All’edizione di Cartoomics che sarebbe dovuta andare in scena un paio di settimane fa, Tatai Lab avrebbe dovuto presentare il terzo volume di Deva, che conclude il fumetto scritto e disegnato da Martina Batelli. In attesa della riapertura delle fumetterie, Deva vol. 3 è ordinabile sul sito della casa editrice.

Abbiamo contattato l’autrice per chiederle cosa l’ha influenzata nella creazione del suo universo narrativo e come ha affrontato la chiusura della storia.

 

Ciao, Martina, e benvenuta su BadTaste.it!
Per presentarti ai nostri lettori, vuoi raccontarci come ti sei appassionata al Fumetto e come sei riuscita a trasformare questa passione in una professione?

Ciao! Intanto grazie mille per questa possibilità, è davvero un onore poter essere intervistata dal vostro portale.

Ho iniziato a disegnare fumetti per divertimento alle superiori, e alla fine, non sapendo cosa fare una volta finito il liceo, sono andata all’Accademia di Belle Arti di Bologna, che ha un corso di Fumetto e Illustrazione: mi sono laureata lì, e poi sono andata alla Scuola Internazionale di Comics a Firenze, grazie alla quale mi sono un po’ fatta vedere e ho iniziato a lavorare per qualche collettivo e piccola casa editrice. Da lì, piano piano, è partito tutto.

Come descriveresti “Deva” a un lettore che ancora non lo conosce?

Deva vol. 3, copertina di Martina Batelli

“Deva” – come dice il titolo del primo volume, “A Tale of Gods” – è una storia di divinità. Divinità buone, divinità cattive, divinità più umane e fragili, o più potenti e distaccate. La storia di Unalome, il protagonista, passa attraverso tutte le fasi della crescita che può vivere un bambino: all’inizio non conosce altro che il mondo a cui appartiene, la gabbia dorata in cui è prigioniero, ma con l’arrivo nella sua vita degli altri protagonisti della storia si rende conto di quanto di più ci sia effettivamente nel mondo, e che forse vale la pena fare qualche sacrificio per raggiungere la felicità.

Ci sono combattimenti, ci sono amori, ci sono scontri e delusioni: ci ho messo tutto quello che amo leggere in una storia, quindi spero che possa piacere anche a tutti coloro che ci si avvicineranno!

Nella serie ci sono numerose divinità ispirate a diverse religioni del mondo: come hai portato avanti il processo di documentazione?

Ho letto molto riguardo al pantheon di divinità, specialmente cinese e buddhista! Ho cercato soprattutto di immagazzinare il loro immaginario estetico e la loro concezione di Dio: a differenza di quello cristiano, che è perfetto in ogni aspetto, gli dei orientali sono molto più umani, hanno pregi e difetti, e ho voluto renderli proprio così. Penso che questa cosa aiuti di più il pubblico a vederli come “personaggi”, piuttosto che come rappresentazioni o icone religiose!

Ci sono molti celebri manga basati sull’immaginario fantastico orientale: c’è qualche titolo a cui sei particolarmente legata e che credi abbia in qualche modo influenzato la creazione dell’universo di “Deva”?

Io di manga ne ho e ne ho letti molti, ma effettivamente non ne ho neanche uno che tratta il tema, l’immaginario o l’estetica di “Deva”: forse quello che ci si avvicina di più è “Zone 00”, di Kiyo Kyujyo, anche se quelle non sono proprio delle divinità ma dei demoni o spiriti.

Per le mie storie non mi ispiro tanto a ciò che leggo ma a ciò che ho voglia di disegnare, e nel 2016 avevo davvero tanta voglia di disegnare bonzi e guerriere vestite in modo succinto!

Quali sono invece i disegnatori che ammiri maggiormente e che più hanno definito il tuo stile artistico?

Come dicevo nella domanda precedente, sicuramente Kiyo Kyujyo è uno degli artisti che più amo e a cui mi piace guardare maggiormente, in particolare per le composizioni e per i concept. Le tavole di “Trinity Blood” e le sue illustrazioni sono state la miccia che mi ha permesso di scrivere un’altra storia che inizierò a disegnare l’anno prossimo sul tema di una religione simile a quella Cristiana!

Un altro autore che mi ha segnata nel corso degli anni è sicuramente Yusuke Murata (“Eyeshield 21” è in assoluto il mio manga preferito): penso sia un genio assoluto! Poi, ovviamente, molti artisti del web con i quali sono cresciuta e che mi hanno ispirata per tutti gli anni dello sviluppo del mio stile, come tra l’altro accade tuttora!

Questa trilogia pubblicata nell’arco di quattro anni circa ha avuto modo di mutare nel corso del tempo? Quanto della storia finale è stato concepito fin dal principio e quanto invece ti sei concessa di cambiare in corsa?

“Deva” era partito inizialmente molto più “in grande” di quanto non sia effettivamente diventato nel corso della pubblicazione della trilogia. Ho dovuto accorciare di molto gli avvenimenti e – “incredibile”, diranno molti – togliere tantissimi personaggi che avevo creato, proprio perché inizialmente avevo pensato “Deva” come qualcosa di più vasto di una trilogia. Ho limato la storia in modo che girasse attorno agli avvenimenti principali, dandogli una fine definitiva alla chiusura del terzo volume, e non un finale aperto come avevo pensato all’inizio. Ma sono felice di aver fatto questa scelta, perché mi ha permesso di concentrarmi meglio sui personaggi più importanti, e sul messaggio generale della trilogia!

Tra gli avvenimenti della storia accorciati e i personaggi sacrificati, c’è qualche aspetto della mitologia di “Deva” che non hai potuto approfondire attorno al quale ti piacerebbe un giorno sviluppare uno spin-off?

Assolutamente, nel mio cervello avrei da disegnare pagine e pagine e pagine per quasi tutti i personaggi secondari di “Deva”. Creare personaggi, inventarci una storia, dargli un carattere specifico, dei gusti, una personalità: è letteralmente ciò che amo fare di più. Addirittura parto dai personaggi quando penso a una storia (non dico che sia il modo giusto, ma è il MIO processo creativo), ed è successo così anche con “Deva”. Quindi, ipoteticamente, potrei creare uno spin-off su ogni personaggio! Ma purtroppo il tempo non me lo permetterebbe mai, maledette giornate di ventiquattr’ore!

“Deva” è stato proposto ai lettori tramite crowdfunding; come ti sei trovata con questa tipologia di pubblicazione? Come hai vissuto il rapporto con i fan e il meccanismo della raccolta fondi?

Sì, due volumi sono stati prodotti con il crowdfunding, il primo ed il terzo, mentre il secondo è stato stampato normalmente e presentato al pubblico con una prevendita e l’uscita in fiera. Io mi sono trovata molto bene, specialmente con la prima campagna nel 2018, perché era un meccanismo ancora abbastanza nuovo e c’era molto entusiasmo da parte del pubblico per via della novità. Quello di quest’anno è stato più sofferto, perché, come ogni cosa, anche il crowdfunding sta probabilmente raggiungendo il suo punto di saturazione come metodo di prevendita, specialmente in Italia (negli Stati Uniti va ancora alla grande!).

Ma una cosa che non è cambiata minimamente è stata il supporto del pubblico: in questi anni i lettori di “Deva” sono diventati una vera famiglia, mi hanno dato la forza di finire questa trilogia e mi hanno dimostrato un entusiasmo pazzesco anche per il crowdfunding del terzo volume. Se c’è una cosa che non mi ha mai stancato, stufato o stressato è sicuramente dovermi confrontare con il mio pubblico. Ho solo gente adorabile che mi segue: è una cosa meravigliosa!

Qualche giorno fa ha iniziato a pubblicare online il tuo nuovo webcomic “Kamille”: puoi parlarci di questo progetto?

Volentierissimo! “Kamille” è il mio primo esperimento di webcomic, e verrà pubblicato sia in italiano che in inglese: ho sempre avuto da parte del mio pubblico di Instagram (al novanta percento straniero) una grandissima richiesta di poter leggere qualcosa di mio che fosse disponibile anche in inglese, così l’anno scorso mentre finivo di lavorare a “Deva” ho iniziato a pensare a “Kamille”.

Il genere è l’urban fantasy, e per la prima volta mi cimento sia con un’ambientazione moderna, mai affrontato in vita mia, sia con il tema del romance, che è la seconda colonna portante della storia. Essendo un fumetto completamente mio, ho deciso di buttarmi e uscire dalla mia comfort zone con questa nuova avventura!

Ho iniziato a pubblicarlo il 20 marzo, in italiano su Facebook e in inglese su Tapas e Webtoon, e avrà cadenza bisettimanale. Non vedo l’ora che lo leggiate!

 

Kamille