Scott Snyder l’aveva annunciato alla scorsa edizione del Comic-Con di San Diego ed ecco finalmente i primi dettagli sul ritorno di American Vampire. Lo sceneggiatore aveva promesso un nuovo vampiro per un nuovo secolo e ad ottobre i lettori americani vedranno nelle librerie American Vampire 1976, quattro anni dopo l’uscita dell’ultimo numero della serie originale, con il ritorno di Rafael Albuquerque alle matite.

Più che un nuovo vampiro, però, vedremo un vampiro nuovo, perché il protagonista sarà sempre Skinner Sweet, il primo succhiasangue concepito su suolo americano. Questa nuova miniserie in nove numeri, ce lo mostrerà cambiato dai suoi ormai quasi duecento anni di terrificante carriera, immerso nelle sfavillanti luci dell’età dell’oro di Hollywood e nella controcultura degli anni Settanta. Snyder ha risposto a qualche domanda in merito ed eccovi i passaggi salienti dell’intervista.

 

Snyder – Quando ho pensato la serie, ho subito pensato a questo arco narrativo che ci porta praticamente al presente e che sarebbe stato il più corposo. Dopodiché racconteremo vicende che avvengono in effetti ai nostri tempi, ma con forti collegamenti con gli anni che furono, oltre ad alcune, isolate rispetto alla trama principale, che avvengono nuovamente nel passato. Ma questa miniserie è tesa a completare il nostro viaggio verso la contemporaneità e sarà una storia stravagante in nove numeri. Siamo attualmente al lavoro sul quarto e il quinto, quindi dietro le quinte siamo già avanti con il percorso.

American Vampire 1976 #1, copertina di Rafael Albuquerque

Quando ritroviamo i personaggi nel 1976, la situazione è parecchio oscura, cosa che vale anche per i giorni nostri, che secondo me sono uno specchio degli anni Settanta sotto diversi punti di vista. Disillusione, ansietà, senso di mancanza di direzione, ma anche la speranza di poter ritrovare la propria vita. Tutti elementi presenti nella storia che, come ci piace fare in American Vampire, troveranno concretizzazione attraverso l’iconografia e l’estetica dell’epoca in cui è ambientata.

Skinner Sweet ha un impiego come stuntman, più o meno, nel tentativo di uccidersi, dato che ora è normale. Lavora nel deserto, un po’ come una versione estrema di Evel Knievel. Pearl è andata a caccia della Lingua per un sacco di tempo e ora va a cercare Skinner. Sostanzialmente, hanno messo assieme un piano per fermare i cattivi della Lingua e impedire loro di infiltrarsi persino nella Casa Bianca e dar vita a una guerra totale.

Nel frattempo, c’è un piano in atto a New York City che ha  a che fare con dei serial killer e con il Figlio di Sam, un piano che coinvolge Cal e Travis. Tutt’attorno, la cultura della disco, un sacco di follie, un complotto in cui sono implicati Gus e Felicia… insomma rivedremo tutti quanti in questa storia. Tutto quel che abbiamo visto nel primo arco narrativo sul Consiglio dei Mostri, Dracula e quant’altro verrà ripreso in questa sede. Vogliamo tirare le fila il più possibile. Ci abbiamo lavorato a lungo e posso dire con grande sicurezza che questo è il mio ciclo di storie preferito, sinora, quindi ho la netta sensazione che renderà felici i fan di American Vampire.

 

Per Scott Snyder è stato semplice tornare a lavorare con Rafael Albuquerque, dopo aver riletto tutta la serie e le antologie prodotte in passato. Una cosa curiosa: lo sceneggiatore di solito è restio nel consigliare a sua moglie di leggere le opere che ha scritto, ma ripercorrere American Vampire lo ha convinto a farlo, in questo caso. Rileggendola, si è reso conto di quanto questa storia sia sua, di come ci abbia messo dentro tutto quel che ama. Dopotutto, è il fumetto che scrive da più tempo, il suo primo indipendente.

 

Snyder – Ecco perché tornare a lavorarci è stato stranamente facile, mentre pensavo sarebbe stato il contrario. Ho mostralo i primi numeri a James Tynion IV, quando l’ho finito e lui si è sorpreso perché li avevo scritti in una sola settimana. Li ho riletti, li ho adorati, li ho corretti e ripuliti, perché voglio che siano le storie migliori che abbia mai scritto per questa serie, ma sempre senza fatica. Un po’ come ritrovarsi con i vecchi amici. Voglio che tutti sappiano quanto io sia riconoscente per il supporto ad American Vampire. Siamo al decimo anniversario e quindi voglio le storie escano ora, non vedo l’ora che la gente le legga. Credo che sia il lavoro migliore che abbiamo fatto sin qui e ne sono orgoglioso.

 

 

 

Fonte: CBR