Doomsday Clock, la maxi-serie che ha trascinato i personaggi di Watchmen nell’Universo DC, è giunta al termine con il dodicesimo numero, scritto come di consueto da Geoff Johns e disegnato da Gary Frank.

Discussa, criticata, complessa, apprezzata o detestata che sia, questa storia – che mette un punto all’era Rinascita – rappresenta una svolta fondamentale all’interno del quadro di riferimento della DC Comics per com’è ora, ovvero scosso da grandi cambiamenti, strattonato da universi paralleli e da piani malvagi di portata più che cosmica.

Ecco cosa abbiamo appreso dall’ultimo numero del progetto. Attenzione, però, perché gli SPOILER sono tra voi.

 

 

Doomsday Clock #12, copertina di Gary Frank

Insomma, il reboot de I Nuovi 52 è il risultato di una decisione e un’azione del Dottor Manhattan. L’universo, suggerisce l’onnipotente essere azzurro creato da Alan Moore e Dave Gibbons, sembrava correggere da solo elementi della propria storia con un criterio di timeline cangiante che pareva incentrato su Superman. In qualche modo, esisteva un metaverso a cui l’Uomo d’Acciaio dava forma con ogni sua scelta, pur essendone del tutto incosciente, cosa che ha condotto Manhattan a riparare, se vogliamo, la linea temporale dell’Universo DC. L’impatto della cosa non è scontato.

Nell’originale mitologia DC, il multiverso è stato creato nella notte dei tempi, quando Krona, scienziata di Oa con un ego spropositato, ha cercato di guardare la storia dell’universo a ritroso, risalendola per vedere quando fosse nato. In questo modo, si creò un multiverso infinito, poi distrutto quando Anti-Monitor ha cercato di consumare l’intero creato. Dopo gli eventi di Crisi sulle Terre Infinite, i cinque universi rimasti sono stati fusi in uno solo, con un passato condiviso e molto affollato. Quell’universo conteneva generazioni intere di eroi ed eredità complesse e confuse. Molte, spazzate via in seguito da I Nuovi 52.

L’Universo DC è poi sopravvissuto a Crisi Infinita, scritta da Johns: quel multiverso era ancora per lo più simile all’originale, ma con solo cinquantadue mondi rappresentati, come appreso in 52. Alla fine di Convergence, evento provocato dai sopravvissuti delle realtà scomparse, quel che era accaduto durante la Crisi è stato in parte cambiato per la salvezza del multiverso infinito… Ma se i fan hanno scordato in fretta quella storia, non è stato così per la DC Comics.

Doomsday Clock ci spiega che l’idea di quel metaverso, quella realtà che si forma attorno a Superman, non ha dato vita a linee temporali alternative finché non è iniziata la Silver Age, perché il multiverso non esisteva prima del giorno in cui Barry Allen venne colpito dal fulmine. Fu la nascita della Forza Velocità e di un secondo Flash a dar vita a Terra-2, luogo di nascita della JSA e dell’Azzurrone originali. E a tutt’oggi, dopo gli eventi di Doomsday Clock che hanno rimesso al loro posto molti degli eroi DC, e la Justice Society con loro, Terra-2 continua a esistere in modo che le versioni Golden Age di Superman, Batman e molti altri possano proseguire le loro esistenze, indisturbati dai cambiamenti avvenuti in seguito.

Doomsday Clock #11, copertina di Gary Frank

Dopo la nascita del multiverso, ogni versione di Superman ha dato vita a un universo tutto suo, a una Terra tutta sua, parallela alle altre. Su Terra-1985 continua a vivere la versione di Terra-1 che conoscevamo prima di Crisi sulle Terre Infinite. Terra-52 è stata manipolata dal Dottor Manhattan perché potesse accogliere il mondo precedente agli eventi di Rinascita.

Doomsday Clock #12 allude anche alla nascita di Terra-5G, che apparentemente sarà una versione dell’universo in cui Superman e altri eroi sono stati sostituiti da controparti più giovani. A quanto pare, la DC consegnerà a questa idea una propria Terra per tutelarsi da cambiamenti troppo radicali o potenzialmente permanenti. Un trucco che permetterà all’editore di Burbank di fare qualcosa di simile a quel che la Marvel ha portato avanti negli ultimi sette anni: creare versioni dei propri eroi che accolgano la diversità, che mettano in gioco fasce d’età, profili culturali ed etnici, ritratti di personalità molto diversi da quelli classici, ma mantenendo il manto degli eroi intatto, così come il loro nome. Senza tuttavia fare i conti, almeno nei progetti, con le difficoltà del pubblico di vecchia data ad adattarsi alle novità, nella sua componente più conservatrice.

A proposito del progetto noto con il nome di lavorazione “5G” e dell’iniziativa narrativa che sembra annunciare, i piani rimangono estremamente oscuri: la sensazione che pare più sensata è che l’universo narrativo che essa sottende possa prendere temporaneamente il posto di quello attualmente considerato canonico per proporre ai lettori le sue novità e i suoi stravolgimenti in maniera forte e convincente. Dopodiché, lo stratagemma delle linee temporali conviventi nel multiverso, architettate dal Dottor Manhattan, potrà tranquillamente giustificare un ritorno allo status quo, perfettamente inserito all’interno della struttura generale DC Comics. Ma questa è solo una delle possibilità. Per ora, su 5G ci sono solo voci, che non vediamo l’ora di veder diventare annunci.

Chiudiamo con un curioso e – chi lo sa? – potenziale teaser: Manhattan (pre)vede per il 2030 un crossover tra gli eroi Marvel e DC Comics, Secret Crisis. Chissà che entro dieci anni le due major statunitensi non riescano ad accontentarlo…

 

Il 10 luglio 2030 ha inizio la Crisi Segreta, che scaraventa Superman in una rissa che attraversa l’universo insieme a Thor… e a un colosso verde più forte di Doomsday, il quale muore mentre protegge Superman da questi invasori.

 

Doomsday Clock #12, anteprima 01

 

 

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