Riportiamo di seguito quanto esternato da Kirkman, chiedendoci se ci sarà una replica da parte della Marvel e soprattutto del convitato di pietra, Joe Quesada, apparentemente al centro delle principali dispute con lui:
Kirkman – C’erano molte restrizioni. Avevo un ottimo rapporto con Tom Brevoort, penso che sia un editor fantastico, mi piaceva molto lavorare con lui. Ma io e Joe Quesada non andavamo d’accordo. C’erano molte cose di cui mi dava la colpa e in cui io non c’entravo. Tentavo di spiegarmi: “Non era questo che volevo dire, di che stai parlando?”, e lui si infuriava ulteriormente.
Arrivammo al punto in cui non pubblicizzavano più alcune delle mie serie. Dato che alcune erano di fascia inferiore e c’è un certo budget per il marketing, ha senso promuovere le serie che porteranno introiti rispetto a quelle che ne porteranno meno.
E qui passiamo a un altro punto: ero completamente realistico riguardo alla mia posizione (o alla mia mancanza di posizione) alla Marvel durante la mia permanenza. A volte organizzavo personalmente delle interviste per promuovere le mie serie, e la cosa li faceva impazzire. Dovevo avere il loro permesso prima di partecipare a un’intervista. “Volete che mi limiti a fare queste serie ma non a tentare di venderle? Non capisco”. Il punto è che ero un autore indipendente che era andato a lavorare per la Image, e la Image è un ambiente molto libero. Per chi vuole pubblicare il proprio materiale, la Image è il posto migliore dove andare, ti permettono di fare tutto. E così mi ero presentato alla Marvel dicendo: “So fare tutte queste cose, sono disposto a gestire queste cose, sono pronto a dare una mano”. Ma la cosa non era gradita.
Durante la pianificazione di un evento Ultimate chiesi: “Sarà un evento incentrato sugli X-Men, su Spider-Man o su cosa? Lo chiedo perché ho questa grossa storia su Nighcrawler a cui sto lavorando e cercherò di non farla toccare dall’evento, se poi sarà raccolto nei volumi di Spider-Man”. Era una domanda molto lineare, credo.
Joe Quesada mi scrisse una mail dicendomi qualcosa del tipo: “Perché non ti preoccupi della storia prima di preoccuparti delle tue royalties sugli X-Men? A chi importa dove viene raccolta una serie e chi riceverà le royalties su quella serie? Perché non pensi a scrivere e basta? Cosa c’è che non va in te?”.
La mia risposta fu, non credo che dissi così, ma fu una cosa del tipo: “Con voi stron*i guadagno degli spiccioli. Al momento faccio soldi a palate con Invincible e The Walking Dead, le mie raccolte vanno alla grande. Qui alla Marvel lavoro per una manciata di dollari, mi trattano da schifo e mi urlano contro tutto il tempo solo perché cerco di mettere un po’ di cura in più nelle serie”. Quindi a conti fatti si trattava essenzialmente di questo: credo che non gli piacesse il fatto che non avevo bisogno di loro, e questo era un problema costante.
Fonte: Comic Book
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