In un futuro prossimo, l’umanità è giunta al termine della sua presenza sulla Terra. Soltanto una manciata di individui troverà il modo di sopravvivere: uno scenario che a suo modo è un classico sia della narrativa scritta che di quella illustrata e che, pur con le debite differenze, può toccare qualche corda in più nell’animo del lettore. Tanto più se i protagonisti e i temi trattati non sono possenti super eroi ed epiche lotte contro crudeli entità aliene ma due inermi ragazzini impegnati in un disperato viaggio per la sopravvivenza e messi di fronte al rischio di doversi dire addio. Questi i toccanti temi messi sul piatto da We Live, miniserie in cinque parti che sarà pubblicata da AfterShock a partire dal 14 ottobre.

Il progetto è scritto da Roy e Inaki Miranda, con quest’ultimo impegnato anche ai disegni per i colori di Eva LaCruz. Qua sotto trovate alcuni character design dei protagonisti della storia.

 

 

Con un terzo dell’umanità ancora in vita, arriva un messaggio dallo spazio che annuncia la suaimminente e inevitabile estinzione. C’è però un barlume di speranza: i responsabili dell’imminente genocidio promettono che 5.000 bambini saranno risparmiati. Arriveranno dei braccialetti di salvataggio e nove Fari di Evacuazione piazzati in varie aree del mondo che offriranno una via di scampo a chi sarà ne possederà uno quando la fine arriverà.

I fratelli Miranda hanno presentato così l’imminente miniserie:

 

We Live #1, copertina di Inaki Miranda

Inaki – Quando la storia ha inizio, mancano cinque giorni al Giorno dell’Evacuazione. Seguiamo le vicende di due fratelli, Hotoro e Tala, che partono da casa verso un lontano Faro di Evacuazione. Quello che Hotoro non sa è cosa implica la sua salvezza: se sopravvivranno e riusciranno ad arrivare in tempo, perderà sua sorella Tala per sempre, dato che lei non possiede un braccialetto e dovrà restare sulla Terra. È lei a reggere tutto il peso del viaggio. Rischierà ogni cosa pur di salvare il suo fratellino, tenendolo all’oscuro della vera tragedia in atto.

Roy – È una storia che parla di sconfitta, di una razza umana che ha accettato la sua estinzione. Immaginate cosa significhi iniziare un’avventura in quello stato emotivo. Abbiamo unito assieme due grandi conflitti umani, una migrazione disperata e le conseguenze del cambiamento climatico e li abbiamo messi sulle spalle di due bambini innocenti.

Inaki – In questo periodo non riusciamo a progettare il nostro futuro. Ci sono troppe variabili in gioco. Pensare al nostro presente è come camminare nella nebbia. E in mezzo a tutto questo, sviluppiamo una potente emozione umana, un desiderio di combattere le avversità: di continuare a camminare, di sopravvivere, di prosperare. Mi piace l’idea di sperimentare questa serie come una lettura parallela, in qualche modo magico, a tutte le avversità che dobbiamo affrontare in questi giorni.

Mi piacerebbe che il viaggio di Tala e Hotoro diventasse anche una parte del viaggio dei lettori. È questa la magia della narrativa, il fascino di tutte le metafore che possiamo ricreare e le emozioni che possiamo estrapolare e ritrovare nelle nostre vite.

 

 

 

Fonte: Hollywood Reporter