciuto.

 

 

Fonte: CBR