Peter David risponde alle domande di Newsarama in occasione della nuova edizione, annunciata dalla Marvel, delle storie originali di Spider-Man 2099. Lo sceneggiatore che creò Miguel O’Hara analizza il processo che portò alla nascita dell’Arrampicamuri di un futuro distopico, oscuro, ma anche terribilmente interessante negli anni Novanta, quando immaginare l’avvenire del mondo significava quasi sempre immergersi in atmosfere cyberpunk.

 

Spider-Man 2099

David – L’intero periodo di lavoro sull’Universo 2099 è uno dei miei ricordi professionali preferiti. Sedermi in una stanza con un gruppo di persone di talento e creare un nuovo universo narrativo. Mi ricordo ancora come se fosse ieri le riunioni con Rick Leonardi, quando spiegavo cosa avessi in mente per il costume di Spider-Man, mentre Rick lo disegnava secondo le mie indicazioni. Aveva progettato il simbolo sul petto, il modo in cui era disposto, le ragnatele sul retro dell’uniforme. Tutto frutto di quella conversazione, dello scambio di idee tra me e Rick.

Era un ambiente stimolante dal punto di vista creativo, diverso da ogni altro in cui mi sia mai trovato da scrittore, perché, a meno che non si realizzi uno show televisivo, in cui tutti quanti si ritrovano nella stessa stanza a scambiarsi idee tutti i giorni, scrivere è qualcosa che si fa in grande solitudine.

Io ero solo uno dei tanti autori invitati a fare proposte per Spider-Man 2099. La Marvel aveva deciso di realizzare una linea 2099, e a noi erano stati dati dei parametri di base, scheletri di idee, come il fatto che il mondo fosse governato dalle corporation. Il che, se ci pensi, non è molto diverso da quel che succede nel mondo odierno.

Ci chiesero di proporre soggetti per Spider-Man 2099 in quel mondo molto generico. Avremo avuto una pagina al massimo di informazioni sull’ambientazione. Io e gli altri scrivemmo dei soggetti, io creai il personaggio di Miguel O’Hara e progettai le sue origini. Cose così. La Marvel mi contattò, e Joey Cavalieri disse che erano interessati. Mi pagarono un bonus, non ricordo di quanto, ma non enorme. Il che andava bene perché era la Marvel che aveva pensato il personaggio, io gli avevo solo dato corpo. E mi diedero l’incarico di scrivere la serie che, di fatto, avrebbe fatto da lancio all’intero Universo 2099.

 

La definizione del personaggio di Spider-Man 2099 in termini di personalità, storia e poteri fu tutto frutto della creatività di David, mentre i contorni dell’universo narrativo furono uno sforzo di gruppo. Non fu lo sceneggiatore a creare la “parolaccia” poi divenuta iconica del 2099, ovvero “razzo” (“shock” in originale) – che tra l’altro non incontra particolarmente i suoi gusti –, mentre fu suo il bisogno di dar vita a un Miguel che si distanziasse il più possibile dal modello, chiaramente ingombrante, di Peter Parker.

 

2099 Collection: Spider-Man 2099 - Giuramento di sangue, copertina di Rick Leonardi

David – Ogni volta in cui Stan Lee era andato verso destra, io andavo a sinistra. Non perché pensassi che lui avesse sbagliato, al contrario… ma sentivo che se dovevamo rendere Miguel un personaggio unico, allora dovevamo prendere ogni scelta che Stan aveva fatto su Peter e ribaltarla. Peter Parker era uno studente di liceo, Miguel doveva essere un adulto che lavorava in un laboratorio. Se Peter era timido e chiuso e non sapeva parlare con le ragazze, ma chiacchierone nei panni di Spider-Man, Miguel doveva essere sicuro di sé e provvisto di fidanzata, ma praticamente muto quando era in azione.

Se ci fate caso, Spider-Man 2099 non parlava poi tanto. Nella mia visione, non faceva altro che concentrarsi. Mentre Peter faceva battute su battute per mantenersi sul pezzo, Miguel aveva bisogno del massimo silenzio possibile, perché era ciò che gli serviva per mantenere la concentrazione.

 

E così, Peter David non vedeva alcun motivo per dare a Miguel dei lanciaragnatele meccanici, per cui azzardò con le filiere negli avambracci. Alla stessa maniera, gli diede le altre abilità che lo allontanarono dall’originale, come quella di planare di alcuni aracnidi, grazie al costume. In questo modo, il suo Spider-Man non avrebbe viaggiato appeso alle ragnatele.

 

David – L’ispirazione per il costume venne dal passato che avevo pensato per Miguel. Quando decisi di renderlo etnicamente meticcio, ho iniziato a studiare un po’ i messicani e gli irlandesi. Scoprii allora il Giorno dei Morti messicano e pensai che fosse perfetto per l’occasione. Nella mia visione, doveva esserci una ragione sensata per cui la sua uniforme recasse il simbolo di un teschio. Mi piaceva l’immagine e che ne spuntassero fuori le zampe da ragno. Era come prendere il disegno di una vedova nera e portarlo al livello successivo.

 

La conferma che l’aspetto di Spider-Man 2099 avesse colto nel segno con il suo costume? Quando, circa un anno dopo, Peter David vide una persona portarne una replica quasi perfetta mentre era sulle giostre di Disney World.

 

Spider-Man 2099 #1, anteprima 01

David – Il retaggio etnico di Miguel non era comune, è vero. Ma dovevamo descrivere un mondo che era cento anni avanti rispetto al nostro. Pensavo che avesse perfettamente senso sottolineare il miscuglio culturale e di nazionalità, che di anno in anno si imponeva sempre più nel presente. Ecco il perché della scelta, messa in evidenza anche dal nome, mezzo spagnolo e mezzo irlandese. E poi siamo sempre a caccia di nomi che non siano già stati usati. Penso che il mio sia il primo super eroe di nome Miguel, e ho preso in parte spunto dall’attore Miguel Ferrer. Gli ho anche chiesto il permesso di usare il suo nome. Gli è piaciuta l’idea che esistesse un super eroe chiamato come lui.

L’altra cosa che mi piaceva è il fatto che Miguel fosse molto flessibile, perché ci sono un sacco di modi in cui la gente può abbreviare o storpiare il nome. Sua madre lo chiamava Miguel, come la fidanzata, ma suo fratello lo chiamava “Miggy” e il suo capo “Mike”. Cosa che lo faceva diventare matto, ed era un’ulteriore fonte di avversione per Tyler Stone.

La cosa interessante è che Joey Cavalieri mi diede un po’ il tormento quando introdussi il soprannome “Miggy”, perché lo trovava ridicolo. Io gli dissi che un sacco di gente lo usava per Miguel Ferrer, tutti i suoi amici, me incluso. Poi saltò fuori che Joey, guardando una puntata di una serie TV, lo sentì usare per un personaggio chiamato Miguel. Allora si convinse.

Mi venne l’idea di dare al mio protagonista un fratello, come al solito per fare il contrario delle scelte di Stan Lee. Peter Parker non aveva nessuno, tranne la fragile Zia May, cui quasi venne un infarto la prima volta che vide Spider-Man. A me piaceva l’idea che invece Gabriel O’Hara comparisse sin da subito come il confidente di Miguel, che scoprisse molto presto l’identità segreta del fratello. I lettori seppero subito che ne era a conoscenza.

Spider-Man 2099 #1, anteprima 03

Al contrario di Peter Parker che, quindi, si trovava seduto da solo nella propria stanza in ogni numero, senza nessuno con cui parlare e sfogarsi, Miguel avrebbe avuto suo fratello, che aveva il suo personale carico di problemi e difficoltà, ma era un aiuto concreto, con cui Spider-Man avrebbe potuto discutere della propria vita.

La madre, Conchata, rispondeva al mio bisogno di avere qualcuno che desse al personaggio una forte impronta messicana. Volevo che ci fosse una presenza femminile nella sua vita e non c’era motivo per privarlo di una madre. Quel che mi piaceva di lei è che era completamente folle. Anche se era messicana, l’ho un po’ scritta come una madre ebrea. Era una donna forte, con una personalità altrettanto forte e non aveva alcun problema con Spider-Man. Mentre ne aveva un sacco con suo figlio.

Il motivo per cui Miguel non le confessò la sua doppia vita era che lei avrebbe iniziato a dirgli ogni giorno cosa fare nei panni di Spider-Man. “Non devi fare così, non devi fare cosà”. Non le sarebbe venuto affatto un infarto, sarebbe diventata la caporal-maggiore della vita da super eroe di suo figlio.

Come compagna accanto a Miguel, ho sempre preferito Xina. Le avevo dato il nome di una ragazza che conoscevo ai tempi del liceo. Non avevo niente contro Dana, ma Xina era più interessante accanto a Miguel, dava l’idea di poterlo gestire meglio.

Avevo anche pensato all’idea di far sposare Miguel e Dana, ma più passavo il tempo con Xina e più mi convinceva. Decisi che aveva senso far morire la prima per lasciare spazio alla seconda, ma poi divenne soprattutto una scelta necessaria per gli equilibri emotivi e drammatici della storia. La dinamica tra loro tre doveva per forza risolversi con un evento di grande importanza. La morte di Dana avrebbe avuto un impatto emotivo più forte su Miguel rispetto a quella di Xina.

 

Spider-Man 2099 #1, anteprima 02

 

 

Fonte: Newsarama