Jordan D. White risponde alle domande della redazione di Adventures in Poor Taste riguardo agli X-Men, personaggi che ha l’onore e onere di tutelare e dirigere, in qualità di supervisore di tutte le testate mutanti della Marvel.

Si comincia dal commento a una sua dichiarazione su Twitter secondo cui la fase Dawn of X sarebbe terminata. Davvero è ormai passata l’alba della nuova era mutante?

 

X-Men #7, copertina di Leinil Francis Yu

White – Temo di aver esagerato. Dawn of X non è ancora terminata. Quando progettammo tutto questo, pensammo che sarebbe durata per i primi sei numeri delle sei serie iniziali. Nella mia mente erano ancora quei trentasei albi ad incarnare la prima fase. Ma ora che abbiamo superato quello scoglio, è chiaro che nella concezione di ogni altra persona attorno a me la dicitura Dawn of X coincide con l’era di Jonathan Hickman. Quindi abbiamo lanciato Wolverine e ora Cable, e tutti li definiscono titoli di Dawn of X. E va bene così.

Tuttavia, sappiate che abbiamo pensato a quale sarà il momento in cui questa etichetta decadrà, quindi restate sintonizzati.

I momenti dopo House of X e Powers of X di cui sono più orgoglioso? Ce ne sono talmente tanti. Tutto X-Men #7 è la scelta più ovvia, perché era molto importante ed emotivamente d’impatto. Leggere la sceneggiatura fu un pugno nello stomaco, e poi è disegnato in modo strepitoso. La terribile tragedia che chiude Marauders #6 è un altro gran momento, visivamente perfetto. Ho amato anche X-Men #3, ma la scelta è per forza il numero #7.

 

Il giornalista stimola White su una questione interessante: se l’uscita di Hellions e Cable poco dopo l’annuncio della chiusura di Fallen Angels fossero reazioni a quella mancanza:

 

Hellions #1, copertina di Stephen Segovia

White – Mi pare che all’annuncio Cable fosse già in lavorazione da un po’. Ad ogni modo, sapevamo da tempo che Fallen Angels avrebbe chiuso col numero #6 e dove stesse andando la storia. Vogliamo proporvi testate che esistono perché le vicende che raccontano sono interessanti, non trascinare le storie oltre la loro fine, e neppure affrettare il loro corso. Le circostanze si sono imposte e avevamo un buon finale a disposizione. Quindi abbiamo chiuso le trame.

Mi pare di ricordare che Psylocke non fosse inclusa nella prima proposta di Hellions, ma poi ci siamo resi conto che sarebbe stata perfetta per la serie. Lo abbiamo deciso molto in fretta, comunque, perché, come vedrete leggendo le storie, il suo ruolo è perfettamente integrato. Non credo che possa darvi l’impressione di esservi stata cacciata a forza, ma la sua presenza è assolutamente organica.

Il punto è che noi siamo sempre in fermento e a caccia di idee per le storie. Abbiamo raddoppiato le uscite nella primissima fase proprio per avere il tempo di preparare la seconda ondata della linea, e, quando avessimo smesso con le doppie uscite mensili, iniziare a progettare le nuove storie. Quindi il processo di formulazione era già in corso, anche se Cable era un titolo che avevamo nel cassetto già da prima. Hellions credo sia, delle serie che abbiamo annunciato, l’ultima a essere stata ideata, per quanto sia avvenuto poco prima dell’inizio della seconda ondata.

 

Le storie degli X-Men che White aveva in mente erano quelle che stiamo vedendo in questo momento? Avventure che spingono alla riflessione, persino controverse? Secondo lui, questo è il modello, in generale, delle storie che andrebbero raccontate sui mutanti Marvel?

 

God Loves, Man Kills - Extended Cut #1, copertina di Salvador Larroca

White – Penso che questo genere di trame vada benissimo per il semplice fatto che quel che stiamo leggendo è grandioso. Mi piace, e penso sia lo stesso anche per i lettori. Se gli X-Men dovrebbero essere sempre così? Non è facile dirlo, perché sono stati talmente tante cose nel corso degli anni… A volte più classicamente super eroici, altre volte più controversi e dalle tematiche più serie.

Chris Claremont ha rilasciato un’intervista per la nuova edizione di Dio ama, l’uomo uccide, in cui parla del lavoro sulla storia. In quell’occasione, i personaggi escono dal seminato e la vicenda tocca degli argomenti che chiaramente non è il caso di trattare in ogni avventura della serie regolare. Non che manchino temi tosti nella testata, ma in quel caso specifico, Chris volle concentrarvisi particolarmente, tralasciando l’aspetto più super eroico. Ma in altri casi, lui stesso si è immerso profondamente nella componente più intrattenitiva e spettacolare. Fa parte del bello degli X-Men.

Credo che anche nell’era Hickman ci siano e ci saranno episodi e serie più rilassate e super eroiche accanto ad altre più riflessive e controverse. Più che crederlo, lo so per certo. Era così quando le testate erano sei, e penso che questo valga tanto più ora che ne abbiamo di più: il nostro obiettivo è produrre avventure per ogni genere di lettore. Siamo felicissimi se comprate tutte le serie che produciamo, ma se ve ne piace soltanto una o solo alcune va benissimo. Ecco perché ne produciamo parecchie e le rendiamo il più diverse possibile tra loro.

Quindi amo il fatto che le storie di Jonathan siano come sono. Credo che stia scrivendo uno dei cicli narrativi migliori di sempre. Oddio, me lo auguro anche. Sono felicissimo che i fan stiano reagendo con entusiasmo, perché ci danno l’opportunità di continuare così.

 

White è stato quindi stimolato sul parco autori attualmente impegnati sulle serie, che vede il ritorno di veterani come Zeb Wells e Fabian Nicieza accanto a giovani firme come Leah Wiliams e Vita Ayala.

 

X-Factor #2, copertina di Ivan Shavrin

White – Alcune persone vengono contattate da me e Jonathan perché ci è piaciuto molto quel che hanno fatto in passato. Ad altre è piaciuto molto il nostro lavoro e ci contattano. Sono stato io a proporre a Fabian di scrivere una storia sul Fenomeno, perché sapevamo di volerlo fare e che sarebbe stata un’avventura non relativa ai mutanti, collaterale rispetto alle vicende degli X-Men. Ho lavorato con Fabian in diverse occasioni e mi sono sempre divertito, quindi ho pensato di provare. Anche un po’ per caso, perché quando l’ho chiamato fu lui a dirmi che amava il personaggio e che avrebbe voluto trattarlo. Adoro il risultato. Divertentissimo.

Zeb, invece, ci ha raggiunti lui chiedendo di far parte del progetto sui mutanti e proponendoci un’idea. Ovviamente ho accettato e lui mi ha colpito con Hellions. Lea e Vita credo rappresentino un caso un po’ ibrido, nel senso che ho lavorato con entrambe durante Age of X-Man, e mi hanno fatto un’impressione così buona che ho detto ad entrambe che, se avessero voluto, avremmo trovato un posto per loro, qualora avessero avuto delle idee in merito.

Quale personaggio potrebbe diventare sorprendentemente importante? Difficile dirlo. Scelgo Polaris. Anzi no, la mia vera scelta è Amazing Baby. Ma Polaris avrà una parabola narrativa splendida. Anche Northstar sarebbe una scelta interessante.

 

 

Fonte: Aitp!