Jordan D. White risponde, come di consueto, alle domande girategli dalla redazione di Adventures in Poor Taste. Chi meglio del curatore delle testate dedicate agli X-Men e a tutto l’universo di personaggi che ruota attorno a loro, per chiarire ogni curiosità al riguardo? Si parte con qualche considerazione sugli effetti della quarantena imposta dall’emergenza sanitaria che ha colpito il mondo intero. Le pause fanno bene alla pianificazione, ci ha insegnato White in passato. Quella imposta all’editoria americana negli ultimi mesi  stata sfruttata in tal senso?

 

X of Swords Creation #1, immagine promozionale di Pepe Larraz

White – Senza scendere troppo in particolari, la risposta è sì. Ci ha dato il tempo di assicurarci, per esempio, che X of Swords sia la miglior storia possibile, ma ci siamo anche presi la briga di renderla più ampia. Sono certo che, quando vi fu l’annuncio, vi abbiamo detto di quanti capitoli sarebbe stata. Ecco, sono aumentati. Sarebbe dovuto uscire a giugno ogni numero che compone l’evento, ma ora ci vorrà più di un solo mese per narrare tutta la storia. Credo che sarà una cosa buona e tutti coloro che ci hanno lavorato ne sono entusiasti.

Il primo albo è già del tutto disegnato e quasi completamente colorato. Chiunque abbia visto le tavole ne è rimasto ammirato. Pepe Larraz è davvero grande e poiché questo è proprio quel che intendo quando penso a un vero crossover mutante, in cui ogni numero è una fucilata, è accompagnato da altri splendidi artisti. Il risultato è che abbiamo dovuto mostrare le tavole di Pepe a un sacco di gente e tutti sono concordi: quel tizio è il migliore. Sarà una storia molto interessante e molto ben disegnata.

Avremmo potuto essere anche più avanti coi lavori, ma abbiamo deciso, invece che procedere al doppio della velocità, di impegnarci il doppio per quanto riguarda la qualità. Abbiamo speso più energie su X of Swords di quanto avremmo potuto fare in condizioni normali. Quel che avevamo pianificato e quel che avrete per le mani sono distanti un mondo. In senso buono, voglio dire. Siamo finiti nel mezzo di una grande catastrofe mondiale e ci sono un sacco di cose che possiamo fare per aiutare chi ci sta intorno, ma fare il nostro dovere al meglio possibile, creare le migliori storie degli X-Men di cui siamo capaci, in modo che la gente possa leggerle in questi tempi terribili, che valgano il tempo e i soldi spesi, è importante. E credo che ce l’abbiamo fatta.

 

White ha spiegato che i meeting degli autori delle testate mutanti si sono tenuti in videoconferenza, in particolare per X of Swords che, come tutti i crossover, coinvolge moltissimi personaggi e richiede pertanto il parere di parecchi sceneggiatori e sceneggiatrici delle testate dedicate agli X-Men.

 

X-Men #530, copertina di Greg Land

White – Certo che ho pensato a Quarantine, il vecchio ciclo di storie degli X-Men, in questo periodo in cui tutti noi abbiamo usato la parola “quarantena” in maniera impropria. In quel caso, Matt Fraction la usava nel suo senso effettivo. Quando gli X-Men si ammalavano, venivano posti in quarantena totale e non potevano lasciare l’isola. Mentre la maggior parte di noi, mi auguro, non è malata pur non godendo del privilegio di lasciare casa propria. Una situazione molto diversa.

Ho pensato molto, in queste settimane, di tornare a leggere quelle storie e mi sono chiesto se mi avrebbe fatto un effetto strano. Non mi sono particolarmente appassionato alle notizie sulla pandemia e al modo in cui i media ne hanno parlato. So che in tanti lo hanno fatto e che parecchi programmi sulla pandemia sono diventati popolari, ma io non mi ci sono immerso. Non perché sia contrario, ma perché non me la sono sentita.

Ho pensato a lungo a come la Marvel dovrebbe e se dovrebbe trattare l’argomento nelle sue storie e l’unica risposta che ci si può dare, alla fine, sta nel nostro modo: l’Universo Marvel è il mondo che vediamo fuori dalla nostra finestra. Sì, è pieno di un sacco di cose pazzesche inventate da Reed Richards, ma è sempre il mondo che conosciamo, con dentro i super eroi. Il risultato è che sì, ovviamente ogni cambiamento che avviene nella nostra società potrebbe trovare un riflesso nelle nostre storie.

Ma dire come e quanto in questo momento è complicatissimo. Non voglio dirvi bugie: quando le testate torneranno a uscire succederà la stessa cosa che accadrà con le serie TV realizzate in questo periodo e che vedrete su Netflix o Disney +: parleranno di gente che lotta fianco a fianco e che si darà delle gran pacche di sostegno sulle spalle.

Anche le storie su cui stiamo lavorando in questo momento, molte delle quali erano pianificate da tempo. So a cosa stanno pensando i nostri scrittori e so cosa mi chiedo io sulle mie serie preferite, attualmente in pausa: quando torneranno, racconteranno un mondo con o senza il Covid-19?

 

Una domanda difficile che ha a che fare con l’equilibrio instabile tra intrattenimento e voglia degli artisti che lo realizzano di parlare di determinati concetti. White non ha una risposta univoca in merito a quanto sia giusto scegliere una strada piuttosto che un’altra. L’intervista subisce quindi una sterzata e l’editor viene punzecchiato sul rilancio di Uncanny X-Men nel 2012. Molti fan pensavano che la Marvel non avrebbe mai provveduto a una rinumerazione daccapo di una serie così storica e importante. E invece il rilancio avvenne, come per molte altre testate.

 

White – Capisco perfettamente perché molti siano fortemente attaccati alla vecchia numerazione, perché ho condiviso quell’attaccamento in passato, ma ci ho fatto i conti. Nell’attuale panorama editoriale, i rilanci sono un fatto e il passato non si può cambiare. Possiamo anche decidere che la nuova numerazione sia una ripartenza, che durerà a lungo come quella originale, ma sappiamo tutti quanti che sarebbe una bugia, che prima o poi arriverà qualcuno ad operare un nuovo rilancio e che si ripartirà dall’inizio un’altra volta.

Nell’epoca in cui lavoravo su Deadpool mi sono accorto che la sua serie aveva la numerazione più elevata di ogni serie, Marvel o DC che fosse. E non era una ripresa di quella originale, ma semplicemente relativa a una delle run di Gerry Duggan. Ogni testata era stata rilanciata, molto semplicemente, più recentemente di Deadpool, che quindi recava il numero più alto in assoluto in copertina. Ad ogni modo, siamo la Marvel, pubblichiamo un gazzilione di fumetti ogni mese e ci sono molte più probabilità che qualcuno legga un numero #1 che non un numero #576.

Amazing Spider-Man #300, copertina di Todd McFarlane

Il mio primo albo di Amazing Spider-Man era il #300. Non ho mai avuto paura di non capire qualcosa. Si comprava e ci si barcamenava. Ma era un mondo in cui si guardavano le soap opera, in cui era normale non guardare tutte le puntate di un telefilm. Si guardava quello che passava in TV, senza troppe domande. Era un mondo in cui il fatto di arrivare a metà di una storia era considerato accettabile.

Ma oggi non è così facile saltare dentro archi narrativi di Spider-Man o degli X-Men. Ovvio che si possa sempre fare, allo stesso modo di un tempo, così come si può vivere senza ascoltare proprio tutte tutte le canzoni dei R.E.M. Ma so anche che la maggior parte del pubblico non è intenzionata a investire su enormi quantità di storie di narrativa prima di avere chiara la situazione. Facciamo del nostro meglio per questo, per creare dei nuovi numeri #1 che facciano da finestre di entrata.

Personalmente, e parlo davvero solo per me, quando ne ho uno sotto mano non mi piace trovarci sopra delle storie che ricapitolino quel che è successo prima. Esistono numeri #1 fatti così e capisco le ragioni della loro esistenza, ma credo che sia meglio, quando li si realizza, cercare di mettere nella storia tutti gli elementi di cui hanno bisogno i lettori. Nelle pagine della storia. E quando ho a che fare con artisti e autori incaricati di realizzare i riassunti, chiedo sempre loro di pensare alla leggibilità: di renderli qualcosa che la gente vorrebbe leggere. Le pagine di prosa scritte da Jonathan Hickman per gli X-Men hanno un’impronta tematica e stilistica forti, che rendono gli albi diversi e sono utili ai lettori.

 

White ha dunque parlato di X of Swords: Creation #1 come del capitolo fondativo del crossover. Le storie delle testate regolari coinvolte dall’evento si svolgeranno, nella prima fase, tra i fatti narrati da questo primo numero e il secondo. Nella seconda fase, tra il capitolo due e il terzo. Non è dato sapere se quest’ultimo sarà anche quello conclusivo. Non sappiamo se Creation sia un titolo destinato a cambiare oppure rimarrà. White assicura che l’approccio è stato diverso dal solito. Non vedremo i soliti Alpha e Omega, insomma. Anche sui dettagli di trama e sull’interpretazione delle immagini d’anteprima, il supervisore lascia le nebbie dove stanno. Unica anticipazione: Tempesta avrà un ruolo fondamentale, tra tutti gli X-Men, durante X of Swords.

 

White – Questi sono stati dei mesi davvero spaventosi per il mondo intero e per quello dei comics. Ogni settore economico se la sta vedendo brutta a causa dell’incertezza regnante, ma credo sia stato evidente quanto la gente sia affezionata ai nostri fumetti, quando abbia cercato di aiutare i negozi e le fumetterie a sopravvivere, quanto abbia voluto far sentire il proprio sostegno agli autori e agli artisti, quanto questi ultimi si siano dati una mano fra di loro. L’intera industria si è data da fare per fare in modo che le cose andassero per il meglio, per limitare i danni.

So che i fumetti esisteranno sempre perché sono una forma d’arte, una grandiosa forma d’arte, dotata di grande resilienza e passata attraverso ogni genere di guaio. Ma credo che l’industria americana dei comics, quella in cui siamo coinvolti e in cui investiamo e crediamo, ne uscirà bene, perché c’è davvero tanta gente che l’apprezza. Sia tra coloro che realizzano le storie che tra chi le legge. So che ognuno di loro fa il tifo per noi e ci augura il meglio e so che tanti stanno collaborando per fare in modo che accadano grandi cose.

 

X of Swords

 

 

Fonte: AITP!