Non si spengono, negli Stati Uniti, le discussioni e le polemiche riguardanti comportamenti reprensibili in ambito sessuale e relazionale. Tocca a Jason Latour, creatore del personaggio di Spider-Gwen, oggi nota come Ghost Spider, finire nei guai. La Marvel, a quanto pare, non ha intenzione di collaborare con lui, dopo che l’autore è stato accusato di molestie nel giugno scorso.

A puntare il dito sul fumettista del North Carolina è stata l’illustratrice Lauren Tracey, che ha rivelato di aver subito inappropriate profferte sessuali da parte di Latour nel 2017, durante il Tought Bubble Festival. L’artista avrebbe chiesto ripetutamente e con insistenza alla Tracey di raggiungerlo nella sua stana. Altre colleghe avrebbero confermato il suo comportamento, tra cui Hannah Blimenreich e Tess Fowler.

Non ci sono tuttavia soltanto rivelazioni e conseguenze, sul piatto, bensì anche riflessioni sul tema. In particolare, è una delle voci più influenti tra le donne del Fumetto americano a parlare del tema, nonché una delle sceneggiatrici più riconoscibili e di talento dell’ultimo decennio. Kelly Sue DeConnick è infatti intervenuta sulle pagine dell’Hollywood Reporter, per dire la propria in merito ai casi che sono venuti alla luce e alla dinamica che pare instaurarsi, in queste occasioni, tra chi vorrebbe entrare nel mondo dei comics come professionista e le figure in qualche modo di potere che possono traghettare giovani aspiranti verso le occasioni di successo.

 

DeConnick – Quando i nuovi talenti entrano nel nostro mondo, sono fatti entrare da coloro che già ci lavorano dentro. Non esiste una via d’accesso tradizionale. Quindi, i nuovi entrano sempre grazie all’opera di coloro che possono aprirti le porte. Un sacco di queste persone d potere sono assolutamente adorabili, ma ci dev’essere un altro modo per iniziare a lavorare.

 

Secondo la DeConnick, pertanto, è l’attuale sistema di accoglienza e reclutamento di giovani talenti a rendere possibile le dinamiche di grooming e di molestia nel mondo dei comics. Una possibile soluzione potrebbe essere quella di riformare il sistema di reclutamento da parte degli editori, in modo che professionisti e professioniste del settore utilizzassero in maniera diffusa degli agenti per trovare lavoro. Qualcuno, insomma, che sia preposto a tutelarne gli interessi e a non esporre gli aspiranti ai capricci delle persone in posizione di potere. Un meccanismo non dissimile da quello che vige nel mondo del cinema, che secondo la sceneggiatrice innescherebbe dinamiche più chiare e mediate.

Senza essere la panacea di ogni male, ci viene da commentare, dato che sappiamo bene quanto proprio il mondo del cinema sia stato teatro, negli ultimi anni, di scandali non troppo distanti, e per certi versi più gravi, da quelli che stanno interessando il Fumetto.

 

 

Fonte: CBR | CBR