Il rilancio della serie fantasy per eccellenza di Sergio Bonelli Editore, giunto attualmente al suo quarto numero, è coinciso con un nuovo titolo, Dragonero – Il ribelle, e con l’azzeramento della numerazione.

Qualche tempo fa abbiamo incontrato per voi Stefano Vietti – co-creatore del personaggio insieme a Luca Enoch – e il nuovo copertinista, Gianluca Pagliarani.

 

 

Ringraziamo i due fumettisti per la disponibilità, così come l’editor Luca Barbieri per averci fornito i character design dei ribelli, e ovviamente Sergio Bonelli Editore.

 

Bentornato su BadTaste.it, Stefano, e diamo il nostro benvenuto a Gianluca.
Cominciamo da una delle principali novità del reboot, o meglio del rilancio: la ripartenza della serie dal numero 1, anche se in perfetta continuity con quella precedente. Da dove viene questa decisione?

Vietti – In effetti avevamo usato il termine “reboot” un po’ a sproposito, per questo rilancio. Come hai detto tu, ripartiamo rispettando tutto quanto raccontato finora. L’idea di ricominciare da capo la numerazione ci è stata suggerita dalla dirigenza della casa editrice. Visto che il nostro eroe e i suoi compagni appaiono in una veste narrativa totalmente diversa dalla precedente, Bonelli ha pensato bene di riazzerare la testata per dare un rinnovato stimolo di lettura ai vecchi fan e offrire ai nuovi accoliti l’occasione migliore per entrare nel mondo di “Dragonero”.

Quando è maturata in voi la volontà di sconvolgere il ruolo di Ian Aranill e degli altri personaggi?

Vietti – L’idea di un tale sconvolgimento risale al periodo in cui abbiamo concepito la Saga delle Regine Nere, quando ci siamo interrogati su cosa sarebbe accaduto dopo. Io e Luca suddividiamo il nostro lavoro in cicli narrativi – i nostri lettori ormai lo sanno – e pensiamo a nuove soluzioni sempre molto in anticipo rispetto alle avventure che escono in quel momento in edicola. In sostanza, siamo concentrati su questo progetto almeno da un paio d’anni.

I nostri lettori ci stanno ricompensando dello sforzo fatto finora, perché chi ci ha seguito dall’inizio non ha riscontrato nulla di forzato in questo scombussolamento, e non c’è stato nulla di artificioso o improvvisato. Quest’ultima svolta della serie, così come le precedenti, è stata immaginata e scritta con cura e ponderazione. E poi, i grandi colpi di scena sono il sale della narrazione!

Hai parlato di archi narrativi, è così che sarà concepita in futuro la serie regolare di “Dragonero”? Avremo nuovi cicli e nuove incarnazioni del personaggio?

Vietti – Assolutamente sì. L’obiettivo mio e di Luca è di non annoiarci, e di conseguenza non annoiare i lettori: l’immobilità ci uccide e uccide la nostra creatività. Noi siamo per i cambiamenti in senso positivo, non per gli stravolgimenti. L’attuale ciclo durerà più di due anni, e abbiamo in lavorazione già un sacco di storie, ma posso rivelarvi che nelle prime quattro pagine del primo numero di “Dragonero – Il ribelle” ci sono alcune immagini che lasciano intravedere dove vogliamo arrivare. Come accadrà ve lo mostreremo strada facendo, insieme alla nostra nutrita e straordinaria squadra di disegnatori, ormai in grado di soddisfare le nostre richieste più ardite! [Ride]

A proposito di valenti matite, vorrei chiedere a Gianluca come si è trovato a passare da disegnatore veterano della serie a suo nuovo copertinista.

Pagliarani – Me la sto facendo sotto! [Ride] Ho ricevuto il testimone da Giuseppe Matteoni e sento la responsabilità di dover mantenere sempre lo stesso livello di qualità. È un compito tutt’altro che facile. Inoltre mi è stato chiesto di non essere continuativo, ma di dare una veste nuova alle copertine, di dar loro un tocco di novità, pur rimanendo nell’alveo della tradizione Bonelli.

Ho poi scoperto che c’è molto da discutere su ogni copertina, prima della sua approvazione definitiva! [Ride] C’è da sudare, ma confesso che mi sto divertendo molto. Inoltre, continuerò anche come disegnatore delle storie. Presto mi metterò al lavoro su una storia doppia di Enoch incentrata su Ecuba, dove mi cimenterò per la prima volta con gli Algenti.

Vietti – Aggiungo che sarà una storia fondamentale per la continuity… molto, molto importante.

Torniamo al motivo della ribellione che è il fulcro del rilancio. Cosa ha cambiato così radicalmente il pensiero di Ian, tanto da passare da scout imperiale a ribelle dell’impero erondariano?

Vietti – L’impero vuole tornare ai vecchi fasti, rimpossessandosi dei territori persi dopo il caos geo-politico creato dalle Regine Nere. Lo scopo finale è un unico stato sotto una sola casata, quella erondariana. Si tratta di un obiettivo di Leario, più che del giovane imperatore Nahim, e per fare questo, il primo è disposto a qualunque spregevole mezzo e a qualunque costo di vite umane. L’impero non è più il garante della pace ma il fautore di guerre senza quartiere. Per questo, Ian e i suoi amici si ribellano all’impero.

Una delle prime volte che avete introdotto al pubblico la compagnia dei ribelli capitanata da Ian, avete accennato a Robin Hood e alla sua brigata di fuorilegge. È questo il termine di paragone da utilizzare nei confronti dei Ribelli dell’Erondàr?

Vietti – Ti devo confessare che sia io che Luca siamo andati a rileggerci “La freccia nera” [“The Black Arrow – A Tale of the Two Roses”, di Robert Louis Stevenson – NdR], ma Robin Hood è più noto e ben impresso nell’immaginario collettivo. Ci siamo rivolti a quel tipo di soggetto, cercando di elaborare una trama più complessa e composita, grazie alle svariate opportunità che ci offre il variegato e strutturato universo fantasy di “Dragonero”.

Oltre a Ian, Gmor, Sera e Aura, avete introdotto personaggi inediti all’interno della squadra dei ribelli: ci puoi anticipare qualcosa su di loro?

Vietti – Certo, ma senza spoilerare! [ride] Sono personaggi nuovi che entreranno in scena un poco per volta. Nei primi episodi di “Dragonero – Il ribelle” appaiono sullo sfondo del racconto, ma pian piano daremo loro spessore svelandone la natura e le storie che hanno alle spalle, scoprendo cose segrete e imprevedibili al loro riguardo.

Abbiamo lavorato molto per definire queste figure, e ancora di più – ci tengo a dirlo – sui villain che incontrerete in questo nuovo ciclo. Ci saranno vere e proprie sottotrame relative al giovane imperatore Nahim – che non è in realtà un carnefice ma una vittima – al perfido e spietato Leario – artefice del terrificante culto della Signora delle Lacrime di Sangue – all’inquietante, irriconoscibile Roney e alla sua ambiziosa moglie Sophia. Abbiamo in serbo grosse sorprese per i lettori, sia su di loro che sulle motivazioni che li spingono ad agire in quel modo.

Sul futuro di due vecchie conoscenze degli appassionati di “Dragonero”, il mago Alben e Myrva, la sorella di Ian, cosa ci puoi dire?

Vietti – Alben aderisce ovviamente alla ribellione, ma sarà tuttavia impegnato nella ricerca delle preziose reliquie, andate perduta durante la guerra contro le Regine Nere. Vuole infatti rifondare l’Ordine dei Luresindi, i Custodi della luce, ed è deciso ad accogliervi – a differenza del passato – anche le donne. Tra queste, ci sarà Aura, che convincerà finalmente Alben a diventare suo maestro.

Anche Myrva entra a far parte della ribellione: i dettagli sono contenuti in una storia già in lavorazione, dove pure vedremo come sarà coinvolta in generale la gilda dei Tecnocrati (di cui fa parte Myrva) nell’opposizione all’impero.

Ci sarà inoltre spazio per altri personaggi legati a intrecci secondari, che abbiamo lasciato in sospeso, tra cui i misteriosi Ritornanti, a cui appartiene il compianto fratello maggiore di Ian, Drev; gli Orchi, che posseggono il potente fango pirico; gli elfi neri scampati alla disfatta; e la foresta nata dai semi sparsi dall’isola delle loro Regine Nere, quando è crollata alla fine della guerra. I vecchi nostri lettori avranno di che divertirsi, alla faccia del riazzeramento della testata! [Ride]

Un altro personaggio centrale e ben noto ai lettori fin dagli esordi di “Dragonero” è Vrill Ausofer. Come Ian, ha optato per un netto cambiamento ed è passato alla ribellione, ma quale ruolo ricopre realmente l’ex Cancelliere imperiale?

Vietti – Sul ruolo di Ausofer non posso dire molto, perché la sua posizione è veramente molto complessa e ci sono un sacco di colpi di scena in arrivo. I lettori l’adoreranno e l’odieranno, com’è accaduto finora, perché è sempre in bilico tra il bene e il male, anche se non ha mai tradito la casata erondariana. Incarna quella che si suol dire “la ragion di stato” e sarà ancora una volta una delle nostre carte vincenti.

Una delle tante novità di “Dragonero – Il ribelle” è l’introduzione nel mondo di Ian della tecnologia, che non sarà più esclusiva dei tecnocrati. Puoi spiegarci meglio cosa s’intende per tecnologia, sapendo che “Dragonero” è un fantasy realistico e classico?

Vietti – Ci andremo piuttosto cauti. Tuttavia, i Luresindi, che hanno sempre osteggiato la tecnologia, non sono più parte dell’impero, sostituiti dai maghi militari (tra questi, alcuni avranno ruoli particolarmente importanti). Assisterete a un momento in cui verrà richiesto una rinascita e uno sviluppo della tecnologia, ma le cose non andranno come spera Leario o come spera l’Imperatore. Non vogliamo esagerare con l’argomento tecnologico: fin da subito i lettori ci hanno chiesto di restare fedeli a un fantasy classico, e noi non vogliamo deluderli.

Hai parlato di maghi militari. Un altro elemento inedito del rilancio è un nuovo tipo di magia, legata alle divinità; su tutte la Signora delle Lacrime di Sangue, l’arma più potente dell’impero. Qual è la natura di tali divinità? Ne vedremo di appartenenti anche ad altri popoli?

Vietti – Esatto. Come esiste la Signora delle Lacrime di Sangue, la dea alata dell’impero, esistono altre divinità che proteggono i popoli che le pregano. Nel mondo di Dragonero le divinità nascono e prosperano se esistono fedeli che credono in loro. Io e Luca vedremo, tuttavia, di non esagerare anche con l’elemento mistico-religioso, perché “Dragonero” è un fantasy realistico.

Dragonero - Il ribelle, character design di Gianluca Pagliarani

Chiudiamo con l’attesissima serie a cartoni animati, co-prodotta da Bonelli e Rai e premiata lo scorso aprile a Cartoons on the Bay quale miglior progetto crossmediale. A Lucca Comics & Games 2019 avete mostrato il trailer di “Dragonero Adventures”, ma quando la vedremo finalmente sul piccolo schermo?

Vietti – Posso dire che in linea di massima stiamo lavorando per farla arrivare in TV tra due anni. Il team creativo è stato scelto da Bonelli ed è un gruppo di autori molto affiatato, di professionisti eccezionali. Io e Luca abbiamo consegnato un bel numero di soggetti che sono già in fase avanzata di sceneggiatura. L’obiettivo è di lanciarla tra due anni e di sfruttarla come volano per la serie a fumetti da cui è tratta e di cui è già pronta la seconda stagione, oltre che per altre iniziative legate alla “linea young” della nostra casa editrice.

 

Manolo Morrone, Stefano Vietti, Gianluca Pagliarani