Mentre la saga cinematografica di Star Wars arriva alla sua conclusione, è più che naturale voltarsi indietro per riscoprire l’inizio del viaggio: il desiderio di storie e personaggi appartenenti all’era classica è più forte che mai, e lo sanno bene Charles Soule e Jesus Saiz, che dal mese prossimo affronteranno l’impegnativa ma attesissima impresa di raccontarci le avventure di Luke, Leia, Lando, Chewie e i droidi nel lasso di tempo tra Episodio V ed Episodio VI nella testata ammiraglia, che per l’occasione ripartirà dal numero #1.

Soule è consapevole delle sfide ma anche delle opportunità che lo attendono in questa impresa, e illustra nel dettaglio cosa aspettarsi dal suo ciclo narrativo in partenza a gennaio 2020 negli Stati Uniti:

 

Star Wars #1, copertina di R.B. Silva

Soule – La prima sfida da affrontare è evidente: non c’è Han Solo! È ibernato in questo periodo, quindi il tipo specifico di energia che trasmette alla storia dovrà provenire da altre fonti. Lando è utile da questo punto di vista, naturalmente… ma di Han Solo ce n’è solo uno.

Analogamente, Luke Skywalker e Darth Vader non potranno scontrarsi in questa serie, perché ne Il ritorno dello Jedi è fortemente implicato che il loro incontro su Endor sia la prima volta in cui si rivedono dopo Cloud City. La storia che ci viene raccontata in Episodio VI pone delle restrizioni, dei limiti alla mia, ma va bene così. Scrivere affrontando queste sfide darà adito a trame più creative e sorprendenti.

Nella continuity Legends, questo periodo era coperto da Shadows of the Empire. Era una storia straordinaria, ma questa è una nuova era e ho intenzione di rispondere a modo mio ad alcune delle grandi domande che caratterizzano il periodo di tempo tra L’Impero colpisce ancora e Il ritorno dello Jedi. Dash Rendar e il principe Xizor sono personaggi divertenti, ma la loro storia è già stata raccontata. Mai dire mai, però: se c’è un buon motivo per portarli in scena, lo farò!

Star Wars #1, variant cover di Mahmud Asrar

L’assenza di Han è una sfida, ma è anche fonte di nuove idee. Per esempio, avremo Leia combattuta tra il desiderio di salvare Han e i suoi obblighi verso una Ribellione che deve ancora riprendersi dall’attacco di Hoth e da altre sconfitte, e questa è una dinamica interessante. Poi abbiamo Lando Calrissian che tenta di lavorare con la Ribellione quando in pratica è il motivo per cui Han non c’è più (almeno da un certo punto di vista). La presenza di Han aleggia su tutta la storia, anche se non è presente in carne e ossa.

La scena iniziale della serie ci mostra Luke che perde la mano a Cloud City. È un segno eloquente di come intendo trattare la sua parte narrativa. Luke smette di essere innocente in quel momento… per lui arriva il momento di crescere. All’inizio de Il ritorno dello Jedi è un guerriero abile e sicuro di sé. Il mio compito è quello di guidarlo da Bespin al palazzo di Jabba, e ci saranno molte tappe interessanti lungo quel viaggio.

In pratica, tutto il cast è traumatizzato (con la possibile eccezione di Lando, che magari riesce a nasconderlo bene). Leia è in preda a un lacerante conflitto tra ciò che vuole (Han) e i suoi doveri verso la Ribellione. La flotta Ribelle è dispersa, molti dei suoi capi non rispondono all’appello, e una micidiale nuova cattiva dà la caccia ai suoi resti. Leia si considera cruciale per la sopravvivenza della Ribellione e si assicurerà che i Ribelli recuperino le forze e tornino a combattere.

Star Wars #1, variant cover di Jen Bartel

Toccherò alcuni dei temi accennati di sfuggita nei film, ma non farò una lista della spesa. Il mio compito è di raccontare la miglior storia possibile, non spuntare il maggior numero possibile di voci tratte dal canone. Se avrò un buon motivo per parlare della battaglia di Tanaab, di spiegare come Lando si è fatto assumere al palazzo di Jabba o di mostrare Luke che nasconde quella spada laser verde all’interno di Erredue… racconterò quelle storie. Ma sono più interessato a raccontare e a rispondere a domande che i lettori nemmeno sapevano di avere.

Dal canto mio, scriverei di Vader e di Palpatine tutto il giorno e tutta la notte. La loro particolare dinamica è così specifica, così interessante… la adoro. Vader in questa fase è affascinante perché sa quanto potente sta diventando suo figlio ed è consapevole che questa per lui potrebbe essere un’opportunità unica per… be’, se non per redimersi, quantomeno per evolversi. Ma devono ancora succedere molte cose prima di arrivare a quella sala del trono alla fine de Il ritorno dello Jedi, e sarà bello arrivarci passo dopo passo. La serie di Darth Vader, del mio amico Greg Pak, esplorerà in profondità questo aspetto.

 

 

 

Fonte: CBR