Sarà una storia sulla giovinezza di Ciclope e sul suo processo – come sappiamo non proprio semplice – di adattamento al mondo attorno a lui, lo speciale targato Marvels Snapshots dedicato agli X-Men, firmato da Jay Edidin ai testi e Tom Reilly alle matite.

Il primo, editor freelance e conduttore di uno dei podcast più seguiti sulle storie dei Figli dell’Atomo, è al suo esordio come sceneggiatore Marvel. Ecco le sue dichiarazioni più interessanti sulla storia mutante che ha ideato per la collana curata da Kurt Busiek:

 

Edidin – La presentazione sintetica dell’albo parla di uno Scott Summers che si rapporta ai Fantastici Quattro come un anatroccolo confuso. La versione un po’ più estesa dice che questa è una storia su come i personaggi con cui ci identifichiamo, in questo caso gli eroi esistenti all’interno dell’universo narrativo della Marvel, possano essere a volte dei salvagente nella nostra vita, a volte dei burattini nelle mani delle persone. Inoltre è una storia ridicolmente bella da vedere. Seriamente, non ne avete idea. Tom Reilly e Chris O’Halloran sono un tesoro per tutto il Multiverso.

 

La storia ci mostra Scott Summers ragazzino, ancora all’orfanotrofio, inconsapevolmente sotto tutela di Sinistro.

 

X-Men: Marvels Snapshot, copertina di Alex Ross

Edidin – Ciclope non se la passa bene. Ho più volte parlato di questa come di una storia che potrebbe accadere nel frammezzo di due scene di un film horror. Cosa che penso valga per la gran parte delle storie che avvengono in orfanotrofio. Al di là della folle scienza di Sinistro, delle sue torture cliniche e dei suoi omicidi, quel che mi ha sempre disturbato di più degli anni di orfanotrofio è il modo in cui giocava con la mente di Scott, sia direttamente che indirettamente. Non solo ha riscritto le parti dei suoi ricordi che non gli piacevano ma ha distrutto efficacemente la fiducia di Ciclope nella propria memoria, nelle proprie percezioni, il che è una cosa terribile da fare a un bambino, soprattutto se sta già affrontando un pesante danno cerebrale.

Scott vive in un luogo assolutamente da incubo, ma quando arriva attorno ai quindici, sedici anni, l’età che ha nella nostra storia, ha accettato l’idea che il motivo per cui tutto attorno a lui gli sembra inesplicabilmente e sottilmente sbagliato sta nel fatto che lui è sostanzialmente difettoso. La cosa per me interessante di questa situazione terribile è che torna utile per riconciliare alcune contraddizioni nella continuity. Sappiamo che Scott ha avuto, in giovinezza, ricordi contraddittori e questo mi ha dato la libertà di tenere solo quegli elementi che mi servivano, lasciando in sospeso gli altri.

Scott viene a sapere di quel che succede nell’Universo Marvel un po’ come tutti, in orfanotrofio: attraverso la TV, i giornali e l’assorbimento della percezione collettiva che ha seguito l’emergere sulla scena dei Fantastici Quattro. La differenza tra Ciclope e le persone che gli erano più prossime è che l’ossessione per loro lo prende potentemente e, una volta che ne è preda, si getta nelle ricerche sul gruppo fino al collo.

 

Jay Edidin è considerato uno dei più grandi esperti del personaggio di Ciclope in assoluto, e confessa di aver vissuto la scrittura di questa storia come un sogno divenuto realtà, ma anche come una colossale fonte di ansia.

 

X-Men: Marvels Snapshot, variant cover di Tom Reilly

Edidin – Come ogni fan sfegatato, sono convinto che la mia visione del personaggio sia la più corretta. Ma da editor e da critico so bene che amare e identificarsi con un personaggio non significa per forza saper scrivere una buona storia su di lui. All’inizio ero molto in guardia, non volevo rischiare di lasciarmi prendere troppo, proiettando la mia idea sulla storia e finendo per sacrificare l’onestà emotiva.

La parte più difficile si è rivelata essere la scelta di quali fossero i dettagli davvero significativi da includere nella storia. Ci sono un sacco di ganci narrativi all’interno della vicenda, di piccoli incidenti e di particolari sull’orfanotrofio che avrei voluto includere, a cui avrei voluto dare spazio. Ma, molto semplicemente, non ci stavano tutti.

 

Kurt Busiek, che ha sostanzialmente il ruolo di uno showrunner del progetto Marvels Snapshots’, è stato una risorsa fondamentale per Edidin, entusiasta di aver potuto lavorare con uno sceneggiatore così consapevole della struttura e della conduzione di una storia di fumetti, così analitico e navigato nel dar forma a una trama. Inoltre Edidin ha con lui un rapporto di amicizia di vecchia data, poiché il primo albo a fumetti a cui abbia mai collaborato come professionista era scritto proprio da Busiek, il quale lo ha sempre sostenuto con i suoi consigli.

 

X-Men: Marvels Snapshot, variant cover di Mike McKoneBusiek – In gran parte, questa storia ci mostra Scott che si rende conto di quali cose debba afferrare personalmente per poter diventare Ciclope, quindi ci siamo impegnati molto per restare fedeli, nel design, nella scelta dei luoghi e degli ambienti, all’immagine che il personaggio aveva nella Silver Age, al suo aspetto da nerd, cercando di non farlo apparire ridicolo o troppo datato esteticamente.

Sin da subito, quando Tom stava lavorando a una delle variant cover, abbiamo avuto una discussione sull’opportunità o meno di infilarlo nei suoi classici pantaloni scozzesi. Non mi sono mai sentito più qualificato nell’affrontare una discussione.

Gli occhiali faranno capolino, così come una versione del suo visore. E il dettaglio del costume da Ciclope preferito da Tom, che non vi rivelerò, comparirà nell’ultimissima pagina.

 

X-Men: Marvels Snapshots #1, anteprima 01

 

 

Fonte: Newsarama