Il debutto della nuova serie di X-Factor, affidata a Leah Williams e alle matite di David Baldeon, è finalmente giunto. Negli Stati Uniti, il primo numero arriva sugli scaffali questa settimana e la sceneggiatrice si è trovata a rispondere alle domande in merito di Adventures in Poor Taste. Ecco cos’abbiamo scoperto dalle sue dichiarazioni riguardo l’ultima arrivata tra le serie mutanti dell’epoca Hickman. A partire dalle principali influenze sulla storia, che si preannuncia dalle atmosfere decisamente noir.

 

X-Factor #4, copertina di Ivan Shavrin

Williams – Ho preso eguale ispirazione da opere di genere noir e da altre di realismo magico. Credo che uno scenario da detective posto nell’ambiente di Krakoa conduca a entrambi questi sapori e li troverete entrambi in X-Factor.

Polaris e Magneto dovranno scoprirsi a vicenda. Nessuno dei due ha mai avuto la possibilità di esplorare la relazione con l’altro come faranno nella storia, nei ruoli individuali di padre e figlia. Affrontare questo rapporto è senza dubbio una delle più importanti opportunità di creare trame della serie, dovute alla presenza di Polaris.

Rachel Summers entrerà in sintonia con lei e con Northstar all’istante, ma ci vorrà un po’ di tempo perché anche gli altri le si avvicinino. Tutti saranno rispettosi, ma anche spaventati da lei. Persino Daken. Eye-Boy pensa che sia la persona più grandiosa che abbia mai incontrato e la ammira moltissimo.

Quel che Northstar ha vissuto durante Age of X-Man influenza pesantemente il modo in cui scrivo il suo personaggio. Per lui è stato un momento traumatico, come per tutti gli altri, ovviamente. Jean-Paul è un uomo gay che è stato condizionato mentalmente affinché servisse nella polizia segreta di Nate Grey. Gli hanno fatto credere che sua sorella fosse morta, che suo marito Kyle non fosse mai esistito e hanno cancellato del tutto la sua identità sessuale. Conseguenza non prevista del ricondizionamento mentale subito nell’utopia priva di amore di Nate è il fatto che i personaggi queer siano tornati a una condizione precedente al coming out.

Jean-Paul è un personaggio da sempre critico nei confronti dell’autorità ed è molto orgoglioso della propria identità di omosessuale e mutante, quindi uscire dalla realtà di Age of X-Man ha avuto delle implicazioni molto nette sul suo stato emotivo. Lo troviamo arrabbiato, traumatizzato. Lui è sempre stato un sovversivo dello stato delle cose, che fa un sacco di domande, che istiga. La missione di X-Factor, andare in cerca dei mutanti dispersi, è quindi un ruolo che gli calza a pennello, in questo momento. Nella storia vedremo anche Kyle, con un ruolo che va ben oltre quello di marito di Northstar. Il suo passato nelle pubbliche relazioni avrà un gran peso, ma non voglio anticipare troppo.

X-Factor #3, copertina di Ivan Shavrin

Il cast di X-Factor è comporto da personaggi mediamente traumatizzati ed io ho lo stesso atteggiamento nei confronti del trauma di ognuno di loro: ovvero che le cose si affrontano insieme. Non mi interessa analizzare nel dettaglio il dolore interiore e individuale di ogni membro. Mi interessa il loro processo di guarigione. Io sono profondamente devota al modo in cui i Krakoani hanno costruito una comunità per supportarsi a vicenda, invece di ostracizzare certi mutanti in quanto differenti.

Quindi sono molto più interessata ad esplorare i modi che hanno trovato per vivere in un ambiente che si adatta in continuazione, piuttosto che a scendere nei dettagli del passaggio di personaggi come Prodigy, Rachel, Aurora, Jean-Paul, Polaris o Daken. Certo, fa parte della loro identità, ma nessuno è solo con il proprio fardello. Lo portiamo avanti tutti insieme.

Molti pensano che Daken sia una persona pessima. Si tratta di un personaggio dalle molte sfaccettature, complesso, integralmente fedele a sua sorella, sarcastico, molto carismatico, ma con un allineamento abbastanza caotico neutrale da mantenere sempre le cose piccanti. Per non parlare del suo incredibile talento investigativo, dovuto ai suoi feromoni che inducono relax e portano anche un assassino a confessare e alla sua capacità di essere silenzioso in maniera quasi innaturale. Vi farò innamorare di Daken così tanto che riderete delle vostre convinzioni su di lui.

 

In generale, Leah Williams si dice interessata ad esplorare Krakoa come società nei suoi vari aspetti, nelle storie di X-Factor, dai protocolli di resurrezione all’identità di genere. Un interesse che è uscito rafforzato dalla pandemia in corso e dalle prove che la comunità globale ha dato di sé, in bene o in male. Un ruolo importante nelle storie avrà anche il personaggio di Blob. Così come il Mojoverso.

 

Williams – La miniserie originale di Longshot di Ann Nocenti e Arthur Adams, in cui Mojo fa la sua prima apparizione, mi toglie ancora oggi il fiato per quanto fosse avanti. Ann stava prendendo la sua laurea in studi sui media alla Columbia University, mentre stava creando quel mondo, quindi stava leggendo un sacco di saggi di McLuhan e Chomsky, introiettando la complessità dei mass media e della loro percezione da parte del pubblico. Ha dato vita a un horror viscerale che conteneva lo spirito di un’epoca, con il Mojoverso. Nella miniserie vediamo questa visibilità infernale attraversata da un protagonista per nulla macho e quasi androgino. Ann Nocenti è una delle pioniere della narrativa Marvel a cui devo la mia carriera.

 

 

Fonte: AITP!