La scorsa settimana, il Fumetto americano è stato travolto da una serie di accuse di molestie e adescamento di giovani esordienti, indirizzate a nomi noti del calibro di Warren Ellis (Authority) e Cameron Stewart (Batgirl). Da quel momento, altre ragazze sono uscite allo scoperto, con modalità simili a quanto avvenuto qualche anno fa nell’ambiente cinematografico per il movimento #metoo. Pur trattandosi di “semplici” accuse, senza alcun procedimento legale in corso, il fatto che non si tratti di casi isolati ha portato le case editrici a prendere provvedimenti in merito.

Accuse analoghe sono state mosse nei confronti dell’editor Scott Allie, criticato dalla sua ex collega Shawna Gore per atteggiamenti inappropriati quando i due collaboravano alla Dark Horse. La donna ha dichiarato di essere stata molestata, e una volta respinte le avance del collega è stata vittima di ritorsioni sul piano professionale.

Allie ha cominciato a lavorare alla Dark Horse nel 1994, e qualche anno fa sono spuntate le prime accuse a suo carico, secondo le quali avrebbe allungato le mani con colleghe nel contesto delle convention. Alcuni hanno imputato questi atteggiamenti al consumo di alcool durante gli eventi pubblici (in seguito, Allie è stato in terapia per guarire dalla sua dipendenza), ma la Gore ha trovato frustrante l’opinione di molti colleghi, convinti che lui fosse cambiato, nonostante ci fossero stati suoi comportamenti disdicevoli in condizione di sobrietà.

Dopo queste accuse, Mike Mignola, che l’anno scorso ha scritto BPRD: The Devil You Know assieme ad Allie, ha rilasciato una dichiarazione sul proprio sito ufficiale:

 

Hellboy: The Corpse, copertina di Mike Mignola

Mignola – Scott è stato il mio secondo editor su Hellboy, alla Dark Horse. Doveva essere il mio editor solo per qualche tempo, per la storia Il cadavere, poi un editor più anziano avrebbe dovuto prendere il suo posto. Ma in quel fumetto evitò che commettessi un errore abbastanza grave, così ho chiesto rimanesse il mio editor, e alla fine abbiamo lavorato insieme per quasi venticinque anni.

Fin dall’inizio ho sentito storie sul suo comportamento da ubriaco alle fiere del fumetto: cose stupide come buttarsi vestito nelle fontane. Si scherzava, e non sapevo che stesse succedendo qualcosa di più grave.

Nel 2015, l’incidente da ubriaco ha chiarito che ci fosse un problema molto più serio da affrontare. Ne ho parlato con lui. Altri gliene hanno parlato. Ha ammesso di avere un problema con l’alcool e tutti ci siamo convinti che avrebbe chiesto aiuto per quello. E per quanto ne so, ha superato la sua dipendenza.

In quel periodo ho iniziato a sentire voci di altri incidenti passati: comportamenti alimentati dall’alcool che sembravano riconducibili a scherzi di gioventù o da ubriachi. Non c’era nulla di specifico e non ho mai sentito i nomi delle persone coinvolte. Ho continuato a registrarli soltanto come altri stupidi episodi da ubriaco. Mi sono reso conto che ad alcune persone non piaceva lavorare con Scott. Anche se il nostro rapporto lavorativo è sempre stato buono, so che il suo approccio editoriale può risultare aggressivo e demotivante. Onestamente ho creduto che questo fosse il motivo del problema, unito al suo passato con l’alcol. La verità è che, dopo una lunga e fruttuosa collaborazione, non volevo credere che ci fosse qualcosa di più in queste storie. Ero cieco perché non volevo vedere, è una mia responsabilità ed è qualcosa con cui dovrò convivere.

Dopo le notizie della scorsa settimana su Cameron Stewart e Warren Ellis, il nome di Scott ha iniziato a rimbalzare sui social. Fino a ieri non avevo mai sentito parlare dell’aggressione di Scott a Shawna. Avrei voluto saperlo. Capisco che ci sono molti motivi per cui nessuno voglia mettermi al corrente di qualcosa del genere: ovviamente la vergogna, l’imbarazzo e purtroppo l’idea che io e Scott fossimo buoni amici. Se avessi saputo qualcosa di ciò che ho sentito nelle ultime ventiquattr’ore avrei interrotto immediatamente qualunque contatto con Scott Allie.

Ma non c’è fumo senza arrosto, e a un certo punto c’è stato così tanto fumo che dovevo rendermi conto della situazione. Ho contattato alcuni amici e colleghi che erano stati vicini a Scott per capire cosa stesse succedendo veramente e sono rimasto disgustato da quello che sono venuto a sapere. Avrei voluto fare queste domande molto prima. Dopo tanti anni, volevo dare a Scott il beneficio del dubbio: essendo figlio di un alcolizzato, volevo dare la colpa all’alcol. Mi stavo prendendo in giro e me ne pentirò in eterno. Il mio cuore è con tutte le vittime. Conosco Shawna quasi da quanto conosco Scott e l’ho sempre considerata una buona amica, scoprire cos’abbia vissuto per tutti questi anni mi spezza il cuore. Ovviamente sono furioso con Scott, e con me stesso per non aver capito molto prima cosa stesse succedendo.

Sto scrivendo questo messaggio per rivolgermi alle vittime di Scott. Le loro storie devono essere ascoltate. Devono essere credute.

I fumetti devono fare di meglio. Dobbiamo tutti essere più responsabili. Tutte le aziende devono disporre di un reparto risorse umane che sia efficace. Le aziende devono promuovere la formazione su cosa fare quando sentono parlare di aggressioni, molestie o comportamenti inappropriati da parte di colleghi.

Come autore sento il bisogno di essere migliore, devo dare il buon esempio, sia nelle storie che racconto sia nelle persone con cui scelgo di raccontarle.

 

Dark Horse ha pubblicato un comunicato con il quale ha interrotto qualunque rapporto lavorativo con Scott Allie:

 

Crediamo a Shawna Gore. Con decorrenza immediata, d’ora in poi Dark Horse Comics non lavorerà più con Scott Allie. Ci scusiamo con gli appassionati, gli autori e i dipendenti per i danni e la sofferenza che Scott ha causato. È fondamentale che i dipendenti si sentano supportati sul posto di lavoro. Dovrebbero sentirsi al sicuro nel denunciare queste azioni imperdonabili senza temere ritorsioni. Dark Horse Comics si impegnerà per garantire che questo non accada mai più all’interno della nostra azienda.

 

 

Fonti: Mike MignolaComicBook.com