Yellow Kid

Yellow Kid, considerato il primo personaggio della Storia del Fumetto, sta per fare ritorno in occasione dei 125 anni dalla sua creazione. Protagonista della striscia At the Circus in Hogan’s Alley, nata in bianco e nero sulla rivista Truth, dopo un paio d’anni il personaggio approdò sul supplemento domenicale a colori del quotidiano New York World, dove ottenne un grande successo.

La serie, ambientata in un ghetto multietnico newyorkese, ha per protagonista un bimbo irlandese di nome Mickey Dugan, meglio noto come Yellow Kid: calvo, con due grossi denti sporgenti e un atteggiamento goffo, indossa una lunga camicia da notte gialla, dalla quale nasce il suo soprannome.

Parlando di narrazione sequenziale, è possibile affermare che prima di allora esistessero altri “fumetti”, ma il principale cambiamento apportato da questo titolo consiste nell’introduzione del testo: i personaggi si esprimono infatti tramite dei cartelli, mentre le parole e i pensieri di Yellow Kid appaiono sul suo unico indumento.

Nell’ottobre 1986, sulla prima celebre tavola proposta dal New York Journal, avvenne un’ulteriore rivoluzione: fecero infatti il loro esordio i balloon, le caratteristiche nuvolette contenenti i dialoghi dei personaggi.

Il creatore di Yellow Kid, Richard F. Outcault, è morto nel 1928, perciò il personaggio non è da tempo vincolato da diritti. In virtù di questo, lo scrittore Chris Yambar (Simpsons Comics) ha contattato sei anni fa il vignettista americano Randy Bish per presentargli un progetto:

 

Yambar – Quando diversi anni fa gli ho proposto la cosa, mi ha guardato come se avessi in pantaloni in fiamme, tipo “Cosa?!”. Gli ho detto… “Hai presente Yellow Kid? Sarebbe un progetto fantastico”. E lui mi ha risposto: “Ci sto”.

Alla fine dell’Ottocento, quasi tutti i bambini dei bassifondi avevano la testa rasata. Le loro madri tagliavano loro i capelli perché non volevano che prendessero i pidocchi.

Arriveremo con un buon tempismo: a febbraio si celebra ufficialmente il suo centoventicinquesimo compleanno, perciò eccoci qua.

 

 

 

Fonte: Daily Cartoonist